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23 Novembre 2025 - 22:58
Grande partecipazione ieri sera in via Don Dublino 12, al Teatro dell’Oratorio di Chivasso, per il tradizionale Concerto di Santa Cecilia, organizzato e offerto gratuitamente dalla Società Filarmonica “Città di Chivasso”. La serata ha regalato al pubblico un viaggio musicale intenso e coinvolgente, capace di unire tradizione e modernità in un unico, straordinario spettacolo.
Sotto la direzione del Maestro Lorenzo Franchi, la banda – composta da circa cinquanta musicisti, tra cui molti giovani talenti cresciuti nella storica scuola di musica – ha proposto un repertorio originale che ha spaziato dai brani classici alle colonne sonore più celebri, fino ad arrangiamenti moderni di pezzi pop, rock e jazz.
Nella serata magica, tra sorrisi sinceri e abbracci carichi di emozione, c’era anche Gabriele Somma, 11 anni. Un ragazzo come tanti, ma con una storia straordinaria da raccontare: convive con la sindrome di Tourette Plus, una condizione del neurosviluppo che non definisce chi sei, ma è solo una parte del percorso di crescita.

Gabriele con la sua insegnante Alessandra Scimone
“Non vogliamo che questa storia diventi pubblicità – raccontano i genitori – ma che faccia conoscere questa condizione, perché molti bambini ne soffrono senza saperlo, e spesso il sistema sanitario non è preparato. Noi siamo seguiti da un’équipe di medici e psicologi direttamente di Milano, guidata dal Prof. Mauro Porta e dalla Dott.ssa Roberta Galentino, l’unica in Italia con esperienza specifica sulla Tourette.”
Gabriele fa la prima media a Chivasso, è un bambino dolce, solare, appassionato di calcio e di musica. Gioca nella squadra URS La Chivasso, ma la musica è sempre stata parte della sua vita: cresce in una casa piena di strumenti, con una mamma cantante, e fin da piccolo sogna di suonare.
“Abbiamo sempre notato quanto fosse attratto dagli strumenti – raccontano i genitori – poi, conoscendo il Maestro Lorenzo Franchi, a sette anni, durante una sfilata, vide la banda e rimase affascinato dal trombone. Poi, a otto anni, durante una vacanza, vide un musicista suonare il sax e da quel momento se ne innamorò. Da quel giorno non ha più smesso di suonare.”
Studia con passione, si esercita ogni giorno e, come spiegano i genitori, quando suona è nel suo mondo, un luogo dove si sente libero e tranquillo, lontano da qualsiasi pressione. I suoi insegnanti, in particolare Lorenzo Franchi e Alessandra Scimone, lo seguono con grande affetto e attenzione: “Un grazie particolare ai suoi insegnanti, Lorenzo e Alessandra, perché lo seguono con affetto,” aggiungono i genitori.
I primi segnali della Tourette arrivano tra i cinque e sei anni: attacchi di rabbia improvvisi e incomprensibili, tic agli occhi e piccoli rumori vocali. Inizialmente, i genitori pensano siano capricci. Poi, con l’aumentare dei tic e la ricerca di informazioni, arriva la diagnosi: Sindrome di Tourette Plus.
“All’età di 5/6 anni ha iniziato ad avere attacchi di rabbia senza motivazioni apparenti e lui stesso, appena si calmava, non capiva cosa gli facesse scatenare questa rabbia. Spesso ci diceva di non sapere perché faceva quegli scatti e noi pensavamo fossero capricci. Con il passare del tempo abbiamo notato dei tic che faceva spesso con gli occhi, e lo abbiamo portato dall’oculista, senza risolvere nulla. I tic erano sempre più frequenti e iniziavano ad arrivarne di nuovi. Poi, cercando in rete e informandoci, e anche grazie a una nostra zia, abbiamo scoperto questa sindrome. Ci siamo rivolti alla sua dottoressa, ma, essendoci un po’ di confusione nella rete locale perché è una problematica di cui si sa poco, ci siamo rivolti ai massimi esperti nazionali e internazionali: la Dott.ssa Roberta Galentino e il Prof. Mauro Porta di Milano, medici specializzati riguardo alla sindrome di Tourette, che lo seguono settimanalmente tutt’ora. È arrivata la diagnosi vera e propria: SINDROME DI TOURETTE PLUS!”
“Da genitore ti senti crollare il mondo addosso – dicono – anche per la poca conoscenza: cosa comporta avere la sindrome di Tourette? Sarà grave? Si può curare? Mille domande passano per la testa… In realtà, dopo tre anni che ci conviviamo, ci si può convivere benissimo, tra alti e bassi, alcuni periodi con tanti, tanti bassi. Ma la cosa che più aiuta è sapere che, crescendo, imparano a viverla e a gestirla. Perché LORO non sono la sindrome, ma la sindrome è una parte di loro.”
