AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
25 Marzo 2025 - 08:00
Nel silenzio raccolto del centro storico di Ceres, incastonato come una pietra preziosa tra le pieghe delle Valli di Lanzo, esiste un luogo in cui la cucina piemontese non è solo tradizione, ma racconto. Un racconto fatto di sapori antichi e scelte audaci, di piatti che parlano il dialetto della terra ma brindano con l’eleganza delle bollicine francesi. È l’Hotel Ristorante Valli di Lanzo, una casa per il gusto e per l’anima, dove ogni dettaglio è pensato per sorprendere, accogliere, coccolare.
Sull’insegna, in dialetto, si legge: Ristourànt Valàdess at Lanss con Oubèrgi. Basta questo per capire che qui nulla è lasciato al caso. È un omaggio identitario a una comunità, a una lingua, a un modo di vivere il territorio che non si piega alle mode, ma le attraversa con fierezza.
Tra le mura di questo ristorante la cucina piemontese prende vita in forme nuove, senza mai perdere la sua anima. La tofeja, il carpione e il fritto misto alla piemontese, dove ogni portata viene fritta al momento e si trova anche l’inaspettato, come il salame di turgia e i lamponi, per rompere gli schemi senza tradire la radice. Le materie prime sono un inno alla qualità e al biologico, provenienti quasi tutte dai produttori locali, perché ogni ingrediente racconti una storia autentica, genuina, vera.
Dietro i fornelli due cuori e due visioni che si intrecciano: Samuele Riva, 38 anni, giovane chef con solida formazione alberghiera e uno sguardo curioso verso l’innovazione, e Francesco Eblovi, 55 anni, cuoco di razza, cresciuto tra i fornelli della trattoria di famiglia, memoria viva della tradizione. In sala, l’accoglienza ha il sorriso di Mara Vana, maître raffinata, che non solo coordina il personale ma accompagna gli ospiti in un viaggio sensoriale che inizia nel piatto e si completa nel calice.
Già, perché uno dei segreti di questo ristorante sta nella sua cantina monumentale: un regno nascosto che custodisce oltre mille etichette, di cui 350 sono Champagne, molti dei quali introvabili, da collezione, con annate rare e formati preziosi. Un tesoro enologico che nasce da una passione autentica: “Tutto è cominciato anni fa, quando Francesco ha iniziato a collezionare Champagne, in tempi non sospetti, quando nessuno parlava ancora di invecchiamento delle bollicine”, raccontano.
Questa dedizione ha trasformato il ristorante in una meta gastronomica, un faro per appassionati ed esploratori del gusto, non solo dal Piemonte, ma anche da altre regioni. Chi arriva qui cerca qualcosa di più di un semplice pasto: vuole vivere un’esperienza. “Il nostro cliente ama la cucina fatta con cura, i dettagli. Facciamo attenzione a ogni aspetto: cambiamo le posate a ogni portata, offriamo piccola pasticceria con il caffè, ci piace stupire senza ostentare”.
Una filosofia che ha conquistato anche i critici. Il locale è presente nella Guida Michelin, ha ricevuto la Corona Radiosa del Golosario grazie a piatti come l’insalatina di tarassaco di montagna con uovo sodo e ha ottenuto due forchette dal Gambero Rosso, a testimonianza di un’eccellenza che non si lascia intimorire dalla distanza dai grandi centri urbani.
“Siamo molto orgogliosi di questi riconoscimenti. Le Valli di Lanzo sono meravigliose, ma non sono una meta turistica di massa. Chi viene qui lo fa per amore della montagna, della natura, del silenzio. Lavorare in un territorio remoto è difficile: servono passione, costanza, sacrificio. Ma dopo dieci anni, i risultati ci dicono che la strada è quella giusta”, spiegano.
Il segreto? Una pianificazione attenta, un approccio meticoloso alla qualità, e la capacità di trasformare la fatica in bellezza. “Ogni giorno ci impegniamo per dare il meglio ai nostri ospiti. La nostra missione è rendere il pranzo o la cena un momento unico, da ricordare”.
In un’epoca in cui tutto corre veloce, Ceres e il suo ristorante-albergo scelgono la lentezza, la cura, il senso profondo dell’accoglienza. Qui non si viene solo per mangiare: si viene per respirare un’atmosfera, per ascoltare il suono delle Valli che si mescola al tintinnio di un calice di Champagne, per riscoprire l’essenza di un’ospitalità che non ha bisogno di effetti speciali, perché già lo è.
Visualizza questo post su Instagram
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.