Fabio Aru è il vincitore morale del 98/o Giro d'Italia di ciclismo, che domani celebrerà - salvo impensabili, ma mai impossibili, rovesci - lo spagnolo Alberto Contador, sul gradino più alto del podio a Milano. Il sardo dell'Astana oggi ha dimezzato il distacco dalla maglia rosa, conquistando in solitaria la seconda tappa consecutiva, dopo quella di ieri, ai piedi del Monte Cervino, in uno scenario mozzafiato. Il 'Tamburino sardo', con la complicità del compagno di scuderia, Mikel Landa, ha messo alle corde Contador, facendogli passare una pessima ora e rischiando addirittura di far saltare il banco. Probabilmente, anche se non lo ammetterà mai, il padrone del Giro 2015 ha pure temuto di giocarsi tutto nel giro di qualche decina di chilometri, sulla salita dello spettrale Colle delle Finestre, 'Cima Coppi' di quest'anno. Fra Saint-Vincent e il Sestriere è andata in scena una tappa pirotecnica (la penultima, a questo punto manca solo l'epilogo di domani, da Torino a Milano), spettacolare, durante la quale è accaduto tutto e il contrario di tutto, caratterizzata da attacchi, allunghi, agguati in salita, scelte tattiche, applicazione delle strategie di squadra e all'insegna della fatica, con la polvere appiccicata sui volti, sulle braccia e sulle gambe dei concorrenti. Una tappa d'altri tempi, insomma, con il contorno di 9 chilometri in sterrato e al 9 per cento di pendenza. Una frazione di altissimo profilo tecnico ed emotivo, favolosa come solo il ciclismo sa offrirle. Tutto è cominciato a 33 km dalla fine quando, dopo la fuga del russo Ilnur Zakarin, Landa è partito lancia in resta, lasciando sui pedali la maglia rosa e il resto del gruppetto dei big di questo Giro. Poche pedalate e lo spagnolo che vola in salita ha creato il vuoto. E' stato a quel punto che Contador ha cominciato a vedere le streghe e ad aprire la bocca, facendo intendere di non possedere la necessaria lucidità per gestire al meglio una corsa che ha rischiato di vedersi sfuggire di mano. E il bello doveva ancora venire. Contador è talmente provato dalla salita che porta alla 'Cima Coppi' che non riesce nemmeno a rispondere ad Aru, intuitivo e potente: il vicecapoclassifica lo passa e vola all'inseguimento dei fuggitivi. Lo spagnolo, ancora una volta, è solo, senza l'appoggio della squadra e sfrutta finchè può la collaborazione di Hesjedal, ma anche dell'olandese Kruijswijk. C'è anche Rigoberto Uran Uran fra i primi, a conferma di una condizione di forma che cresce sempre nell'ultima settimana di corsa. Landa conquista la 'Cima Coppi', a coronamento di un Giro strepitoso, mentre Contador arranca, con un ritardo di 1'27". Sul crinale del Colle delle 'Finestre', come dei 'Sioux' in attesa di una preda, si stagliano i tifosi, che sperano nel colpo di scena e nel relativo, clamoroso rovescio al vertice della classifica. Ai -8,5 km Landa e Zakarin, dopo avere rallentato, vengono ripresi da Aru e soci, mentre Contador risale a -51", grazie a una disperata performance quando la strada spiana. Ai -4,5 km il vantaggio risale a 1'23", quindi a 1'42". Aru rompe gli indugi a duemila metri dal traguardo e s'invola verso un magnifico bis al Giro, Uran Uran si accoda e molla a Hesjedal: nessuno dei due, però, riesce a tenere il passo del sardo che si regala una soddisfazione da raccontare ai nipotini. In fondo, il ciclismo è fatto anche da questi dettagli. CLASSIFICA GENERALE Classifica generale dopo la 20/a tappa del 98/o Giro d'Italia di ciclismo, da Saint-Vincent (Aosta) a Sestriere (Torino), lunga 199 chilometri: 1. Alberto Contador (Spa) in 84h03'30" (km percorsi 3.323, media 39,532 km/h) 2. Fabio Aru (Ita) a 02'02" 3. Mikel Meana Landa (Spa) a 03'14" 4. Andrey Amador (Crc) a 08'19" 5. Ryder Hesjedal (Can) a 09'52" 6. Leopold Koenig (Cec) a 10'50" 7. Steven Kruijswijk (Ola) a 11'02" 8. Damiano Caruso (Ita) a 12'17" 9. Alexandre Geniez (Fra) a 16'00" 10. Yury Trofimov (Rus) a 16'23" 11. Maxime Monfort (Bel) a 17'51" 12. Juergen Van den Broeck (Bel) a 25'12" 13. Tanel Kangert (Est) a 28'14" 14. Rigoberto Uran Uran (Col) a 28'25" 15. Amael Moinard (Fra) a 30'23" 16. Darwin Hurtado Atapuma (Col) a 40'26" 17. Mikel Irutalde Nieve (Spa) a 47'45" 18. Giovanni Visconti (Ita) a 49'37" 19. Paolo Tiralongo (Ita) a 01h03'47" 20. Carlos Alberto Gomez Betancur (Col) a 01h17'15".
