Mentre prosegue la programmazione del Cineclub Ivrea e dopo il primo evento del 16 marzo con la presentazione dei Cortometraggi di Piemonte Factory (un’occasione per gettare uno sguardo su contenuti e linguaggi cinematografici delle nuove generazioni), eccoci al secondo evento speciale per questa 60esima edizione, mercoledì 13 aprile, alle ore 21, presso il cinema Boaro. Questo nuovo evento prevede la proiezione del film MANUALE DI STORIE DEI CINEMA con la partecipazione dei due giovani autori, Stefano D’Antuono e Bruno Ugioli. Il film, un ibrido tra documentario e commedia, mentre racconta l’avvincente storia delle sale torinesi dalla fine dell’Ottocento, svolge un’interessante riflessione sull’identità e il valore della sala cinematografica e sullo spettatore del futuro. (Ingresso gratuito per i tesserati Cineclub - € 6,00 intero - € 5,00ridotto minori 25 anni), Prossimo e ultimo evento per il 60° sarà quello dell’11 maggio con “Olivetti e il cinema: la storia”. Come è noto, il Cineclub Ivrea (denominazione assunta quando divenne totalmente autonomo dai Servizi Culturali Olivetti) continua l’attività del Cineclub Olivetti nato nel 1962 dalla confluenza di tre iniziative nate negli anni Cinquanta: Il film della biblioteca, Il cinema in fabbrica e il Cineclub, esterno alla fabbrica organizzato dal Centro Culturale di Comunità. L’evento dell’11 maggio riguarderà però un altro rapporto della Olivetti con il cinema, quello di produttore e committente di film industriali e pubblicitari. L’evento sarà realizzato grazie a CSC – Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa e Associazione Archivio Storico Olivetti. Manuale di storie dei cinema Regìa, soggetto e sceneggiatura: Stefano D’Antuono, Bruno Ugioli / musiche: Stefano Danusso, Cristiano Lo Mele / montaggio: Gaia E. Olmo / fotografia: Bruno Ugiol / interpreti: Valerio Carocci, Davide Ferrario, Enrico Verra, Gabriele Bocchio, David Bordwell / produzione: Davide Ferrario per Rossofuoco in collaborazione con Fuoricampo / origine: Italia, 2021 / durata: 1 h e 37’ Una riflessione sull’identità e il valore della sala cinematografica. Un ibrido tra documentario e commedia che racconta l’avvincente storia delle sale cinematografiche torinesi, dall’avvento del cinematografo Lumière alla fine dell’Ottocento fino alle prospettive dello spettatore del futuro, affidando il racconto ad alcune delle voci più importanti del mondo cinematografico cittadino. Le crisi e i successi, le innovazioni tecnologiche e i cambiamenti nelle tematiche, i primati, gli aneddoti e le storie dimenticate, rendono i cinema di Torino veri luoghi dell’anima, baluardi della condivisione di emozioni. Toccando le tappe fondamentali di un’avventura lunga 120 anni, Manuale di storie dei cinema racconta l’evoluzione della sala cinematografica e ne indaga il valore sociale e culturale. Se saprà confermarsi uno spazio di condivisione forte e stabile, come funzionerà la sala cinematografica di domani? E quali spettatori la frequenteranno? Manuale di storie dei cinema prova a rispondere a queste domande. Il film segue in senso cronologico l’evoluzione dell’esercizio cinematografico cittadino: dalle esperienze di pre-cinema alla fine dell’Ottocento; alle eccellenze di inizio Novecento, come produzioni del muto e cinema di lusso, sale d’essai, Museo del Cinema e festival; fino all’attualità e alle ipotesi sulle sale del futuro, anche in risposta all’emergenza da Covid-19. Un film-manifesto che arriva a denunciare l’insostenibilità della condizione di tutto il settore, con la fiducia e la speranza che ciò diventi presto una delle storie dei cinema. I registi: «Nel nostro racconto ci sono i primati che Torino ha collezionato e difeso. Per i primi 25 anni di storia del cinema, la città è un formidabile polo culturale e un’eccellenza cinematografica a livello internazionale: a Torino hanno luogo le prime sperimentazioni di proiezioni luminose e fotografia in movimento, vi avvengono le prime proiezioni nazionali e si fondano i primi cinema stabili. Qui nascono le più importanti case di produzione al mondo, come la Ambrosio Film, che farà scuola per anni alle produzioni hollywoodiane,o la Itala Film, che realizzerà i primi kolossal in assoluto, come il celebre Cabiria. Al volgere della Prima Guerra Mondiale, Torino è la prima città italiana, e tra le prime al mondo, per numero di sale, spettatori, case di produzione, per la qualità dei film prodotti e per il lusso e l’innovazione delle sue sale cinematografiche.In seguito, la città perde il suo ruolo centrale nel panorama cinematografico nazionale, in favore di Roma, continuando però a mantenere alcuni primati significativi: il Cinema Romano, primo cinema d’essai d’Italia; il primo e più importante Museo del Cinema d’Europa; cineclub d’eccellenza, come Aiace e Movie Club; il Torino Film Festival, primo festival cinematografico metropolitano; e il primo multisala d’Italia, il Cinema Eliseo».
(Stefano D’Antuono e Bruno Ugioli)
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