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09 Aprile 2025 - 19:44
Nel giorno in cui un ex presidente americano, scivolato nell’autocaricatura, insulta l’Europa col linguaggio di un ubriaco da saloon, nel cuore di Roma, nel cuore dell’Italia, un Re entra in Parlamento e ci ricorda — con grazia, con umiltà, con verità — chi siamo e cosa dovremmo essere.
Il suo nome è Carlo. Non è italiano. Non è repubblicano. Non è nemmeno giovane.
Eppure oggi, è stato più italiano, più repubblicano e più moderno di chi da anni siede nelle aule del potere senza mai avere il coraggio di pronunciare le parole che contano.
In piedi, davanti alle Camere riunite, ha parlato nella lingua di Dante, quella che noi stessi stiamo profanando ogni giorno, nei talk show, nei post sgrammaticati dei ministri, nei decreti urlati. Ha citato Falcone, Garibaldi, Shakespeare, la Resistenza, la scienza, la natura. Ha ricordato Paola Del Din, partigiana vera, donna, guerriera, paracadutata ottant’anni fa per liberare questa terra dal nazifascismo.
Paola, 101 anni oggi. Ignorata da chi dovrebbe celebrarla, onorata da un sovrano straniero.
“So che oggi tutti noi pensiamo a Paola – e rendiamo omaggio al suo coraggio”, ha detto Carlo. E l’Aula si è alzata. Applausi. Commossi. Sorprendenti. Una standing ovation per una partigiana, nel Parlamento dove mai, mai, nessun leader di governo ha osato usare quella parola: antifascismo.
E intanto, fuori, Roma si tinge di umano.
La Regina Camilla, elegante, regale ma presente, passa davanti a una gelateria accanto a Montecitorio. Il pasticcere Giolitti esce e le regala una coppetta di gelato al caramello. Lo gusta. Sorride. Non è un gesto di protocollo. È un gesto sincero, un piccolo atto d’amore verso il Paese che sta visitando. Un Paese che spesso dimentica quanto valga.
Poi, il fuori programma più tenero della giornata:
alla fine della sua visita all’Istituto Alessandro Manzoni, Camilla riceve un dono. Una pizza al taglio, rotonda, romana. Dentro una scatola di cartone. Offerta con il cuore.
“Che bella, me la mangerei!” dice, sorpresa e felice, tra bambini, genitori e giornalisti.
Un regalo semplice. Un dono vero. E in quella pizza c’è l’essenza del nostro Paese: convivialità, calore, accoglienza.
Un cibo povero che diventa ricchezza culturale. Una scatola di cartone che vale più di mille cerimonie blindate.
E così, mentre il mondo si sbriciola tra arroganze, guerre e crisi di civiltà, a Roma succede qualcosa di antico e prezioso. Un Re parla con la misura che manca ai politici. Una Regina si lascia incantare dal cibo e dai bambini. E noi, popolo smarrito, ricordiamo per un attimo cos'è la decenza, la memoria, l’onore.
Re Carlo non è venuto a dare lezioni. Ma le ha date. Senza volerlo. E proprio per questo, sono servite.
Ha citato Dante, chiudendo con i versi più belli, più struggenti, più necessari:
“E quindi uscimmo a riveder le stelle.”
E per un istante, abbiamo davvero alzato lo sguardo.
Abbiamo rivisto le stelle della nostra Costituzione, delle lotte partigiane, dei morti per la libertà, delle donne coraggiose, degli uomini giusti. Abbiamo rivisto l’Italia che vale la pena di difendere. Quella che sa chi era Paola Del Din. Quella che fa dono di una pizza. Quella che non ha bisogno di slogan, ma di storie vere.
Oggi, in Parlamento, non ha parlato un Re.
Ha parlato la memoria.
E ci ha ricordato che un popolo che dimentica chi lo ha liberato, è un popolo che rischia di incatenarsi di nuovo.
E allora grazie, Carlo.
Per averci parlato nella nostra lingua.
Per aver onorato la nostra storia.
Per aver mangiato il nostro gelato.
Per aver accettato la nostra pizza.
E per averci fatto, anche solo per un giorno, rivedere le stelle.
