I cuochi di Amatrice ad Agliè. Sono stati ospiti, nel fine settimana, del ristoratnte “Scudo di Francia” dei titolari Giorgio Cambursano e Debora Grazio. Sono arrivati dal centro Italia per tre serate all’insegna della contaminazione tra sapori e della solidarietà. I ristoratori originari di Amatrice, insieme ai caanvesani, sono riusciti così ad organizzare un evento non solo di raccolta fondi, per aiutare la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto a fine agosto, ma anche per senibilizzare la gente. Ad Agliè sono arrivati Enrico e Veronica Neroni titolari di ristorante Barcollo, rimasto completamente inagibile. Non resta più nulla da fare se non terminare la demolizione dello stabile, situato a 5 km dal centro di Amatrice. Daniele Salupo, detto “Genio” gestiva invece il locale “La piadineria del genio”: completamente distrutto. L’attività, tra l’altro, durata meno nella storia del paese. Aveva aperto la piadineria soltanto il 14 luglio scorso. E’ durata appena un mese. “Una sfiga pazzesca” ci racconta col sorriso e la battuta pronta come se la tragedia non li avesse mai toccato. Nonostante il dramma, questi ristoratori non hanno perso il gusto per la risata tipica di queste regioni. E la loro presenza vivace si è sentitia, in questo fine settimana alladiese, capaci di rallegrare le giornate uggiosi e mettere un po’ di pepe nell’atteggiamento deciasamente più taciturno di noi piemontesi. Hanno preparato specialità fantastiche: hanno portato salumi e formaggi dalla loro regione ed hanno cucinato, nella “cousine” dello Scudo di Francia, salamella di fegato con prosciutto di montagna, coglioni di mulo e corallina, quindi pecorino stagionato di montagna con caciotta di pecora semistagionata, spaghetti all’amatriciana, mezze maniche alla “gricia”, abbacchio al forno con patate, e dulcis in fundo panna cotta con crema di cioccolato alla genziana d’Abruzzo e biscotti artigianali. “E’ nata una amicizia telefonica tramite conoscenze comuni - racconta Enrico Neroni - e abbiamo deciso di promuovere questa iniziativa molto familiare. La cosa più grande che ti rimane è la solidarietà dimostrata, Giorgio non ci conosceva e ci ha messo a disposizione casa e locale. Abbiamo portato affettati e formaggi di Amatrice, materie prime fedelmente utilizzate per l’amatriciana, ed è bello proporla a gente che non l’ha mai mangiata”. Nella mattinata di sabato hanno anche incontrato il sindaco Marco Succio. E lunedì sono partiti verso quel che rimane di Amatrice city. Momentaneamente i coniugi Neroni si sono trasferiti a Roma mentre Daniele fa spola tra Roma e Amatrice. “Abbiamo organizzato varie manifestazioni a Roma, San benedetto del Tronto, Narni in provincia di Terni - raccontano -. Sono le comunità locali ci invitano”.“E’ stata una bella esperienza a livello umano - commenta Debora Grazio - , ci siano messi nei loro panni: e se capitasse a noi? Abbiamo usato il ristorante come tramite, abbiamo fatto dimenticare per tre giorni quello che hanno subito”. Da due mesi Cambursano e Grazio raccolgono fondi con cui vorrebbero aiutare, nel loro piccolo, qualche ristoratore a riprendere l’attività.
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