Oggi Gabriele affronta ogni giorno con coraggio e dolcezza. La sua capacità di gestire emozioni e tic, la passione per la musica, il calcio e la vita in generale lo rendono ai loro occhi un “GRANDE MINI UOMO”.
“Abbiamo voluto condividere la nostra esperienza per aiutare altri genitori – spiegano – e per dire che si può vivere bene, crescere felici e realizzare i propri sogni, anche con la Tourette. La sindrome non definisce un bambino, ma la passione, il talento e l’amore di chi lo circonda sì.”
Un ringraziamento speciale va a chi lo accompagna in questo percorso: “Oltre al Centro Tourette di Milano con la Dott.ssa Roberta Galentino e il Prof. Mauro Porta, anche agli insegnanti che lo hanno seguito l’anno scorso in 5ª elementare nella scuola primaria Mazzucchelli di Chivasso, in particolare alla maestra Roberta Giannotta, che ci è vicino tutt’ora, agli insegnanti tutti, al Prof. Davide Sant’Angelo e alla Prof.ssa Dalila Ciccotto della scuola secondaria di primo grado Demetrio Cosola, che frequenta da quest’anno, alla dirigenza e ai collaboratori scolastici per la sensibilità e la cura che hanno nei confronti di Gabriele! I compagni di classe, tutti: “Non è facile trovare persone così comprensive – raccontano i genitori – ma noi abbiamo avuto la fortuna di incontrarle. E questo fa la differenza nella vita di un bambino.”
Fondamentale anche il supporto dell’AIST – Associazione Italiana Sindrome di Tourette, che organizza incontri online per famiglie e psicoterapeuti. Grazie a queste occasioni, i genitori si sentono meno soli, più informati e più forti.
Quella sera, tra note di sax e risate dei compagni, Gabriele ha dimostrato che la vera magia non sta nella perfezione, ma nella forza di essere se stessi, nella musica che libera e nell’affetto di chi ti sostiene. Una storia di coraggio, di musica e di vita, capace di toccare il cuore di tutti. Tra musica, voci che si intrecciavano e un’atmosfera sospesa tra sogno e realtà, la sua presenza non era un’eccezione, ma un dono: la dimostrazione che la vera magia esiste, nell’autenticità con cui si vive ogni istante.
E qui mi ricorda la storia di Lewis Capaldi e la forza di un abbraccio collettivo: nel 2023, durante il Glastonbury Festival, Lewis Capaldi ha vissuto uno dei momenti più intensi e toccanti della sua carriera. Il giovane cantante scozzese, affetto dalla sindrome di Tourette, si è trovato in difficoltà sul palco a causa di tic motori e problemi vocali che gli hanno impedito di continuare a cantare normalmente.
In un silenzio carico di emozione, il pubblico ha trasformato la fragilità in forza: migliaia di fan hanno iniziato a cantare al suo posto, sostenendolo con un coro spontaneo e commovente. Visibilmente emozionato, Capaldi ha ringraziato la folla, scusandosi e mostrando tutta la sua umanità. Non è stato solo un concerto, ma una lezione di empatia, rispetto e solidarietà, capace di unire migliaia di persone in un unico, indimenticabile abbraccio corale.
La sindrome di Tourette non è una malattia, ma una patologia del neurosviluppo: non significa che chi ne è affetto non sia intelligente o abbia problemi psicologici.
Il concerto, diviso in due parti, ha regalato al pubblico un viaggio musicale ricco e variegato: nella prima parte si sono alternati omaggi a Franco Battiato con A Portrait (Medley), le suggestioni classiche della First Suite in Eb for Military Band di Gustav Holst, il rock iconico di Led Zeppelin con Stairway to Heaven e le atmosfere avventurose di Pirates of the Caribbean.
Nella seconda parte, l’esordio degli allievi della Filarmonica ha portato brani come I Want to Hold Your Hand, Oye Como Va e Heaven is a Place on Earth, seguiti da pezzi virtuosi come For the Love of God di Steve Vai, con la partecipazione speciale del chitarrista Massimo Cabrini, e arrangiamenti internazionali come Amargo y Dulce (Cumbia) e Skye Boat Song. La serata si è chiusa con Poesia in Musica (Medley) di Fabrizio De André, un omaggio al cantautore italiano, tutti magistralmente diretti dal Maestro Lorenzo Franchi.
Nella serata di sabato a Chivasso, il pubblico ha risposto con lunghi applausi, lasciandosi trasportare dall’energia e dalla passione degli artisti. Non è stato solo un concerto, ma un vero momento di comunità, cultura e condivisione, che ha confermato ancora una volta il ruolo centrale della Filarmonica nella vita culturale di Chivasso.
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Società Filarmonica “Città di Chivasso”
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