Cerca

ALICE SUPERIORE. “Buon compleanno mio piccolo Erik”

ALICE SUPERIORE. “Buon compleanno mio piccolo Erik”
Domenica 15 novembre il piccolo Erik ha compiuto sei anni. Ma il papà Mimmo Zardo non ha potuto portargli la torta con le candeline, ridere con lui, tirargli l'orecchie. Dirgli, "Ehi, Erik il tempo vola, guarda come stai diventando grande...". Le piccole cose di un normale rapporto padre-figlio. Niente di tutto questo. Dalla sua casa di Alice Superiore, in Valchiusella, Mimmo ha potuto soltanto prendere qualche foto di qualche anno fa, pensarlo, immaginare come sarà adesso. Era il 12 maggio del 2013 quando la moglie, Tetyana Gordiyenko, se ne andò via, portandosi con sé il bambino, per tornare in Ucraina, suo paese d'origine. Una decisione unilaterale, nell'ambito di un rapporto ormai in crisi e che aveva costretto l'intervento dei servizi sociali. Quegli stessi servizi sociali che non sono riusciti ad impedire la fuga lasciando un padre solo e disperato, la cui unica speranza è appellersi alla vana giustizia italiana. Mimmo Zardo ha ottenuto l'affido esclusivo. E' riuscito, lottando e resistendo, a dimostrare di essere un bravo genitore. Ma non basta. Poter riabbracciare Erik resta ancora un miraggio. L'altra settimana, guardando quelle foto un po' sbiadite, il padre di Alice Superiore ha deciso di tentare un gesto per poter raggiungere suo figlio: ha fatto pubblicare gli auguri per il suo sesto compleanno. "Il quarto da sequestrato" sottolinea, ben ricordando il reato che la moglie sta continuando a perpetrare, nascondendosi dietro la scusa di non poter tornare in Italia, e non è possibile disporne l'accompagnamento coattivo fin laggiù, nell'est Europa. "Buon compleanno mio piccolo Erik – scrive Zardo sulle pagine di quel giornale, in lingua ucraina, che ha imparato a parlare in quegli anni di convivenza -. Anche se forze oscure ancora ci allontanano e ci impediscono di riabbracciarci, in qualunque posto sarai, in qualunque posto sarò, fra le cose che vivi io per sempre vivrò. Credi in me, non avere dubbi mai... Ci ritroveremo vicini, oltre il destino! Il tuo papà, fin da quella magica domenica 15-11-2009, per sempre Mimmo". Un messaggio che fa stringere il cuore, nel quale Zardo mescola le toccanti parole della canzone "Fra le cose che vivi" di laura Pausini. Perché continuare la battaglia? Il papà di Alice non ha dubbi. "Non importa il tempo che servirà, le cause legali, le risorse economiche che dovrò. Voglio che mio figlio sappia, un giorno, che suo padre ha fatto tutto per lui". auguri_erik_02

IN TRIBUNALE

Il settembre scorso il piccolo Erik Zardo avrebbe frequentato la classe prima elementare. Iscritto regolarmente. Ma non vi ha messo piede. Il bimbo si trova ancora in Ucraina, sequestrato, portato via, dalla madre, Tetyana Gordiyenko. Il Tribunale di Ivrea ha disposto il rimpatrio, ma questo non è avvenuto. "Per noncuranza delle autorità italiane" denuncia il padre, Mimmo Zardo, residente ad Aliuce Superiore. Da anni dura la sua battaglia legale per riabbracciare il figlio. Oggi Erik ha sei anni, ma manca da casa dal 12 maggio del 2013. Tutto è stato vano, finora. La vittoria sulla carta. I giudici, non senza fargli patire le pene dell'inferno, gli han riconosciuto, dopo una dura battaglia, l'affidamento esclusivo, giudicando decaduta la patria potestà della donna. Nei fatti, però, la distanza di migliaia di miglia. E la beffa: è in corso infatti, a carico di Mimmo Zardo, il processo penale per maltrattamenti aperto dal Tribunale di Ivrea in seguito alla denuncia, sporta da Tetyana Gordiyenko, nell'ambito di un matrimonio che nel 2011 stava già giungendo al capolinea. Durante l'ultima udienza il giudice, nonché presidente del polo della giustizia eporediese, Carlomaria Garbellotto ha disposto la terza, l'ennesima, rogatoria internazionale, in modo da ottenere la trasmissione delle dichiarazioni della donna direttamente dall'Ucraina, in base al contraddittorio richiesto dalla difesa. La richiesta, finora, è caduta nel vuoto. Sia perché Gordiyenko continua a sostenere di non poter tornare in Italia, e non è possibile disporne l'accompagnamento coattivo. Ma anche perché le autorità estere latitano e tutelano la connazionale. Non arrivano la documentazione e le traduzioni.

I numeri delle sottrazioni internazionali?

Si parla di centinaia di casi all'anno. Circa 600 quelli aperti attualmente, di cui quasi un terzi irrisolti comunque. Fra il 75 e l'85 per cento sono perpetuati da donne, per lo più madri, che sottraggono i figli ai padri. La maggiore percentuale in Ucraina, paese dal quale non risultano rimpatri. Più in generale i casi si verificano in Europa, soprattutto nell'Est, secondo i dati in possesso del Ministero di Giustizia. Mentre, nei Paesi arabi avviene il contrario: tipico è l'uomo che porta via i figli per crescerli laggiù. Precedente interessante è la vicenda di Sara Fardella, tornata in Italia solo a seguito delle incessanti battaglie che la madre ha intrapreso persino in loco, in Egitto, ottenendo che le autorità italiane facessero eseguire la sentenza di rimpatrio da loro emessa. "Mi chiedo perché la sentenza di rimpatrio di Erik non venga eseguita – racconta Mimmo Zardo - Sono personalmente in contatto con altri sei padri che hanno figli totalmente sequestrati in Ucraina. Altri, di cui sono a conoscenza, hanno gettato la spugna, per l'impossibilità di far fronte ai costi". Lui si è ostinato, si è indebitato, sta sopportando. Forse accadrà in futuro. "Ma un giorno voglio che sappia che io ho fatto di tutto per rivederlo" ci racconta, con l'amaro nel cuore e la disillusione negli occhi. Zardo è iscritto a tantissime Associazioni: CrescoaCasa Torino, GeSeFi Onlus Torino (GEnitori SEparati e Figli), Penelope(S)comparsi & ViteSospese (di cui è referente per il Piemonte), FLAGe nazionale (si cui è referente per la Valle d'Aosta), Genitori Sottratti di Bologna, FigliPerSempre, Figli Sottratti di Vicenzfa, Adiantum. "Siamo in un momento di grande cambiamento – constata Zardo - : i padri (questi genitori estromessi) hanno capito che tutto ciò è profondamente ingiusto e danneggia atrocemente i figli; sentono che devono far qualcosa per il bene dei figli, che consiste nella tutela del rapporto paritetico con entrambi i rami genitoriali, specie in situazioni post separazioni. Noi chiediamo soltanto questo. Le vicende sono dolorose, sia a livello nazionale che internazionale, con la differenza che nel primo caso, essendo sotto giurisdizione italiana, c'è qualche piccola speranza di ripristinare il rapporto".
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori