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IVREA. Comdata: i contagiati sono tre e non uno

L'azienda conferma. I contagiati sono tre e non uno come s'era detto ieri. Se ne sono aggiunti: Uno nel reparto assicurativo e l'altro negli uffici EQF (qualità e formazione). Intanto la sanificazione iniziata ieri è stata completata, la documentazione è stata inviata all'Asl e si è in attesa di una decisione.  La verità è che due casi accertati di “Coronavirus” in un luogo di lavoro in cui si contano più di 300 persone non potevano e non possono essere presi sottogamba o chiudersi con una semplice “pulizia” dei locali, così come si sta ventilado. E vero che l'azienda sta portando avanti il progetto di telelavoro e incrementando il numero di persone che possono lavorare da casa su iliad  e su Tim, ma è troppo tardi. E sono i tanti ad aspettarsi nei prossimi giorni una vera e propria “messa in quarantena”  anche perchè fino a 10 giorni fa, qui in via Jervis a Ivrea, si è lavorato, per esempio nell’area che si occupa del “187”,  in totale promiscuità e  in isole con 6 postazioni distanziate le une dalle altre di 70 max 80 centimetri e con turni che si sovrapponevano nella stessa “isola” senza alcuna pulizia approfondita delle attrezzature. Che è un po’ come dire, a gente che parla tutto il giorno al telefono e magari pure tossisce, “prenditi il Coronavirus”. Poi ad un certo punto, s’intende quando ormai la bomba del Coronavirus era scoppiata e nascevano le “zone rosse”, la decisione di fornire ogni isola di un disinfettante alcolico per le mani, un rotolo di carta e uno spruzzino per la pulizia fai-da-te. Insomma, tutto demandato al buon cuore degli impiegati. Infine la decisione di distanziare le postazioni a scacchiera di almeno un metro di distanza. Nessuna precauzione invece nei luoghi di aggregazione, alla macchinette del caffè, nei bagni e negli spazi relax. Tardi…. Troppo tardi…
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