Aru,sono felice ma ho pensato anche al ritiro
Aru batte Contador due tappe a zero. Come nel 2008, lo spagnolo domani - anche se non si può mai sapere, basti ricordare la caduta di Denis Menchov nel 2009 sui 'sampietrini' di Roma - si cucirà addosso definitivamente la maglia rosa, ma senza vincere alcuna corsa. Un titulo, per dirla quasi alla Mourinho, zero tappe. Domani Milano celebrerà Contador, il Cervino e il Sestriere hanno regalato gloria - e due successi che valgono oro colato - ad Aru. "Ho vinto per i tifosi, c'era tantissima gente ai bordi della strada - racconta il vincitore della penultima tappa -: sono venuti da tutte le parti, non solo dalla 'mia' Sardegna. La corsa si è decisa sul Colle delle Finestre? Beh, in quella salita ho fatto fatica anch'io, non era facile; va detto che Landa ha fatto una bellissima azione, ma tutta l'Astana è stata incredibile. L'ho detto e lo ripeto: siamo un gruppo fortissimo. se vincevo senza quella crono così lunga? E' stata una grande esperienza". Aru rivive gli episodi che hanno caratterizzato questo Giro d'Italia e che sono stati costellati anche da (tanti) momenti di sconforto. "Si, ci sono stati dei giorni bui, in cui non sapevo cosa dire - spiega il sardo - ma, nel complesso, sono molto felice di come è andata. Ho cercato sempre di non mollare e, in un paio di occasioni, ho anche pensato di tornarmene a casa. Ma ormai è acqua passata: adesso voglio solo pensare a domani e ai prossimi appuntamenti". Sulla possibilità che possa essere scelto per il Tour, in modo da appoggiare Vincenzo Nibali, nei giorni scorsi si era limitato a una frase sibillina: "E' una possibilità". Meno abbottonato è il general manager dell'Astana, Alexander Vinokourov, che rivela: "Vedremo come recupera Aru, ma io vorrei schierarlo in Francia, perché ha bisogno di fare esperienza, di conoscere il Tour. Può anche puntare alla maglia di miglior giovane, come è riuscito a fare al Giro". Un timido applauso accoglie la maglia rosa Contador in sala stampa, per la conferenza di rito. "E' stata una giornata dura, il Colle delle Finestre si è dimostrato ancora una volta una montagna molto esigente: ho cercato di non perdere la testa e di mantenere lo stesso ritmo. Sono rimasto tranquillo e ho gestito il vantaggio che avevo accumulato nei giorni scorsi - osserva lo spagnolo -. In quel momento, forse, è scattato un meccanismo di autocontrollo, perché se pensi che stai perdendo il Giro provi a recuperare tutto in un km e vai in crisi. Aru? Provo una grande ammirazione per lui e, se posso permettermi un consiglio, gli dico che i grandi giri si vincono nei giorni meno buoni. Si parla tanto di futuro, ma lui fa già parte del presente. Mi rivedo più in lui che in Landa. La maglia rosa è molto importante per me, anche se qualcuno magari potrà pensare che sia facile. Ma non è mai facile vincere quando parti con il ruolo di favorito e tutti ti aspettano al varco". Contador, almeno a parole, si riprende anche la vittoria al Giro d'Italia 2011, che gli fu sottratta dal Tas di Losanna per il caso del Clenbuterolo. "Per me sarebbe il terzo successo al Giro - dice -: questa affermazione è per me e per la gente. Mi sembra un sogno. Nei giorni scorsi mi sentivo amato come fossi nel mio Paese ed è stato bellissimo. Voglio dire non una ma tre volte 'grazie' alla gente che ho incontrato. Mi sono posto un obiettivo stagionale: quello di vincere il Giro e il Tour uno dietro l'altro. Sarà difficile, ma ci voglio provare con tutte le mie forze. A dire il vero ho già la testa alla Francia e agli avversari che affronterò".
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