Carlo III nel suo discorso al Parlamento italiano ha fatto un richiamo a Paola Del Din, simbolo della lotta di Liberazione e unica Medaglia d'Oro al Valor Militare della Resistenza ancora vivente, per il suo servizio come agente dello Special Operations Executive (Soe) britannico durante la Seconda guerra mondiale.
La partigiana friulana della Brigata Osoppo, che a 101 anni è tra gli ultimi testimoni delle operazioni dietro le linee compiute dai servizi segreti di sua maestà, aveva ricevuto gli auguri del sovrano, tramite l'ambasciatore britannico in Italia Edward Llewellyn, dopo aver superato il secolo di vita nel 2023, oltre a quelli del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che l'aveva citata in una sua lettera al Corriere della Sera in occasione del primo 25 aprile da premier.
Del Din fu addestrata dal Soe e paracadutata in Friuli esattamente 80 anni fa: proprio oggi ricorre infatti l'anniversario dell'inizio della missione Bigelow a cui era stata assegnata la patriota. "So che in questo giorno stiamo tutti pensando a Paola, che ora ha 101 anni, e rendiamo omaggio al suo coraggio", ha dichiarato Carlo III nel suo intervento alle Camere riunite. Del Din prima di entrare ufficialmente tra le file del Soe nell'estate del 1944 aveva compiuto su incarico della Osoppo e del maggiore Manfred Czernin, ufficiale di collegamento britannico paracadutato in Friuli, un'altra missione ad alto rischio per portare documenti top secret al comando alleato superando la linea del fronte a Firenze. Inoltre ha sempre mantenuto un legame forte col Regno Unito, andando diverse volte a Londra nel dopoguerra, e con alcuni ufficiali conosciuti durante l'addestramento come agente.
Tra le altre citazioni storiche di re Carlo c'è stato anche il riferimento alla grande passione dei britannici per Garibaldi, ben rappresentata dai biscotti inglesi che portano il suo nome, e quello ai soldati del Regno e del Commonwealth che combatterono a fianco degli italiani nella Prima guerra mondiale.
Presidenti del Senato e della Camera dei deputati, Membri del Governo, Senatori, Deputati, Autorità, Signore e Signori:
Sono enormemente onorato di essere stato invitato qui oggi, e molto grato al Presidente Mattarella per il suo gentile invito a compiere una visita di Stato in Italia.
È molto importante per La Regina, e per me, tornare in Italia per la nostra prima visita dopo l’incoronazione. Il momento è ancora più speciale per entrambi, dato che, oggi, ricorre anche il nostro ventsimo anniversario di matrimonio.
E, per altro, spero di non stare rovinando la lingua di Dante… così tanto da non essere più invitato in Italia.
Above all, it is a signal honour to have been asked to speak to you all this afternoon – the first time that a British Sovereign has addressed the entire Italian Parliament, this fundamental democratic institution.
Italy is, as I hope you know a country very dear to my heart and that of The Queen – as it is to so many of our countrymen and women.
Presidents of the Senate and of the Camera, Prime Minister, Senators, Deputies, Institutional Representatives, Ladies and Gentlemen:
I am enormously touched to have been invited here today, and most grateful to President Mattarella for his kind invitation to make a State Visit to Italy.
It means a very great deal to The Queen and myself to return to Italy for our first visit since my Accession. The timing is all the more special to us both since today also marks our twentieth wedding anniversary.
And by the way I hope I’m not ruining Dante’s language so much that I’m no never invited to Italy again.
Above all, it is a signal honour to have been asked to speak to you all this afternoon – the first time that a British Sovereign has addressed the entire Italian Parliament, this fundamental democratic institution.
Italy is, as I hope you know a country very dear to my heart and that of The Queen – as it is to so many of our countrymen and women.
I have made eighteen official visits over the past forty years to the Belpaese. It has been one of the pleasures of my life to come to know this irresistible country, and from Turin to Palermo, Verona to Naples, Florence to Trieste, I have learned a little more about this nation and have come to admire it even more.
Like any old friend, I have been with you at happier moments and sadder moments in your national life. For instance, I will never forget my visit to Venice with The Queen in 2009, where we saw the magnificently restored La Fenice Opera House – or to Amatrice in 2017, in the aftermath of that tragic earthquake.
So I am here today with one purpose: to reaffirm the deep friendship between the United Kingdom and Italy, and to pledge to do all in my power to strengthen that friendship even further in the time that is granted to me as King.
