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21 Marzo 2018 - 10:33
Tutto è successo proprio quando le cose stavano per rimettersi a posto. Quando, ormai, la chiusura dell’asilo “Nido delle Meraviglie” sembrava acqua passata.
E invece qualcosa non è andato per il verso giusto.
L’unico asilo dell’intera vallata ha chiuso i battenti lunedì scorso 12 marzo.
Rossella Gobbo, una laurea in Scienze dell’Educazione fresca in mano e già dipendente, sarebbe dovuta diventare la nuova titolare della struttura nel giro di qualche settimana, subentrando così a Monica Alfonso. Ma ha improvvisamente rinunciato alla gestione per “ragioni economiche”. Sostiente che al momento, i bambini che lo frequentano sono solamente tre e questo non sarebbe sufficiente per “mandare avanti la baracca”. Non lo sarebbe nemmeno se si tiene conto del contributo che i tutti i Comuni del territorio hanno versato (1 euro per abitante) per contribuire alle attività.
La scelta di Rossella Gobbo ha lasciato l’amaro in bocca in tutti i sindaci del territorio: a loro aveva garantito il suo impegno ma soprattutto nel primo cittadino di Rueglio, Gabriella Laffaille che si batte per mantenere aperto l’asilo sin dall’inizio, sin da quando Remo Minellono, sindaco di Alice, aveva deciso di revocare il contributo del suo Comune.
“E’ stato fatto tanto - commenta Laffaille - ma purtroppo si è arrivati a questa decisione.
La vecchia titolare Monica Alfonso aveva deciso di rinunciare alla gestione ma ha provato a fare un tentativo di vendita alla sua dipendente. Che si è presa del tempo per decidere e alla fine ha detto che non avrebbe accettato di gestire l’asilo perchè si trattava di un’attività non redditizia”. In sostanza, non se la sentiva di rischiare.
Ma di fronte al no, Laffaille non si è data subito per vinta e ha provato a vedere se potevano esserci altri soggetti interessati, cooperative o privati.
“Nessuno ha manifestato un interesse nei confronti dell’asilo, che ha chiuso ufficialmente la scorsa settimana. Quello che posso dire personalmente è che siamo tutti dispiaciuti per come è andata a finire, personalmente mi sono battuta fino all’ultimo. Credere che si poteva fare era forse un progetto troppo ambizioso...”.
Al momento, non si sa che fine farà la struttura, se verrà messa in vendita oppure no. Quello che si sa è che da qualche giorno a questa parte, le voci dei bambini non si sentono più.
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