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19 Settembre 2013 - 19:39
Il Castello ducale di Agliè (in piemontese ël Castel d'Ajè) è un'elegante ed imponente costruzione situata nel comune di Agliè, in provincia di Torino.
L'edificazione del suo nucleo centrale, del quale sono tuttora identificabili le tracce, è iniziata nel XII secolo per conto della famiglia comitale dei San Martino, originari del Canavese.
Nel 1939 lo Stato acquistò dalla Casa Reale il castello che venne adibito a museo. Negli anni ottantaè stato oggetto di un ulteriore delicato restauro. Attualmente è stato sottoposto ad importanti lavori diconsolidamento statico e restauro che impedivano la visita a buona parte delle sale.
Fa parte del circuito dei castelli del Canavese e, dal 1997, è parte del sito UNESCO Residenze Sabaude.
Annesso al castello vi è un grande parco (circa 320.000 m²) che lo circonda su tre lati. Nel 1839 il parco venne sistemato in forme romantiche, con giardini all'italiana e all'inglese organizzati in terrazze su tre piani. All'ingresso si trova una fontana settecentesca che simboleggia la Dora Baltea che si getta nel Po, opera di Ignazio e Filippo Collino.
Nel XVI secolo il forte si presentava ancora di aspetto medievale, con un maschio centrale, una corte circondata da edifici rurali e un giardino, circondati da una robusta muraglia difensiva e da un fossato. Nel1667 il conte Filippo San Martino, già consigliere della Madama Reale Cristina di Francia, commissionò all'architetto reale Amedeo di Castellamonte la trasformazione della facciata sul giardino, il complesso della cappella di San Massimo (Pietro Cremona realizzò le sculture per l'altare e gli stucchi delle pareti) e le due gallerie, nonché il cortile. Alla sua morte il progetto si interruppe, ma il castello presentava già due corti (una interna, l'altra rivolta verso il paese di Agliè) e la facciata est, con le due torri trasformate in piccoli padiglioni.
Nel 1764 i conti San Martino vendettero la proprietà ai Savoia, che lo inclusero nelle proprietà del Duca del Chiablese Benedetto Maria Maurizio di Savoia, e ne affidarono la ristrutturazione all'architetto Ignazio Birago di Borgaro che intervenne sugli interni realizzando ampi appartamenti; all'esterno fu edificata la chiesa parrocchiale collegata al castello da una galleria a due piani.
Nei primi anni del XIX secolo, durante l'occupazione di Napoleone, il castello di Agliè diventò un ricovero di mendicità, e il parco circostante venne ceduto a privati ed adibito all'agricoltura.
A partire dal 1823 l'edificio rientrò a far parte dei possedimenti di Casa Savoia che, durante il regno di Carlo Felice, apportarono una significativa e costosa ristrutturazione degli interni, rinnovandone inoltre completamente gli arredi. La ristrutturazione venne affidata all'architetto Michele Borda diSaluzzo.
Nel decennio 1830/'40 vennero eseguiti alti lavori, fra i quali il grande lago, il laghetto e le isole che modificarono radicalmente l'aspetto di giardino all'italiana, conferendo all'esterno un aspetto romantico: il tutto ad opera dell'architetto tedesco Xavier Kurten.
La morte della vedova di Carlo Felice, Maria Cristina di Borbone-Napoli, avvenuta nel 1849, segnò il passaggio del castello a Carlo Alberto di Savoia-Carignano (Carlo Felice e Maria Cristina non ebbero eredi diretti), il quale lo lasciò al figlio cadetto Ferdinando di Savoia, duca di Genova.
Nel 1939 il duca Tommaso di Savoia-Genova vendette il castello allo Stato italiano per 8 milioni di lire.
Negli ultimi anni il castello è stato usato come ambientazione per le serie televisive Maria José ed Elisa di Rivombrosa.
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