Our ties go back over two millennia – to those ancient Roman visitors who arrived on our windswept shores. It was the Romans who gave Britons the idea of putting a King’s head on coins – so I am especially grateful to them…
My own Coronation in Westminster Abbey took place on the famous Cosmati pavement, laid by British and Italian craftsmen in 1268 – a shared foundation indeed.
And another foundation in which Britain is proud to have played its part is the support our country leant to the unification of Italy. As Garibaldi landed near Marsala in Sicily in May 1860, two Royal Navy warships stood watch. Garibaldi was, as you know, hugely admired in Britain. When he visited in 1864 to thank the British people for their support, Garibaldimania gripped the country. Some half a million people came to greet him in London. There was even a biscuit named after Garibaldi – the ultimate mark of British esteem!
Many of the heroes of Italy’s unification – including Cavour and Mazzini – spent time in the United Kingdom.
Through the centuries, ever since Italian merchants docked in Southampton in the fourteenth century, and moneylenders from northern Italy settled in the appropriately-named Lombard Street in London, our peoples have traded with each other, inspired each other, learnt from each other.
From the wonders of the Renaissance to the Industrial Revolution, to scientific pioneers such as Guglielmo Marconi, who refined his genius in the U.K., before transforming the world. Nearly a third of Shakespeare’s plays were set here in Italy, just as Italian artists have drawn inspiration from the Bard.
And we have benefitted hugely from your influence over what we wear, what we drink and what we eat. I can only hope you will forgive us for occasionally corrupting your wonderful cuisine! We do so with the greatest possible affection…
So we are two peoples, and two nations, whose stories are deeply intertwined – including, of course, with that of our European continent. We are both, after all, European countries.
Yesterday, I laid a wreath at the Tomb of the Unknown Soldier. Inscribed on its marble are words recalling the British Forces who fought alongside Italian Forces in the First World War. In a few weeks’ time, we will mark the eightieth anniversary of the end of the Second World War in Europe.
We will remember the terrible price of war – and of the precious gift of peace. At Anzio and Monte Cassino last year and in Sicily the year before, we have remembered the British and Allied servicemen who gave their lives in the liberation of this country eighty years before – including more than 45,000 from Commonwealth nations, and almost 30,000 from the United Kingdom. My grandfather, King George VI, visited British and Allied troops in July and August 1944, staying at an H.Q. near Arezzo.
Tomorrow in Ravenna, as King of the United Kingdom and of Canada, I will have the great honour of commemorating the eightieth anniversary of the liberation of that province, together with President Mattarella, in which British, and Canadian Forces played a key role. And, as Head of the Commonwealth, it will be my signal privilege to recall the indispensable role played by many troops from the Commonwealth, as well as other Allied nations.
And we remember, too, the terrible suffering of the Italian civilian population – as well as the heroism of the resistance, including Paola Del Din, trained by the Special Operations Executive and dropped by parachute to carry out her mission in support of the Allies eighty years ago today. I know that we are all thinking of Paola, now 101, on this day – and salute her courage.
Permettetemi, anche, di esprimere la nostra profonda gratitudine alle molte centinaia di coraggiosi civili italiani che hanno dato rifugio ai soldati britannici e alleati, rischiando così la propria vita.
Let me also record our profound gratitude to the many hundreds of brave Italian civilians who gave refuge to British and Allied soldiers, thereby risking their own lives.
Today, sadly, the echoes of those times – which we fervently hoped had been consigned to history – reverberate across our continent. Our younger generations can now see in the news every day on their smartphones and tablets that peace is never to be taken for granted. Britain and Italy stand today united in defence of the democratic values we share.
Our countries have both stood by Ukraine in her hour of need – and welcomed many thousands of Ukrainians requiring shelter. Our Armed Forces stand side by side in N.A.T.O. We are grateful beyond measure for the role Italy plays in hosting key N.A.T.O. bases and taking a leading role in so many overseas operations. In a few weeks’ time, the Royal Navy’s Carrier Strike Group, led by the aircraft carrier H.M.S. Prince of Wales, will exercise alongside Italian Forces in the Mediterranean – a powerful symbol of our cooperation.
So too is our project to build our next generation fighter aircraft together through the Global Combat Air Programme – alongside Japan. It will generate thousands of jobs in our countries and speaks volumes about the trust we place in each other. We work closely together in the G-7 – as we did during your G-7 Presidency last year, whose Ministerial meetings set a new record for energy and activism.
