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IVREA. Spegniamo il computer, accendiamo le coscienze. L'appello di una mamma per una scuola migliore

IVREA. Spegniamo il computer, accendiamo le coscienze. L'appello di una mamma per una scuola migliore
Cari Docenti, come genitore parteciperò allo sciopero DAD del 26 marzo con la volontà di essere, così come riporta il primo punto del manifesto dello sciopero a cui mi appello, “al fianco del personale della scuola, degli studenti e delle famiglie”, un evento che coinvolge tanti, vi vorrei presenti in questa occasione. I miei docenti animavano la scintilla del pensiero critico, del rispetto dei diritti, della volontà di educare e di rendere la scuola, nonostante le innumerevoli difficoltà, un passaggio vitale e fondamentale dove posare le basi del futuro culturale e sociale del singolo nel rispetto della collettività di appartenenza. Come i medici degli ospedali voi siete i medici della scuola, a cui affidiamo studenti di ogni ordine e grado per essere aiutati nel complicato compito di integrarsi e interagire in un mondo fluido e in continuo cambiamento; siete il nostro sostegno, il consiglio, il confronto. A volte è produttivo confrontarsi con un altro che guardi dove un genitore non vede per il suo naturale istinto alla genitorialità. Vorrei poteste spegnere il computer e rientrare nelle vostre aule tra il chiacchiericcio dei vostri studenti, uscire dagli schermi insieme ai vostri ragazzi e accompagnarli perché è questa l’occasione che tutti insieme abbiamo per costruire una nuova scuola: accogliente, sicura, inclusiva e colma di ricchezza educativa. E’ ora di riappropriarci ciascuno del proprio ruolo. Siamo entrambi sminuiti dall’idea che la scuola sia un “parcheggio”: noi come genitori “parcheggiatori”, voi come titolari di quel parcheggio, sottintendendo che la scuola sia un inutile luogo di permanenza temporanea. Ammiro la capacità con cui vi siete reinventati docenti a distanza, ma alla scuola appartengono contenuti sociali ed educativi indispensabili che vanno oltre il programma, le verifiche e le valutazioni. Oltre che insegnanti, così come noi genitori, voi siete educatori col compito di condurre a un conveniente livello di maturità intellettuale e morale i vostri alunni , i nostri figli. Nella drammaticità del presente che stiamo vivendo, la scuola è parte della VITA, strumento indispensabile per guardare al futuro con speranza, ed è adesso che dobbiamo porre l’attenzione su di essa per chiedere di avere quanto si meritano tutti gli attori che abitano la scuola. Col cuore in mano vi chiedo di rimandare le verifiche scritte e le interrogazioni di questo venerdì straordinario che ci attende, per lasciare che i ragazzi scendano in piazza liberi dal timore di perdere una valutazione, stando al loro fianco spegnendo il computer per riaccendere le coscienze. Agata C.
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