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Il caffè!

Il caffè! Di solito prendo il caffè in casa dopo pranzo, ma quando sono in giro per lavoro o quando mi ritrovo con degli amici al sabato mattina, prendo il caffè al bar ed è bello come le persone si ritrovino a prendere un caffè intrecciando emozioni dell’animo, ed allora sento frammenti die frasi come: “Ti debbo parlare." "Prego, dimmi tutto." "Veramente preferirei parlarti davanti a un caffè. Oggi tocca a me offrire." "No, ti sbagli, tocca a me: ieri hai pagato tu." "D'accordo, ma andiamo, che devo dirti una cosa importante…" Uno di questi giorni mi è venuto da riflettere se mi trovassi a prendere un caffè ad esempio con Platone, pensate io e lui seduti allo stesso tavolino, lo guarderei negli occhi, è importante guardarsi negli occhi quando si prende il caffè, mentre giro il cucchiaino senza zucchero, per farlo raffreddare, allora gli direi: “Maestro, mi perdoni questa banale osservazione, sa sempre che ci chiediamo cos'è la vita? La coscienza e, la libertà di non sapere!” Forse il sapere di non sapere ci dilania, questo è vero, ma davanti ad una buona tazzina di caffè la consapevole “ignoranza” che mi accomuna a tanti, per incanto svanisce tra il contorto significato delle parole come quella sul prezzo della tazzina di caffè, se debba aumentare o no, per lasciare il posto a una rilassante constatazione: “Il caffè è un miracoloso toccasana per la nostra anima, non trovate?” Favria, 14.09.2019 Giorgio Cortese Nella vita, i vizi, le virtù, le verità, le falsità, l’amore, l’odio, abbiamo dentro tutto questo nell’animo, e tocca noi cosa scegliere di mettere fuori.
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