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02 Novembre 2017 - 08:36
Si chiamerà Val di Chy dall’antico nome della Valchiusella. Il supercomune nato dalla fusione tra Alice Superiore, Lugnacco e Pecco. I consigli comunali hanno votato favorevolmente al progetto del supercomune da circa mille e 200 abitanti. Ma è solo il primo passo. Ora la scelta spetta ai cittadini, attraverso la consultazione referendaria in programma entro il 2018.
E proprio la popolazione appare spaccata in due tra chi vede positivamente il progetto e chi, invece, no. Tra i favorevoli c’è Zaira Boglino, 35 anni, titolare della ferramenta Emporio di Alice Superiore lungo la Provinciale che sale in valle. “Io abito a Vico e quindi non potrò votare – precisa la commerciante – ma non per questo dovrei essere contraria. Secondo me sarebbe un bel risparmio di soldi pubblici. Anzi vi dico di più. Per me dovrebbero aderire anche altri Comuni. Purtroppo, però, la Valle è spaccata in due: alta e bassa valle. Sono questioni puramente campanilistiche. Per questo motivo vedo un progetto molto difficile poterlo allargare”.
Favorevole Marina Conto, 43 anni, residente ad Alice e titolare del bar Lo Scoiattolo, con dehor che s’affaccia proprio sulla Provinciale. “Vedo di buon auspicio questo fusione. Lo dico da tempo anche se mi rendo conto che probabilmente non risolverebbe molto. Mettendoci insieme saremmo comunque troppo pochi residenti. Proporrei di allargare il progetto anche ad altri comuni. Solo così potremmo davvero contare di più”.
Se poi ti siedi ai tavolini del dehor capisci come i cittadini siano confusi. Filomena Callà, 60 anni, artigiana che vive a Trausella, seduta a far colazione davanti ad un cornetto, giura di essere contraria: “Non sono favorevole alla fusione perchè non cambierebbe nulla. I soldi pubblici, tanto per fare un esempio, sarebbero sempre gestiti dalle stesse persone. E così facendo i bisogni dei cittadini verrebbero sempre meno. Rischiamo di essere ascoltati ancora meno di quanto non lo siamo già oggi”. Di avviso opposto è l’amica Tiziana Moretti di Alice: “Io vivo qui da un anno. Mi sono trasferita da Milano e sono favarevole al progetto. Ma cosa voterò al referendum, però, non lo so ancora. Vorrei prima capire qual è il termometro, cosa pensano i miei concittadini...”
Pecco, località esattamente al centro dei tre comuni, è un Comune che ha ormai perso la propria identità. A parte qualche associazione, l’unico negozio ha chiuso un anno fa.
Se si scende a Lugnacco la situazione non è poi molto diversa. I titolari dell’unica attività sembrano abbracciare il progetto fusione. Constantin Bercea, 50 anni, e la moglie Tereza, 49 anni, originaria della romania e da sette titolare il bar trattoria di vicolo Fontana 5: “In linea di principio non siamo d’accordo. Ritemiamo che ogni Comune debba mantenere la propria identità. Però se la fusione serve ad ottenere più finanziamenti allora perchè no?”
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