Auguro a tutti indistintamente un buon 25 Aprile e lo faccio con un senso di tristezza se penso che in questi giorni negli ospedali, sempre più spesso si muore soli e senza il conforto di un familiare e con un senso di riconoscenza nei confronti di tutte quelle persone che dentro e fuori dagli ospedali non si stanno risparmiando nel combattere questo mostro invisibile. Ho difficoltà a ragionare per lo sgomento e la paura del momento ma la memoria della Resistenza mi aiuta a pensare ad una nuova Liberazione, da cui dovrà emergere, me lo auguro, una società diversa dove il ritorno alla normalità, quella di prima non sarà più la stessa, dovrà fare i conti, oltre che con noi stessi anche con una gestione sociale, economica e politica che dovrà necessariamente cambiare e guardare alle cose con un occhio più attento all’uomo e all’ambiente e non sia la finanza ed il profitto a prevalere su ogni cosa. Infatti quella che stiamo vivendo è un’emergenza collettiva, mondiale, un'emergenza che tocca non solo la salute, ma anche tutto il resto. A tutti noi italiani ed europei, al lavoro o chiusi in casa, questa esperienza ci serva per riflettere e capire le vere priorità: salute, ricerca, lavoro, investimenti capaci di farci crescere e garantire servizi efficienti, questo è il compito che la politica dovrà saper interpretare. E’ fondamentale, mentre non ci stanchiamo di ringraziare medici e operatori sanitari e non per il lavoro che stanno facendo o che hanno fatto se guardiamo gli oltre 150 tra medici e infermieri deceduti, riconoscere la grande importanza del servizio sanitario nazionale pubblico, essendo un bene prezioso che va salvaguardato e potenziato. Altrettanto importante è guardare alla nostra Costituzione che ci consente di affrontare anche le più gravi emergenze, senza dover abbandonare le regole democratiche come è avvenuto in qualche paese europeo. Settantacinque anni fa ce la fecero i nostri genitori e i nostri nonni, oggi ce la faremo anche noi. Il 25 Aprile è una data che ricorda la Liberazione da un altro male del secolo scorso, la dittatura e le guerre, e se può sembrare non adatto alla circostanza, vedo una similitudine con la lotta che tutti noi, stiamo compiendo oggi. Abbiamo bisogno più che mai di celebrare la nostra libertà e lo slogan #iorestoacasa va considerato non un isolamento dal mondo ma una sfida che sappia affrontare seriamente i problemi maggiormente sentiti dalla gente in una diversa e più alta socialità.
Vinicio Milani
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