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19 Ottobre 2025 - 22:16
Cinquant’anni. Mezzo secolo di turni infiniti, di notti passate in ambulanza, di chiamate improvvise che interrompono una cena o un compleanno. Cinquant’anni di uomini e donne che hanno scelto di esserci. La Pubblica Assistenza Anpas Croce Bianca del Canavese ha celebrato domenica 19 ottobre un anniversario che non è solo una ricorrenza, ma una storia collettiva: quella di una comunità che si è sempre riconosciuta nel valore del volontariato.
L’appuntamento si è svolto nella sede di Valperga, dove bandiere, divise e applausi hanno accolto i protagonisti di un’avventura iniziata nel 1975. In prima fila, accanto ai volontari di oggi e di ieri, c’erano il consigliere regionale Mauro Fava, il sindaco di Valperga Walter Giuseppe Sandretto, la sindaca di Cuorgnè Giovanna Cresto e il presidente di Anpas Piemonte Vincenzo Sciortino. Volti istituzionali, certo, ma anche amici di un sodalizio che negli anni è diventato sinonimo di affidabilità e di presenza sul territorio.
Durante la cerimonia è stata inaugurata la nuova flotta di mezzi, frutto di un costante investimento nella qualità del servizio: un’ambulanza di ultima generazione, un veicolo dotato di pedana per il trasporto di persone con disabilità, un mezzo dedicato ai servizi socio-sanitari e un carrello porta generatore per la protezione civile. Simboli concreti di un’associazione che non si limita a ricordare il passato, ma guarda avanti, pronta a rispondere alle esigenze di un territorio in continua trasformazione.
Poi, il momento più atteso: quello dei riconoscimenti ai volontari. Storie di vite intrecciate con la Croce Bianca, di generosità quotidiana, di ore regalate agli altri. A essere premiati sono stati Adriano Boggio, con 48 anni di servizio attivo, e Antonio Arcuri, presidente dell’associazione, con 35 anni di attività ininterrotta. A loro è andato un lungo applauso, non di circostanza ma di sincera riconoscenza.
A seguire, sono stati ricordati anche i volontari con più di dieci anni di militanza, fino a venticinque: Fortunata Arcuri, Luciano Coha, Carlo Fenoglio Gaddò, Roberto Genisio, Maria Angela Molinario, Fabio Riu, Edoardo Rolando, Mirko Specia, Franca Tarro Boiro, Paolo Turbine, Emilia Vacca Cavalot, Luigi Vacca Cavalot e Renato Vallero.
Un applauso, infine, anche ai nuovi soccorritori che hanno ricevuto gli attestati di certificazione: il futuro che cresce accanto all’esperienza, come in una staffetta silenziosa ma essenziale.
«Questo cinquantesimo anniversario – ha commentato il presidente Antonio Arcuri – rappresenta un momento di orgoglio e di riconoscenza verso tutti coloro che, nel corso degli anni, hanno donato tempo, competenze e cuore alla nostra associazione. È grazie alla loro passione e al loro senso di comunità se oggi possiamo continuare a garantire un servizio di qualità ai cittadini del Canavese».
Parole che hanno trovato eco nell’intervento del presidente regionale Vincenzo Sciortino, che ha voluto rimarcare il significato profondo di questo traguardo: «Il cinquantesimo anniversario della Croce Bianca del Canavese onora l’impegno e lo spirito di servizio di generazioni di volontari. Cinquant’anni di solidarietà e di presenza costante al fianco della comunità rappresentano l’essenza del movimento Anpas. A tutti i volontari, ai dipendenti e ai dirigenti della Croce Bianca va il mio più sincero ringraziamento per il contributo prezioso che ogni giorno offrono al sistema di soccorso e alla collettività piemontese».
La Croce Bianca del Canavese nasce nel 1975, quando un gruppo di cittadini decise di unire le forze per garantire un aiuto tempestivo in caso di emergenza. Da allora, di strada ne ha fatta parecchia: oggi conta 90 volontari e sei dipendenti, effettua ogni anno circa 9.000 servizi e percorre oltre 400.000 chilometri, tra interventi del 118, trasporto sangue ed emoderivati, assistenza a disabili, anziani e dializzati, dimissioni ospedaliere e coperture sanitarie durante manifestazioni sportive e culturali. Un impegno continuo, spesso invisibile, ma fondamentale per migliaia di cittadini.
Dietro le divise arancioni, però, ci sono storie. C’è chi è entrato come giovane soccorritore e oggi accompagna i nuovi arrivati, chi ha visto cambiare le ambulanze e i protocolli, ma non lo spirito che anima ogni turno: quello di chi non si chiede “perché io?” ma “se non io, chi?”.
La Croce Bianca del Canavese è parte integrante del grande mosaico di Anpas Piemonte, che rappresenta 81 associazioni di volontariato con 10.695 volontari, 5.388 soci e 741 dipendenti. Un esercito silenzioso che ogni anno realizza quasi 600.000 servizi, percorrendo oltre 20 milioni di chilometri. Numeri che impressionano, ma che raccontano soprattutto una filosofia: la convinzione che il tempo donato non è mai perso, perché diventa vita per qualcun altro.
Cinquant’anni dopo, la Croce Bianca del Canavese non è solo un simbolo di efficienza sanitaria. È una scuola di umanità. Un presidio di fiducia. Una famiglia che accoglie, forma e sostiene. E se oggi il suono di una sirena fa sperare e non spaventare, è anche grazie a loro, ai volontari che ogni giorno, senza clamore, tengono viva una promessa fatta cinquant’anni fa: esserci, sempre.
Insomma, in un mondo che cambia alla velocità della luce, loro restano. Le divise, forse, sono più moderne, le ambulanze più tecnologiche, ma la sostanza è la stessa: un gesto semplice, antico, necessario. E ogni volta che un mezzo bianco e arancione parte da Valperga per correre incontro a chi ha bisogno, il Canavese sa che c’è ancora qualcuno disposto a fermarsi per aiutare.
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