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04 Agosto 2025 - 23:26
Torino ospita in questi giorni il Campionato Mondiale di Majorettes IBTF, un evento sportivo e coreografico di rilievo internazionale che proseguirà fino a domenica 10 agosto. La sede scelta è l’Inalpi Arena di corso Sebastopoli, riadattata per accogliere un flusso costante di atleti, accompagnatori e spettatori. Sono presenti oltre 2.400 atleti, in rappresentanza di più di 20 Paesi, dall’Europa, dal Nord America e dall’Asia.
L’organizzazione è a cura della International Baton Twirling Federation, con il supporto della Federazione Italiana Twirling e il patrocinio del Comune di Torino. Il programma prevede tre competizioni ufficiali: il Campionato Mondiale Majorettes, la Nations Cup riservata ai club, e il World Technical Baton Twirling Championship, che valorizza le prove individuali di elevata precisione tecnica.
Domenica 3 agosto si è svolta la cerimonia inaugurale, con la presentazione delle squadre nazionali, la presenza delle autorità e un evento sociale per gli atleti nei pressi del Palazzo del Nuoto. Dalla giornata successiva sono iniziate le competizioni ufficiali. Nelle prime categorie in gara – in particolare Traditional Corps ed Exhibition – sono arrivate le prime medaglie, con una forte presenza di squadre della Repubblica Ceca, della Croazia e degli Stati Uniti. L’Italia ha esordito con buoni risultati, pur senza salire ancora sul podio.
Le atlete e gli atleti in gara si esibiscono in discipline che combinano movimenti sincronizzati, uso del bastone, coreografie collettive, accompagnamento musicale e, in alcuni casi, accessori come bandiere, pompon, foulard. Le valutazioni tengono conto della precisione, della coordinazione, della creatività e della capacità di eseguire figure complesse mantenendo la regolarità del ritmo e della postura.
Ogni giornata è scandita da una serie di gare suddivise per fascia d’età – Youth, Junior, Senior – e per categoria. Le specialità più seguite sono quelle collettive, che vedono in scena anche oltre 20 elementi contemporaneamente. Il regolamento prevede una fase eliminatoria e una finale, con assegnazione delle medaglie al termine della giornata.
L’Inalpi Arena ospita tutte le fasi dell’evento, con biglietti disponibili su Vivaticket e la possibilità per il pubblico di seguire l’intero programma o singole sessioni. Gli spalti hanno accolto già nei primi giorni un numero consistente di spettatori, composti in gran parte da familiari, tecnici e appassionati provenienti anche da fuori regione.
Dal punto di vista logistico, l’evento rappresenta un impegno organizzativo rilevante: oltre alle competizioni, sono stati attivati pacchetti di ospitalità turistica, tour guidati e servizi di accoglienza per le delegazioni. L’indotto in termini alberghieri e di ristorazione si preannuncia significativo, soprattutto per alcune zone della città già interessate da una buona presenza turistica estiva.
Dal punto di vista sportivo, l’IBTF mira a valorizzare una disciplina che in Italia resta ancora poco conosciuta, ma che è fortemente radicata in molti Paesi europei dell’Est e negli Stati Uniti, dove il baton twirling è considerato una vera e propria specialità atletica. Dal 2024 la disciplina è ufficialmente riconosciuta anche in Italia dal CONI.
Il calendario prevede fino al 7 agosto le gare della Nations Cup, mentre dall’8 al 10 si terranno le prove individuali e a coppie del World Technical Championship. L’Italia sarà ancora in gara in diverse specialità.
Per Torino, il campionato rappresenta un’ulteriore conferma della sua candidatura a ospitare eventi sportivi internazionali, dopo le ATP Finals di tennis, gli Europei di Ginnastica e gli eventi giovanili di atletica. In questo caso la città si confronta con una disciplina minore, ma in crescita, capace di attirare pubblico e visibilità da contesti lontani, favorendo anche la promozione turistica.
C’è una ragazza che si alza all’alba. Non perché glielo impongano, ma perché non riesce a stare lontana da quella sala prove dove il tempo si misura in battute di musica, in lanci precisi, in cadute ripetute. Ha imparato presto che non c’è spettacolo senza fatica, che quel bastone che oggi fa volare sopra la testa lo ha fatto cadere mille volte prima. E ogni volta si è chinata a raccoglierlo. In silenzio. Senza piangere.
Le majorettes non sono bamboline in divisa. Sono atlete. Sono performer. Sono giovani donne – e sempre più anche uomini – che hanno deciso di dedicare ore infinite alla disciplina, all’equilibrio, alla coordinazione. Sono figlie, sorelle, compagne di squadra che imparano presto cosa significa contare sull’altro, cosa vuol dire sbagliare davanti a una giuria e dover sorridere lo stesso.
Dietro ogni gesto sincronizzato c’è un errore superato. Dietro ogni esibizione perfetta c’è un’infinità di imperfezioni affrontate, digerite, superate. Dietro ogni costume c’è una madre che cuce, un padre che accompagna, un allenatore che crede più della sua allieva. Dietro ogni podio, anche quello che non si raggiunge, c’è un piccolo mondo che si tiene insieme per un solo istante di equilibrio.
A vederle da lontano sembrano tutte uguali, le majorettes. Stesse pettinature, stesse pose, stesse mosse. Ma chi guarda davvero, con occhi attenti, sa distinguere lo sguardo di chi è al suo primo mondiale da quello di chi sa già cosa vuol dire perdere per un punto. Sa leggere nelle mani il tremore di chi lancia un sogno verso l’alto e si gioca tutto nel momento in cui lo riacciuffa.
Torino oggi le accoglie, le ospita, le osserva. Forse le giudica anche. Ma per loro è già abbastanza essere qui. In una città che non conoscono, su un parquet che non è casa, sotto luci che non perdonano. Con addosso divise strette e aspettative pesanti. Ma con dentro qualcosa che vale più di ogni medaglia: la consapevolezza di stare facendo, davvero, quello che amano.
E se alzeranno il bastone al cielo anche solo per pochi secondi, sarà come scrivere il loro nome nell’aria. Un nome che forse il pubblico dimenticherà. Ma che loro porteranno con sé, per sempre.
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