Just as we stand together in defence of our values, so too we stand together in defence of our planet. From the droughts in Sicily to the floods in Somerset, both our countries are already seeing the ever-more damaging effects of climate change. The last time I spoke in this Parliament building was to a special meeting devoted to climate change – I can hardly believe it is sixteen years ago now.
So, I hope you will forgive me for saying that the warnings I offered then about the urgency of the climate challenge are depressingly being borne out by events… Extreme storms normally seen once in a generation now characterise every year… Countless precious plant and animal species face extinction in our lifetimes. So much is at stake.
Italy’s own natural heritage is blessed with extraordinary riches. Indeed, Italy remains home to the highest number of animal species in Europe…
Perhaps Rome’s greatest poet, Virgil, understood profoundly the respect that was due to Nature. He was, it might be said, the father of sustainable farming, a cause I have supported my whole life. In his Georgics he spoke about respecting the natural cycles of the land, the importance of pollination by bees, soil conservation and even the value of composting and organic matter! For example, this from a well-known Italian translation of Book 1:
“Purché non ti spiaccia saturare i terreni aridi con grasso letame. Così anche mutando coltura i campi riposano; e frattanto, sebbene inarata, la terra ti darà il suo frutto”. [From : Virgilio, Georgiche, trans. Luca Canali] [Georgics 1.79-83]
So it is deeply encouraging to see both our countries working together to tackle biodiversity loss and cut emissions. I can only applaud Italian entrepreneurs for their pioneering achievements; from the world’s first geothermal power plant to the first nationwide roll-out of smart meters. Earlier today, I was delighted to meet with Italian and British business leaders whose collaboration, innovation and investment in clean growth are so vital to our energy transition – upon their success all our futures depend.
Ladies and Gentlemen, at the heart of everything I have described is one common denominator, one golden thread, our greatest asset – our people.
It is our citizens, and especially our young people, who are adding, piece by piece, to the intricate mosaic that makes up the relationship between our countries.
Much of that is thanks to over 450,000 Italians who make their home in the United Kingdom – across Scotland, Wales, Northern Ireland and England – as well as to the tens of thousands of British citizens who live across Italy and the millions who visit in each direction. We are inordinately proud of the fact that London is the city with the highest number of Italians living overseas.
Our business ties are flourishing – from green power to life sciences, from aerospace to services.
The U.K. is the fifth largest investor in Italy and last year Italy was the U.K.’s sixth largest source of foreign direct investment projects – figures which speak for themselves.
Our cultures continue to have a huge impact on each other.
Tomorrow, I look forward to seeing this in Ravenna, where Byron is remembered fondly alongside Dante, and to seeing the wonderful Byzantine mosaics of that beautiful city.
Where, two hundred years ago, we sent poets, today we delight in each other’s music – whether it is the wonder of Italian opera at Covent Garden – or Ed Sheeran at the Stadio Olimpico.
Ladies and gentlemen,
Italy will always be in my heart. Just as my beloved mother never forgot her wonderful twenty-fifth birthday at Tivoli in 1951 – or her stop in Capaci many years later in 1992, where she paid tribute just days after his murder to your legendary anti-mafia prosecutor, Giovanni Falcone.
Ladies and Gentlemen,
I nostri due Paesi si trovano alle estremità del continente europeo.
Il nostro è un insieme di isole spazzate dal vento, il vostro una penisola baciata dal sole.
Diversi sotto molti aspetti.
Our two countries stand at different ends of the European continent.
Ours a collection of windswept islands, yours a sun-drenched peninsula.
Different in so many ways.
But we have found, I believe, over the years that those differences complement each other rather well.
That has been true in centuries past. And it is emphatically true today.
Let that be the spirit in which our two nations come together to approach the future.
Fiduciosi che, qualunque siano le sfide e le incertezze che inevitabilmente affrontiamo come nazioni, nel nostro continente e oltre, ora e in futuro, possiamo superarle insieme, e lo faremo insieme.
E quando lo avremo fatto, potremo dire, con Dante: “e quindi uscimmo… a riveder le stelle”.
Confident – whatever the challenges and uncertainties we inevitably face as nations and in our neighbourhood, now and in the future – that we can, and we will, overcome them together.
