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03 Dicembre 2025 - 17:03
Ci sono vite che sembrano nascere già con un ritmo speciale, vite che avanzano come un racconto, pagina dopo pagina, senza mai perdere il filo dell’emozione. La storia di Antonio De Rosa, originario di Pignataro Maggiore, nel casertano, e da molti anni residente a Lauriano, è una di queste: un percorso fatto di partenze, ritorni, trasformazioni e, soprattutto, di arte. Un’arte che non ha mai chiesto il permesso di entrare nella sua vita: c’è sempre stata.
Classe 1956, Antonio ha incontrato la natura quando era ancora un bambino. A cinque anni camminava già nei boschi da solo, ascoltando i rumori del vento, osservando le forme degli alberi, imparando a leggere il mondo attraverso ciò che la natura gli offriva. Accanto ai boschi, la passione per il disegno e per la creatività: “È nel mio DNA”, ripete da sempre.
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Ma l’infanzia porta anche una ferita profonda: a dodici anni perde il papà. Una mancanza che resta, ma che diventa parte del suo percorso di crescita. “Mio padre è mancato presto – racconta – e se fosse in vita avrebbe voluto che diventassi barbiere. Ma il destino aveva scelto altro per me…”. La vita, infatti, lo porta a diventare carrozziere, iniziando a lavorare giovanissimo: “Ho iniziato a soli sette anni come garzone”, racconta.
A sedici anni lascia la Campania per Torino, in cerca di un futuro da costruire. Dopo il servizio militare arriva una delle tappe più significative: il trasferimento a Manchester, dove ritrova Rose, l’amica d’infanzia diventata poi sua moglie. “Siamo cresciuti insieme… e ci siamo scelti per sempre,” sorride. Nel 1980 si sposano, nel 1981 nasce Lisa, nel 1983 Sebastiano.
L’Inghilterra è lavoro e stabilità, ma l’Italia chiama forte, come una radice profonda. “Mi mancava tutto… la lingua, il clima, il profumo della mia terra.” Così Antonio torna al Sud, apre una sua carrozzeria, poi, guidato ancora una volta dal desiderio di cambiamento, sceglie il Piemonte e Lauriano: “Cercavo un posto tranquillo, vicino alla natura… qui l’ho trovato.”
Qui la famiglia cresce: nel 1993 nasce Antonia, detta Tonia, e nel 2003 Asia. Una breve parentesi a Grosseto nel 2008, poi di nuovo Lauriano, il luogo dove il suo percorso sembra finalmente trovare casa.
L’arte, intanto, matura con lui. Antonio espone fin da ragazzo, ma negli ultimi anni la sua produzione si è intensificata. Ha portato le sue opere a Torino, Varallo Sesia, Gattinara, Chivasso, sempre con discrezione e con un approccio intimamente artigianale. Nella pittura ad olio ama i corpi femminili, i paesaggi, la luce. Ma è nella scultura che avviene la magia.
Lungo i ruscelli dove va a pescare, Antonio incontra radici portate dall’acqua: radici contorte, scure, antiche. E lui le sente, davvero: sente che gli parlano, che gli chiedono di essere trasformate, di diventare qualcosa di nuovo. “È come se mi chiamassero… davvero. Quando raccatto una radice, sento che vuole diventare qualcos’altro,” spiega.
Nascono così i suoi “Fantasmi del bosco”: figure scolpite che emergono come spiriti della natura, volti e forme che sembrano osservare chi li guarda. “Io non seguo una tecnica… lascio che sia il materiale a suggerirmi cosa diventare,” dice. È un’arte istintiva, profondissima, quasi medianica. Chi la osserva lo sente.
Tra chi ha avuto modo di conoscere Antonio da vicino c’è anche Sergio Sapetti, vicino di casa e scrittore, che lo descrive così: “Antonio è un artista con la ‘A’ maiuscola, capace di intuire ed estrarre dalla sostanza grezza l’anima dei soggetti. Le sue opere generano emozioni, sguardi e volti in cui ciascuno può specchiarsi, osservando la materializzazione dei propri inconsci pensieri.”
Una definizione potente, che racchiude esattamente ciò che Antonio fa: non scolpisce legno, scolpisce presenze. Non dà forma alla materia, dà voce all’anima nascosta dentro di essa.
Oggi Antonio vive una vita serena e piena, in cui la famiglia, la salute, la natura e l’arte si intrecciano senza sforzo. Ama pescare, camminare nei boschi, respirare il silenzio della montagna. E soprattutto creare. Una vita semplice, come lui la definisce, ma colma di bellezza. Perché, alla fine, la vera arte nasce solo così: da chi sa ascoltare il mondo e trasformarlo.
E forse è proprio qui la magia: nelle sue mani che trasformano radici in storie, nella sua voce che parla piano, nella sua vita semplice e piena. Una vita che, come le sue sculture, nasce dall’anima della natura e diventa arte.

Antonio de Rosa
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