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25 Ottobre 2017 - 08:42
Già si sapeva, ma adesso è ufficiale. La scorsa settimana il giudice, Claudia Gemelli ha nominato un curatore fallimentare (Dario Spadavecchia) e messo la parola fine su Mediapolis, il parco a tema che sarebbe dovuto sorgere ad Albiano. E c’è gà una data (il 23 febbraio) per la verifica delle domande di ammissione al passivo da parte dei vari creditori, istituti bancari in testa.
I numeri del disastro sono tutti nel bilancio della società che fa riferimento al Gruppo Clear Leisur: un passivo di oltre 17 milioni di euro e un debito di 15 milioni e mezzo.
Il progetto Mediapolis si era già infranto, in realtà, il 25 gennaio 2014 quando il Tribunale fallimentare di Ivrea aveva nominato il commissario Massimiliano Basilio giudicando “inammissibile” la richiesta di concordato per il “troppo” tempo intercorso tra l’annuncio del progetto ed il “profondo rosso” dei conti.
Nonostante tutto questo Clear Leisure plc (ex Brainspark plc), la società capogruppo, rappresentata dall’Amministratore Alfredo Villa, solo di recente sostituito da Giuseppe Caglia Ferro, aveva fatto sapere che il progetto sarebbe andato avanti lo stesso perchè aveva in portafoglio garanzie per 12 milioni e investitori per altri 20 milioni.
Del progetto, approvato l’11 giugno 2008 se ne parla in realtà già nel 1999, nell’ambito dei patti territoriali del Canavese e tre anni dopo con il piano particolareggiato del Comune di Albiano.
Un’operazione enorme pari ad oltre 450 milioni di euro di investimenti e previsioni di 1.600.000 di visitatori all’anno, il tutto su un’area di 148.000 mq (con un lago di 12.000 mq.) ed un’area indoor di circa 25.000 mq attrezzata con tecnologia cinema 4D, simulatori hi-tech, dark rides ed entertainment-retail ad accesso libero con cinema multiplex di 6 sale, sala da ballo, museo del rock, ristoranti a tema ed alcuni studi televisivi. E ancora hotel 4 stelle con 342 camere, galleria commerciale, food-store.
Più o meno contemporanea la discesa in campo delle associazioni ambientaliste, contrarie alla cementificazione dell’area (Fondo Ambiente Italiano, Italia Nostra Piemonte e Valle d’Aosta, Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Pro Natura Torino, Wwf Piemonte) e con il dito puntato su un progetto giudicato fallimentare almeno stando al bilancio che nel 2009 chiudeva con una perdita di circa 500 mila euro (da sommarsi ai 4,5 milioni di euro degli esercizi precedenti) per un totale dei debiti pari a 10.419.548 euro, un patrimonio di 6.164.500 e un valore dei terreni (acquistati per 5.255.025) di 11.627.024.
Tanti?
Forse pochi, se si considera che nel 2009, il gruppo Clear Leisure Plc, ex Brainspark plc, vantava tra gli azionisti anche Olivetti Multiservice e decine di ramificazioni societarie (ORH di Ora Hotel; Sipiem di Ondaland e della Terra di Endora; So Sushi di Sushi Restaurants).
Finita qui? Neanche per idea.
E’ probabile, infatti, che di Mediapolis si parlerà ancora nell’ambito di un processo, promosso dalla società per risarcimento danni contro la Regione Piemonte, la Città Metropoitana e i comuni di Albiano, Caravino, Ivrea e Vestignè. Tirati in ballo quali soggetti sottoscrittori dell’Accordo di Programma nel 1999 nell’ambito del “Patto territoriale del Canavese”
Gli avvocati Amedeo Rosboch, Claudio Vivani, Alessandro Licci Marini e Alberto Marengo di Torino chiedevano la bellezza di 39.650.000 euro “per il grave danno subito e per la lesione dell’interesse legittimo ad ottenere i provvedimenti altrettanto “legittimi e favorevoli” che, come prefigurato nell’Accordo di Programma, avrebbero consentito l’avvio dell’iniziativa del parco a tema…”.
La causa, stando a quel che ci dicono è in corso ma non è ancora stata fissata la prima udienza. Toccherà al curatore decidere se continuare o meno, nominando uno o più avvocati.
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