And when we have done so, we may echo Dante and say: “e quindi uscimmo a riveder le stelle.”
IN ITALIANO
Presidenti del Senato e della Camera dei deputati, Membri del Governo, Senatori, Deputati, Autorità, Signore e Signori:
Sono profondamente onorato di essere stato invitato qui oggi e molto grato al Presidente Mattarella per il suo gentile invito a compiere una visita di Stato in Italia.
È molto importante, per la Regina e per me, tornare in Italia per la nostra prima visita dopo l’incoronazione. Questo momento è ancora più speciale per entrambi, dato che oggi ricorre anche il nostro ventesimo anniversario di matrimonio.
E, tra l’altro, spero di non stare rovinando la lingua di Dante… così tanto da non essere più invitato in Italia.
Soprattutto, è un onore eccezionale essere stato invitato a parlare davanti a voi questo pomeriggio – è la prima volta che un sovrano britannico si rivolge all’intero Parlamento italiano, questa fondamentale istituzione democratica.
L’Italia è, come spero sappiate, un Paese molto caro al mio cuore e a quello della Regina – come lo è per molti dei nostri connazionali.
Ho compiuto diciotto visite ufficiali negli ultimi quarant’anni nel Belpaese. È stato uno dei piaceri della mia vita conoscere meglio questo Paese irresistibile, e da Torino a Palermo, da Verona a Napoli, da Firenze a Trieste, ho imparato qualcosa in più su questa nazione e ho imparato ad ammirarla ancora di più.
Come un vecchio amico, vi sono stato accanto nei momenti felici e in quelli tristi della vostra storia nazionale. Non dimenticherò mai, per esempio, la mia visita a Venezia con la Regina nel 2009, quando vedemmo il magnificamente restaurato Teatro La Fenice – o quella ad Amatrice nel 2017, dopo il tragico terremoto.
Sono qui oggi con un solo scopo: riaffermare la profonda amicizia tra il Regno Unito e l’Italia, e impegnarmi a fare tutto ciò che è in mio potere per rafforzare ulteriormente questo legame nel tempo che mi è concesso come Re.
I nostri legami risalgono a oltre due millenni – agli antichi Romani che giunsero sulle nostre coste battute dal vento. Furono i Romani a dare agli abitanti della Britannia l’idea di mettere la testa di un re sulle monete – quindi, gliene sono particolarmente grato…
La mia incoronazione, nell’Abbazia di Westminster, si è svolta sul celebre pavimento Cosmati, realizzato nel 1268 da artigiani britannici e italiani – una base comune, davvero.
E un’altra base in cui la Gran Bretagna è orgogliosa di aver avuto un ruolo è il sostegno che il nostro Paese ha dato all’unità d’Italia. Quando Garibaldi sbarcò vicino Marsala, in Sicilia, nel maggio 1860, due navi da guerra della Royal Navy erano lì a vigilare. Garibaldi era, come sapete, ammiratissimo nel Regno Unito. Quando visitò l’Inghilterra nel 1864 per ringraziare il popolo britannico del sostegno ricevuto, scoppiò la “Garibaldimania”. Circa mezzo milione di persone vennero ad accoglierlo a Londra. Esisteva persino un biscotto chiamato “Garibaldi” – il massimo segno di stima britannica!
Molti degli eroi del Risorgimento italiano – tra cui Cavour e Mazzini – trascorsero del tempo nel Regno Unito.
Nel corso dei secoli, da quando i mercanti italiani attraccavano a Southampton nel XIV secolo, e i banchieri del Nord Italia si stabilirono nella simbolicamente chiamata Lombard Street a Londra, i nostri popoli hanno commerciato tra loro, si sono ispirati a vicenda, hanno imparato l’uno dall’altro.
Dalle meraviglie del Rinascimento alla Rivoluzione Industriale, fino ai pionieri della scienza come Guglielmo Marconi, che perfezionò il suo genio nel Regno Unito prima di trasformare il mondo. Quasi un terzo delle opere di Shakespeare è ambientato qui, in Italia, così come tanti artisti italiani hanno tratto ispirazione dal Bardo.
