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ALICE SUPERIORE. Svolta nel processo Zardo: "traduzione infedele"

ALICE SUPERIORE. Svolta nel processo Zardo: "traduzione infedele"
Non è occorso proseguire nell’elencazione delle incongruenze. L’avvocato Patrizia Trapella del foro di Padova (una che di casi di sottrazione internazionale di minori si occupa nello specifico) si è fermata alla prima “eccezione”, come, nel gergo legale, vengono indicate le contestazioni rivolte al giudice. “Eh no, Presidente, questa potrebbe essere una traduzione infedele” ha osservato la legale rivolta al presidente del tribunale eporediese Carlomaria Garbellotto venerdì scorso, nell’ambito del processo che si sta celebrando a carico di Mimmo Zardo, il padre di Alice Superiore a cui la ex moglie ucraina ha portato via il loro unico figlio, scappando dal paesino della Valchiusella per tornare nella sua terra di origine, nell’est Europa. Diciotto udienze si sono già tenute. L’uomo è accusato di maltrattamenti, dalla compagna, Tetyana Godyenko, che lui a sua volta ha denunciato ottenendo tra l’altro l’affido esclusivo del piccolo Erik, 6 anni, compiuti il 15 novembre scorso, che non vede dal 2012. Nonostante la sentenza emessa a suo favore, infatti, nella realtà non esiste modo per poterlo riportare indietro di così tanti chilometri. Anche perché, di mezzo, ci sono i rapporti tra le autorità italiane ed ucraine. Ed è proprio qui il dramma. Per due volte il giudice Garbellotto ha dovuto rinviare il processo per le “buche” tirate dalla traduttrice, incaricata di raccogliere la testimonianza della Gordyenko, a cui è stata concessa la rogatoria internazionale, e trascriverla in lingua italiana. Quell’atto (sono trenta pagine) è atteso da mesi, dal 24 marzo scorso, quando è stato conferito l’incarico e solo l’altro venerdì la traduttrice si è finalmente presentata in aula. Ma è stata un’udienza lampo perché sono emerse delle difformità raffrontando i tre documenti presenti: la deposizione in lingua originale ucraina, la traduzione in inglese trasmessa dal tribunale ucraino a quello eporediese, e la traduzione in italiano. L’interprete avrebbe dovuto tradurre direttamente dall’ucraino. Invece ha utilizzato, parzialmente, il documento in inglese, dove appaiono non solo qualche parola, ma intere e lunghe frasi aggiunte rispetto all’originale. Un esempio? L’avvocato Trapella ha accennato allo stralcio in cui Gordyenko parla della sua situazione economica e dice di non avere entrate fisse ma di arrabattarsi, magari guadagnando 50 euro con qualche traduzione, tutti soldi che avrebbe impiegato in casa, per pagare il cibo per sé e suo marito. Ecco, questa frase appare aggiunta nel testo inglese e riportata della traduzione finale italiana. Malgrado tutto il giudice Garbellotto ha voluto confermare l’incarico ma ha rinviato l’udienza al 30 settembre concedendo, quindi, ancora una possibilità di riparare e portare in tribunale una traduzione veritiera e definitiva da depositare entro il 15 settembre.  “Questi documenti arrivano da enti che dovrebbero essere attendibili ed invece non lo sono…” ha osservato il presidente.  Nella stessa udienza saranno sentiti alcuni testimoni. La sentenza è prevista per ottobre.
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