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17 Giugno 2014 - 00:04
Il piccolo Eirk potrà tornare dal padre Renato "Mimmo" Zardo. Lo ha deciso il Tribunale di Ivrea con sentenza pronunciata lo scorso maggio dal collegio presieduto giudice Carlomaria Garbellotto. Zardo ha vinto il ricorso presentato nell'ottobre 2013 (con i suoi avvocati Carlo Ottonelli e Giancarlo Bertone) contro l'ex moglie Tetyana Gordiyenko, fuggita in Ucraina insieme al figlioletto di cinque anni, di cui, dal maggio 2012, non sa più nulla. Se stia bene, se si sia integrato, se gli manchi... Nulla di nulla. Zardo ha lottato in tutti i modi per potersi riavvicinare al piccolo, intraprendendo una dura, estenuante e costosa battaglia legale.
La sentenza, immediatamente esecutiva, che dispone l'immediato rimpatrio del minore, stabilendo l'affido esclusivo al padre, è un primo risultato, seppure sulla carta. Sarà molto complicato, difatti, poter riabbracciare davvero il piccolo Eirk, non foss'altro per la mancanza di collaborazione dell'ex compagna e delle autorità ucraine che sta rendendo il percorso ancora più difficile. "Purtroppo – commenta Zardo - il sequestro di mio figlio in Ucraina per mano della madre e dei nonni materni non si interromperà di certo magicamente per via di questa sentenza, ma intanto un altro tassello importante nell'azione legale per il ripristino di diritti del fanciullo si è ottenuto, e non è poca cosa". Zardo fino ad ora non si è perso d'animo, malgrado la distanza, l'irreperibilità dell'ex moglie e sul groppone anche una causa per maltrattamenti scaturita da una denuncia della donna, nel settembre 2011, pochi mesi prima della separazione.
Nella sentenza il collegio sottolinea, a proposito della Gordiyenko,"la plateale e dichiarata volontà di negare al padre qualsiasi tipo di contatto con Erik, in spregio ad ogni decisione dell'autorità giudiziaria, così come di sottrarsi ai controlli dei servizi socialied ai contatti con le autorità diplomatiche". Lo stesso è accaduto nel dicembre 2013, quando l'Ambasciata italiana a Kiev ha accompagnato Zardo nella città di Zhytomyr, dove risulta residente la Gordiyenko. Non c'è stata possibilità di vedere il piccolo, nonostante i Km percorsi. "Una tale condotta – conclude il Collegio -costituisce un'evidente violazione del diritto irrinunciabile di poter vedere il figlio, el diritto insopprimibile del bambinodi mantenere regolari e adeguati rapporti con il padre".
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