Abbiamo beneficiato enormemente della vostra influenza su ciò che indossiamo, beviamo e mangiamo. Posso solo sperare che ci perdonerete se, di tanto in tanto, corrompiamo la vostra meravigliosa cucina! Lo facciamo con il massimo affetto…
Siamo dunque due popoli, due nazioni, le cui storie sono profondamente intrecciate – comprese, ovviamente, quelle del nostro continente europeo. Siamo entrambi, dopotutto, Paesi europei.
Ieri ho deposto una corona d’alloro presso il Sacrario del Milite Ignoto. Sul marmo sono incise parole che ricordano le Forze britanniche che combatterono al fianco di quelle italiane nella Prima Guerra Mondiale. Tra poche settimane celebreremo l’ottantesimo anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale in Europa.
Ricorderemo l’atroce costo della guerra – e il dono prezioso della pace. Ad Anzio e Montecassino, lo scorso anno, e in Sicilia, quello precedente, abbiamo ricordato i soldati britannici e alleati che hanno sacrificato la vita per liberare questo Paese ottant’anni fa – oltre 45.000 provenienti dalle nazioni del Commonwealth, e quasi 30.000 dal Regno Unito. Mio nonno, Re Giorgio VI, visitò le truppe britanniche e alleate nel luglio e agosto del 1944, soggiornando in un quartier generale vicino ad Arezzo.
Domani, a Ravenna, come Re del Regno Unito e del Canada, avrò il grande onore di commemorare l’ottantesimo anniversario della liberazione di quella provincia, insieme al Presidente Mattarella, dove le forze britanniche e canadesi ebbero un ruolo decisivo. E, come Capo del Commonwealth, sarà per me un privilegio ricordare l’indispensabile contributo dei tanti soldati del Commonwealth e delle altre nazioni alleate.
Ricorderemo anche le terribili sofferenze della popolazione civile italiana – e l’eroismo della Resistenza, tra cui Paola Del Din, addestrata dal Special Operations Executive e lanciata con il paracadute per compiere la sua missione a sostegno degli Alleati, proprio ottant’anni fa, in questo stesso giorno. So che oggi tutti noi pensiamo a Paola, che ha ora 101 anni – e rendiamo omaggio al suo coraggio.
Permettetemi, anche, di esprimere la nostra profonda gratitudine alle molte centinaia di coraggiosi civili italiani che diedero rifugio ai soldati britannici e alleati, rischiando così la propria vita.
Oggi, purtroppo, gli echi di quei tempi – che speravamo ardentemente fossero relegati alla storia – risuonano di nuovo nel nostro continente. Le nuove generazioni possono ora vedere ogni giorno, nelle notizie sui loro smartphone e tablet, che la pace non può mai essere data per scontata. Gran Bretagna e Italia oggi sono unite nella difesa dei valori democratici che condividiamo.
I nostri Paesi hanno sostenuto l’Ucraina nella sua ora più buia – e accolto migliaia di cittadini ucraini in cerca di rifugio. Le nostre Forze Armate sono fianco a fianco nella NATO. Siamo infinitamente grati per il ruolo che l’Italia svolge nell’ospitare importanti basi NATO e nel partecipare a numerose operazioni all’estero. Tra poche settimane, il gruppo d’attacco navale britannico guidato dalla portaerei H.M.S. Prince of Wales parteciperà a esercitazioni con le Forze Armate italiane nel Mediterraneo – un potente simbolo della nostra cooperazione.
Lo è anche il nostro progetto comune per realizzare la prossima generazione di aerei da combattimento con il Global Combat Air Programme – insieme al Giappone. Genererà migliaia di posti di lavoro nei nostri Paesi e dimostra la fiducia reciproca che ci lega. Lavoriamo fianco a fianco nel G7 – come accaduto durante la vostra presidenza dell’anno scorso, le cui riunioni ministeriali hanno stabilito un nuovo primato per energia e attivismo.
Così come siamo uniti nella difesa dei nostri valori, lo siamo nella difesa del nostro pianeta. Dalle siccità in Sicilia alle inondazioni nel Somerset, entrambi i nostri Paesi stanno già sperimentando gli effetti sempre più devastanti del cambiamento climatico. L’ultima volta che parlai in questo edificio del Parlamento fu in un incontro speciale dedicato proprio al clima – è incredibile pensare che siano già passati sedici anni.
Spero mi perdonerete se dico che gli avvertimenti lanciati allora sull’urgenza della sfida climatica si stanno tristemente avverando… Tempeste estreme che un tempo si verificavano una volta in una generazione sono ormai la norma. Innumerevoli specie vegetali e animali rischiano l’estinzione entro le nostre vite. In gioco c’è moltissimo.
