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15 Settembre 2025 - 15:02
Dopo oltre un secolo e mezzo, i Salesiani lasciano definitivamente Lanzo. Una decisione imposta dalle necessità del tempo, in un’epoca in cui i sacerdoti scarseggiano e diventa difficile mantenere attive tutte le strutture dell’ordine.
La loro presenza ha segnato profondamente la storia religiosa e civile del territorio: dall’Oratorio al Collegio San Filippo Neri, chiuso ormai da trent’anni, fino al radicamento nelle comunità parrocchiali.
Per salutare e ringraziare i Salesiani, domenica 14 settembre le comunità di Lanzo, Coassolo, Germagnano e Monastero di Lanzo si sono ritrovate nella chiesa parrocchiale di San Pietro in Vincoli. La celebrazione, officiata da don Augusto Motta insieme a don Franco Gribaudo, don Ferdinando e don Sergio, è stata semplice ma solenne, animata dai canti del coro parrocchiale di Lanzo, che per l’occasione si è arricchita con presenze provenienti da altri cori. La chiesa, gremita di fedeli, ha accolto anche rappresentanze religiose e civili: Abbadie e associazioni lanzesi, le Suore Albertine, Forze dell’Ordine e gli amministratori comunali di Lanzo, Germagnano e Monastero. Quattro comunità riunite in segno di affetto e riconoscenza verso ciò che sono stati i Salesiani per il territorio locale.
Dopo l’omelia, don Augusto ha ricordato i suoi quindici anni trascorsi a Lanzo, esprimendo gratitudine verso la comunità e i confratelli con i quali ha condiviso questa parte del suo cammino spirituale e che proseguiranno nelle comunità di Venaria, Torino Agnelli, Asti e Roppolo.
Don Franco ha ripercorso invece la storia salesiana nel paese, iniziata nel 1851 con la visita di San Giovanni Bosco, di ritorno dal Santuario di Sant’Ignazio, concludendo con l’augurio e la speranza che i valori salesiani possano continuare a vivere e ad essere trasmessi alle generazioni future.
I sacerdoti durante la celebrazione della Santa Messa, accompagnati dai chierichetti
Al termine della funzione, l’assessore lanzese Paolo Gisolo, ha espresso parole di ringraziamento a nome dell’intera comunità. Ha ricordato come già Don Bosco, nel 1876, definisse i giovani lanzesi capaci di “rubargli il cuore”, e come quello stesso spirito salesiano abbia continuato a segnare generazioni di ragazzi, dalle origini del Collegio fino ai giorni nostri. Ha sottolineato che, anche dopo la chiusura dello storico istituto, il carisma di Don Bosco è rimasto vivo grazie all’Oratorio, ai Cooperatori Salesiani e alla costante presenza nelle parrocchie, che hanno mantenuto salde comunità e fede. Il ringraziamento è andato a tutto ciò che i Salesiani hanno donato: dall’insegnamento basato su ragione, religione e amorevolezza, alla creazione di spazi sicuri per i giovani, fino all’organizzazione di attività, gite, feste, carnevali ed Estate Ragazzi, diventati parte integrante della vita comunitaria e ha concluso: “Noi lanzesi avremmo anche rubato il cuore a don Bosco 150 anni fa, ma voi Salesiani avete sicuramente lasciato qualcosa nel cuore di tutti noi! Grazie di tutto!”.
Anche il sindaco di Lanzo, Fabrizio Vottero Bernardina, ha voluto rimarcare l’importanza dell’ordine religioso nella storia cittadina, ricordando che proprio anche grazie alla loro presenza, Lanzo ottenne il titolo di “città”.
L’addio dei Salesiani segna la fine di un’epoca, ma le comunità di Lanzo e delle Valli hanno promesso di continuare a custodire e far vivere lo spirito di Don Bosco, proprio come i loro sacerdoti hanno insegnato in questi 161 anni.
I sacerdoti don Franco, don Ferdinando, don Augusto, don Giuseppe e don Sergio hanno guidato le parrocchie di Lanzo, Coassolo, Germagnano e Monastero di Lanzo
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