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IVREA. Mozione all'unanimità perché la tratta ferroviaria Chivasso-Aosta sia inserita nel piano strategico della Città Metropolitana

IVREA. Mozione all'unanimità perché la tratta ferroviaria Chivasso-Aosta sia inserita nel piano strategico della Città Metropolitana

 

La riqualificazione della linea ferroviarie Chivasso-Aosta dovrà essere tra i temi portanti del piano strategico, in fase di elaborazione da parte della Città Metropolitana. Concorde, su quest' obiettivo, tutto il Consiglio Comunale di Ivrea. Lunedì scorso, all'unanimità, è passata una mozione, che sta girando in vari Comuni, promossa da associazioni del territorio (Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Circoli Legambiente di “Chivasso”, “Pasquale Cavaliere” di Caluso, “Dora Baltea” di Ivrea, “Valle d’Aosta”, Ass.ne Utenti Ferrovia Chivasso-Ivrea-Aosta e Ass.ne Pendolari Stanchi VDA), dal titolo "ripresa di una iniziativa territoriale a favore della linea ferroviaria tra Piemonte e Valle d'Aosta".

Ivrea consiglio comunale2015A portarcela sul tavolo il gruppo del Pd, con un emendamento, su proposta di Tognoli, aggiunto sul momento, proprio al fine di sollecitare la Città Metropolitana. Quattro le richieste: il raddoppio selettivo dei binari da Chivasso a Ivrea, la drastica riduzione dei passaggi a livello nel territorio piemontese, il completamento del quarto binario alla stazione di Ivrea, l'ammodernamento ed efficientamento della tratta Ivrea-Aosta.

Tutto fattibile? Niente affatto, secondo il capogruppo Pd Fabrizio Dulla. "Le criticità sono dovute anche alla morfologia del territorio – ha premesso Dulla – ma credo che il ruolo della politica sia quello di farsi portavoce delle esigenze della collettività, mediare con gli enti superiori e attivare un canale di comunicazione con il Ministero. Credo che alcuni punti, come l'elettrificazione, siano di notevole portata economica, sicuramente l'intervento che si può realizzare nel breve periodo e con il minimo impatto a livello di spesa sia la soppressione dei passaggi a livello".

Un libro dei sogni, insomma. "E' una pia illusione – ha commentato infatti Alberto Tognoli della "Lista dei Cittadini" -. 43 anni fa comincia ad utilizzare questa linea per recarmi al Politecnico ed è rimesta sempre la stessa. Si potrebbe addivenire a soluzioni meno costose. Penso al sottopasso di via Verdi, al problema del collegamento con l'ex area Montefibre".

Un'illusione, ma non tanto quanto fu il farsesco annuncio dei 500milioni di euro di investimento euro che fu ventilato dal senatore ed allora Presidente della Commissione Trasporti Esposito all'incontro in Santa Marta il 4 novembre del 2013. Una presa per i fondelli. "C'ero anch'io – ha commentato infatti Francesco Comotto di "Viviamo Ivrea" –. Quando si sparano certe cifre è bene stare accorti". "Quei 521 milioni, di cui parlava il Senatore, e lo dissi anche a lui, era una boutade – ci è andato ancor meno per il sottile Tommaso Gilardini del centrodestra - . Voto favorevole a questa mozione sperando nel futuro".

Ma anche guardando al passato. Secondo Gilardini "200 anni fa c'era più civiltà, era più facile raggiungere Torino allora che non oggi". Nel 1848 fu infatti inaugurata la linea Chivasso-Ivrea, nel 1866 il collegamento con Aosta, ma in questo caso solo grazie alla volontà di privati, per trasportare il carbone dalle miniere. "Una linea nata prima del Regno d'Italia" come ha ricordato Maurizio Perinetti, eppure lasciata allo sfacelo. "Il 10 luglio 2014 – a ricordato Perinetti – abbiamo inviato come Pd un documento a Fassino sollevando la necessità di inserire tra gli obiettivi strategici della Città Metropolitana il trasporto, puntando sulla linea ferroviaria e sulla ex 460. Concordo con Tognoli".

Non sono mancate divergenze di vedute sul futuro del sistema ferroviario. Blasotta del Movimento 5 Stelle: "caso vuole che proprio l'altra sera, alla trasmissione Report, la Gabanelli parlasse delle tratte e della vicenda giudiziaria. L'Italia ha scelto di puntare sull'alta velocità. Altre nazioni, come l'Inghilterra, han propeso per una via di mezzo, adottando un sistema in cui i treni veloci e quelli normali possono usare gli stessi binari". Gilardini: "sono assolutamente favorevole all'alta velocità, credo sia un grande progresso andare in tre ore a Milano, ma se diventa un viaggio della speranza non è dignitoso per la popolazione".

 
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