Il patrimonio naturale italiano è straordinariamente ricco. L’Italia ospita ancora oggi il maggior numero di specie animali in Europa…
Forse il più grande poeta di Roma, Virgilio, aveva compreso profondamente il rispetto dovuto alla Natura. Si può dire che sia stato il padre dell’agricoltura sostenibile, una causa che ho sempre sostenuto. Nelle sue Georgiche parlava del rispetto dei cicli naturali della terra, dell’importanza dell’impollinazione delle api, della conservazione del suolo e persino del valore del compost e della materia organica. Come dice un celebre passaggio della traduzione italiana del libro I:
“Purché non ti spiaccia saturare i terreni aridi con grasso letame. Così anche mutando coltura i campi riposano; e frattanto, sebbene inarata, la terra ti darà il suo frutto.”
È quindi profondamente incoraggiante vedere i nostri due Paesi lavorare insieme per contrastare la perdita di biodiversità e ridurre le emissioni. Posso solo applaudire gli imprenditori italiani per i loro risultati pionieristici: dalla prima centrale geotermica del mondo alla diffusione nazionale dei contatori intelligenti. Questa mattina, ho avuto il piacere di incontrare leader economici italiani e britannici, la cui collaborazione, innovazione e investimento nella crescita verde sono vitali per la nostra transizione energetica – dal loro successo dipende il nostro futuro.
Signore e Signori, al centro di tutto ciò che ho descritto c’è un denominatore comune, un filo d’oro, la nostra risorsa più grande: le persone.
Sono i nostri cittadini, e in particolare i nostri giovani, a costruire – tassello dopo tassello – il mosaico intricato che compone la relazione tra i nostri Paesi.
Molto di ciò lo dobbiamo ai 450.000 italiani che vivono nel Regno Unito – in Scozia, Galles, Irlanda del Nord e Inghilterra – così come alle decine di migliaia di cittadini britannici che vivono in Italia, e ai milioni che viaggiano nei due sensi. Siamo estremamente orgogliosi del fatto che Londra sia la città con il maggior numero di italiani residenti all’estero.
I nostri legami economici sono fiorenti – dall’energia verde alle scienze della vita, dall’aerospazio ai servizi.
Il Regno Unito è il quinto maggiore investitore in Italia, e l’anno scorso l’Italia è stata il sesto Paese per investimenti diretti esteri nel Regno Unito – cifre che parlano da sole.
Le nostre culture continuano ad avere un impatto enorme l’una sull’altra.
Domani, non vedo l’ora di assistere a questa interconnessione a Ravenna, dove Byron è ricordato con affetto accanto a Dante, e dove ammirerò i meravigliosi mosaici bizantini di quella splendida città.
Lì dove, due secoli fa, mandavamo poeti, oggi condividiamo la nostra musica – che si tratti della meraviglia dell’opera italiana al Covent Garden o di Ed Sheeran allo Stadio Olimpico.
Signore e Signori,
l’Italia sarà sempre nel mio cuore. Così come mia madre, che non dimenticò mai il suo meraviglioso venticinquesimo compleanno trascorso a Tivoli nel 1951 – o la sua visita a Capaci molti anni dopo, nel 1992, quando rese omaggio, pochi giorni dopo il suo assassinio, al vostro leggendario magistrato antimafia, Giovanni Falcone.
Signore e Signori,
i nostri due Paesi si trovano agli estremi opposti del continente europeo.
Il nostro è un insieme di isole spazzate dal vento, il vostro una penisola baciata dal sole.
Diversi sotto molti aspetti.
Ma abbiamo scoperto, credo, nel corso degli anni, che queste differenze si completano molto bene a vicenda.
Così è stato nei secoli passati. E lo è ancor più oggi.
Che sia questo lo spirito con cui le nostre due nazioni si preparano ad affrontare il futuro.
Fiduciosi che, qualunque siano le sfide e le incertezze che inevitabilmente affrontiamo come nazioni, nel nostro continente e oltre, ora e in futuro, possiamo superarle insieme. E lo faremo insieme.
E quando lo avremo fatto, potremo dire, con Dante:
“e quindi uscimmo… a riveder le stelle.”
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