J come Juventus! Oggi parlo della Juventus o meglio della Juve, come viene chiamata dai suoi tifosi, la squadra che ha vinto di più in Italia e che ha più tifosi, che detiene il doppio primato di essere la amata ma anche la più odiata. La Juventus è stata fondata nel 1897 da un gruppo di studenti del liceo classico Massimo d’Azeglio di Torino. Il primo presidente fu Eugenio Cnafari che era tra i soci fondatori insieme al fratello Enrico. La leggenda mista a storia narra che la fondazione dell’allora Sport-Club Juventus avvenne su una panchina la cui riproduzione è ancora oggi conservata allo Juventus Museum. Nel 1900, con il nome di Foot-Ball Club Juventus, la società si iscrisse al suo primo campionato italiano. Cinque anni più tardi vinse il primo scudetto, era il lontano 1905. Dal 1897, anno della fondazione del club bianconero, fino a oggi, il simbolo della Juventus ha cambiato più volte aspetto. La divisa della squadra, infatti, era inizialmente rosa con cravatta o papillon nero e pantaloncini neri, rosa e nero erano i colori sociali del liceo Massimo D’Azeglio, poi nel 1903 passa alla casacca a strisce dopo aver acquistato uno stock di magliette dall’Inghilterra su consiglio di John Savage, il primo calciatore straniero della storia bianconera. Savage aveva chiesto ad un amico di Nottingham di spedirgli un kit di divise del Nottingham Forest, l’amico di Savage era un fan del Notts County e inviò le divise della sua squadra del cuore, dal quel giorno ebbe inizio la storia bianconera della vecchia signora d’Italia. Il primo degli stemmi della Juventus risale al 1905, anno in cui il club cambiò anche i suoi colori originari che erano rosa e nero in quelli che conosciamo oggi, ossia bianco e nero. Questo primo simbolo juventino era ovviamente bicromo e presentava intorno gli svolazzi bianchi ispirati allo scudo della città di Torino del XIX secolo, contenente all’interno l’immagine del toro rampante. In alto, sopra a questo scudo, c’era un nastro bianco con su scritta una frase risalente al I secolo e attribuita al teologo cristiano Paolo di Tarso: “Non coronabitur nisi legitime certaverit”, che significa “Riceve la corona solo chi ha combattuto secondo le regole”. Nei primi anni della sua storia, il club bianconero utilizzò proprio questa frase come motto ufficiale e rappresentativo dello spirito della squadra. Nel 1921 lo stemma della Juventus subì una prima significativa modifica con l’aggiunta dei colori e l’eliminazione di altri elementi. Dal primo logo, infatti, fu prelevato solo lo scudo con le sette strisce bianconere: in questo ovale lo sfondo della parte con il nome del club, scritto a caratteri dorati, e quello della parte con il toro, divenne blu, ispirandosi al blu de Pinedo, tonalità che prese il nome da Francesco De Pinedo, aviatore che descrisse proprio come di un blu quasi elettrico il colore del cielo visto dal suo aereo. Nel 1929 la Juventus cambia il logo con la comparsa della zebra rampante. Lo stemma tornò a essere bicromo e le strisce bianconere diventarono 9: nello scudo in alto troneggiava il nome del team, mentre sotto, appunto, comparve la zebra rivolta verso sinistra, ispirata a un’icona disegnata proprio per il club nel 1928 dal famoso vignettista Carlo Bergoglio. Questo animale fu scelto, ovviamente, per l’analogia cromatica con i colori del club: tuttavia, secondo il disegnatore “Carlin”, l’immagine della zebra in posizione rampante e rivolta verso ovest stava anche a significare “un’antica nobiltà”. Ma nel 1931 la società decise di tornare al modello di dieci anni prima, opportunatamente modificato. Tornarono i colori dorati della scritta, lo sfondo blu e anche il toro al posto della zebra, ma l’immagine dell’animale e della corona divennero più grandi e i caratteri utilizzati più squadrati rispetto a prima. Nel 1940 viene di nuoco cambiato lo stemma che ritorna ai colori originali e quindi allo stemma bicromo e con 7 strisce bianconere; la corona e il toro, invece, assunsero una tonalità grigia. Nel 1971 la società tornò allo sfondo blu e alle scritte dorate ma stavolta fu aggiunta una linea dorata a racchiudere lo scudo che, da ovale, assume una forma leggermente più tonda. Ma la vera rivoluzione nella storia della Juve e del suo stemma fu nel 1979 con la reintroduzione dell’immagine della zebra in posizione rampante abbandonando lo scudo cittadino e di inserire il simbolo societario, realizzato come una silhouette nera, ispirata alla cosiddetta optical art e per questo intervallata da righe diagonali bianche e affiancata da due stelle dorate, ognuna delle quali indica 10 scudetti vinti. Nel 1990 come simbolo la società decise di ritornare al simbolo della tradizione, ossia lo scudo cittadino con il toro con uno sfondo color oro al posto del blu, mentre la scritta resta nera. Le due stelle dorate vennero spostate al di sopra dell’ovale. Nel 2004 le stelle furono tolte, venne mantenuta la scelta bicroma e il color oro rimase solo nella curva sotto il nome, a simboleggiare l’onore del club. La scritta venne impressa in un’area bianca convessa che le conferì quasi un effetto tridimensionale. Per quanto riguarda lo scudo con il toro e la corona, vennero diminuite le dimensioni e il colore diventò nero. Ed eccoci, scudetto dopo scudetto all’attuale stemma della Juventus è stato adottato nel 2017 ed è totalmente diverso da tutti i precedenti loghi bianconeri: non solo non è ricomparsa l’immagine della zebra, ma è stato eliminato anche lo scudo con il toro, la corona e l’ovale stesso. Il club ha deciso di optare per uno stile minimalista estremo che consente la replicabilità del simbolo su qualsiasi tipo e colore di sfondo: il logo adesso è composto semplicemente da una J mauiscola stilizzata, sormontata dalla scritta “Juventus”. La J maiuscola riprende quella inserita nelle maglie da gioco degli anni ’40, mentre le tre righe verticali, e bianconere ovviamente, che la vanno a comporre riprendono la forma di un antico scudo francese. Da simbolo a simbolo dalla sua fondazione ad oggi sono stati tanti i campioni che hanno fatto grande il nome della Juventus, una società di storia, tradizione e di stile. Infine i tifosi della Juventus vengono chiamati gobbi e qui le versioni sono diverse. Per molti è un sinonimo di perché squadra più vittoriosa e quindi fortunata oppure legata all’altro appellativo dei bianconeri “Vecchia Signora” quindi un po’ ingobbita dalla vecchiaia. Altre versioni contrastanti parlano di “gobbi” perché chinati sempre a guardare dall’alto verso il basso gli sconfitti oppure perché durante gli anni del Grande Torino, mito del calcio, erano ingobbiti ingobbiti dalle sonore batoste prese in campionato. Ma forse quella vera è che le prime maglie non aderenti al corpo usate dalla Juventus negli anni ’50, in corsa si gonfiavano sulla schiena come se si formasse una gobba. Scegliete voi la versione che più vi sembra calzante. Favria, 21.08.2022 Giorgio Cortese L’emergenza sangue non va mai in vacanza, prima di partire Ti aspettiamo a Favria MERCOLEDI’ 25 AGOSTO 2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Donate il sangue, donate la vita! Attenzione, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portate sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell. 3331714827- grazie se fate passa parola e divulgate il messaggio Buona giornata. Quando riesco a scorgere un sorriso in tutto ciò che mi circonda, allora mi sembra di aver compreso il senso della vita. Felice sabato.
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.