Duecento anni ben portati, si può dire. E vorrebbe ancora essere giovanile ed in forma, efficiente ed efficace. Di chi parliamo? Ma dell’Arma dei Carabinieri, naturalmente, che quest’anno, anzi, in questi giorni festeggia il Duecentesimo anniversario della sua fondazione. Voluta da Vittorio Emanuele I re di Sardegna, nel 1814, dopo la sconfitta di Napoleone a Lipsia, a cui seguì la Restaurazione. Il re, che detestava i francesi dopo aver subìto il ciclone Napoleone ed il conseguente esilio in Sardegna, ebbe però la capacità di copiarne la gendarmeria, assai funzionale, e di creare questa nuova arma , con il compito di presidiare il territorio in modo capillare, attraverso le stazioni, e di pattugliare a piedi ed a cavallo tutti i paesi, anche i più sperduti, a garanzia dell’ordine pubblico, ma sopratutto dell’ordine costituito. Mansioni che l’Arma ha svolto egregiamente, meritandosi l’appellativo di “fedele nei secoli”. A Cavagnolo da quasi 80 anni vi è una stazione dei carabinieri, che è sempre stata punto di riferimento per la zona e per i paesi circostanti, Brusasco, Brozolo, Verrua Savoia, Monteu da Po. Prima, fin dal 1818, era presente a Brusasco. Per cui è stato naturale per l’amministrazione comunale di Cavagnolo, in collaborazione con le altre amministrazioni, organizzare un fine settimana dedicato a questo anniversario, ma soprattutto agli uomini che nei secoli hanno indossato la divisa dei carabinieri. Si inizia sabato 14 giugno ore 17 presso il Centro Culturale Martini di Cavagnolo, via Don Bosco 9, con una performance teatrale composta dalla storia della nascita dell’Arma, e dalla lettura di episodi significativi legati all’attività dei carabinieri, intervallati da scenette popolari. Il tutto a cura del GAT, Gruppo Artistico Teatrale di Cavagnolo. Al termine bicchierata del bicentenario. Domenica 15 giugno, al mattino, corteo da Brusasco a Cavagnolo, dove verranno lette le Regie Patenti del 13 luglio 1814 con cui si diede vita al Corpo, e sarà il secondo momento di festa, più istituzionale, con il rinnovo del giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana. Parteciperà la banda “La Fenice” di Brusasco. Dopo la Santa Messa pranzo presso il ristorante “Leon d’oro” (su prenotazione).Sabato e domenica rappresentano un momento complessivo di celebrazione, ma anche di cultura, e soprattutto di vicinanza a chi lavora per la società, cioè per noi. Un tempo il maresciallo dei carabinieri era una autorità riconosciuta, insieme al parroco ed al sindaco. A volte lo era anche il maestro o la maestra. Ora i tempi son cambiati, i parroci sono extracomunitari a volte, e sono rarefatti sul territorio; i maestri fanno fatica a farsi rispettare; i sindaci sono assillati da mille problemi. Il maresciallo dei carabinieri, vero e proprio simbolo dell’Arma, in questa zona e forse ovunque, è ancora visto come un punto di riferimento, almeno in certe circostanze, ed ha comunque conservato una certa autorevolezza. Purchè rimangano, lui ed i suoi uomini, sul territorio. La stazione di Cavagnolo avrebbe bisogno di incrementare il personale, ma c’è il rischio che venga ridotta di numero. Questo significherebbe aumento dei timori fra gli abitanti. Significherebbe una corsa alla difesa-fai-da-te. Diminuzione della presenza delle istituzioni significa perdita di libertà.
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