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20 Settembre 2025 - 15:06
Oltre cinquemila persone hanno sfilato oggi sotto il sole per le vie del centro di Torino in solidarietà con il popolo palestinese. Una folla imponente che ha trasformato il corteo regionale organizzato dal Coordinamento Piemontese per la Palestina in un evento di massa, carico di emozioni, colori e cori che hanno attraversato la città per ore.
Il corteo è partito da piazza Statuto alle 14.30, aperto da uno striscione che recitava: “Il Piemonte sa da che parte stare. Palestina libera, ora e sempre resistenza”. Dietro, due grandi bandiere sorrette da bambini, in un corteo che ha visto protagonisti giovani, famiglie e anziani uniti in un unico grido: “Free free Palestine”. La marcia si è snodata lungo Porta Palazzo, ha toccato il Comune, ha attraversato via Bertola e via XX Settembre, per poi passare dalla stazione Porta Nuova, percorrere via Accademia Albertina e via Po e infine concludersi in piazza Vittorio Veneto, dove la manifestazione si è sciolta dopo gli interventi dal palco e le testimonianze di chi da anni porta avanti la causa palestinese in Italia.
Il corteo è stato accompagnato da centinaia di bandiere palestinesi, ma anche da quelle di sindacati e partiti: Cgil, Potere al Popolo, Movimento 5 Stelle, Pci e Rifondazione Comunista.
Non sono mancate le associazioni italiane e straniere, che hanno sfilato con cartelli inequivocabili: “No armi no guerre”, “Stop al genocidio”. Dal microfono, gli organizzatori hanno scandito parole dure: «Siamo pronti a bloccare tutto, non si può restare indifferenti a quanto accade a Gaza. Fermare la guerra è un dovere che riguarda tutti e il governo non può essere complice di Israele in questo genocidio dove sono già morti migliaia di bambini».
Uno dei momenti più intensi è stato davanti alla Prefettura di via Pietro Micca, quando alcuni manifestanti hanno issato la bandiera palestinese accanto a quella italiana e a quella della Regione Piemonte. Un gesto simbolico che ha suscitato applausi e cori, fotografando il cuore politico della protesta e la volontà di interpellare direttamente le istituzioni.
In corteo si è vista anche una folta rappresentanza di Ivrea, con delegazioni di comitati e associazioni che hanno voluto portare la loro voce fino a Torino, segno che la solidarietà verso Gaza attraversa l’intero Piemonte.
Tra i protagonisti della giornata si è distinto il Movimento 5 Stelle, che ha sottolineato non solo la propria presenza in piazza ma anche una scelta concreta e tangibile: destinare un milione di euro, ricavato dal taglio degli stipendi di parlamentari e consiglieri regionali, a iniziative di sostegno alla popolazione palestinese nell’ambito della Global Sumud Flotilla. Una cifra che diventa simbolo di un impegno politico e morale, e che è stata accolta dagli applausi dei manifestanti come esempio di solidarietà attiva, capace di andare oltre le parole. «Oggi siamo scesi in piazza a Torino al corteo regionale per chiedere lo stop al genocidio di Israele contro la popolazione palestinese di Gaza. Quanto avviene ogni giorno sotto gli occhi di tutti è gravissimo, una crisi umanitaria verso la quale nessuno può restare in silenzio. Come Movimento 5 Stelle abbiamo deciso di destinare un milione di euro dal taglio degli stipendi di parlamentari e consiglieri regionali ad azioni importanti a sostegno della popolazione palestinese. È fondamentale continuare a manifestare per ottenere un cessate il fuoco immediato che ponga fine all’assedio, nel rispetto del diritto internazionale», hanno dichiarato Sarah Disabato, capogruppo regionale M5S Piemonte, Antonino Iaria, deputato M5S, e Dorotea Castiglione, consigliera M5S della Città di Torino.
Gli slogan hanno scandito ogni passo: “Se non cambierà, Intifada pure qua”, “Siamo tutti palestinesi”. In molti hanno indossato la kefiah, altri hanno mostrato fotografie e disegni di bambini uccisi nei bombardamenti, trasformando la marcia in un lungo corteo di dolore e denuncia.
Gli striscioni hanno puntato il dito contro l’indifferenza colpevole dell’Europa e hanno invocato l’embargo delle armi come unica via concreta per fermare la guerra. Torino, ancora una volta, si è confermata città sensibile ai grandi temi internazionali e ai diritti umani, capace di mobilitare migliaia di persone in un pomeriggio di passione civile che non resterà inosservato.
La giornata si è conclusa in piazza Vittorio Veneto, con le ultime parole al microfono e le bandiere ancora al vento. Una piazza che, anche al termine, ha continuato a vibrare di canti, cori e applausi: la voce della società civile piemontese che oggi ha scelto da che parte stare.
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