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22 Giugno 2025 - 19:02
In un silenzio solenne, rotto solo dai canti e dalle preghiere sussurrate, il popolo di Ozegna ha percorso ancora una volta il cammino che da secoli lega la comunità al cuore pulsante della propria spiritualità: il Santuario della Madonna del Bosco, meta della tradizionale processione che ogni anno, nella serata del 21 giugno, rievoca l'apparizione della Beata Vergine Maria avvenuta, secondo la tradizione, nel lontano 1623.
Partita dalla chiesa parrocchiale, la processione ha attraversato il centro cittadino con una partecipazione che ha superato ogni aspettativa. Un fiume di fede, composto da famiglie, anziani, bambini, giovani e volontari, ha seguito con devozione il simulacro della Madonna, portato a spalla lungo il tragitto che conduce al Santuario. Al corteo hanno preso parte anche il sindaco Federico Pozzo, l’intera Amministrazione comunale, il parroco don Luca e il Consigliere regionale Sergio Bartoli, tutti uniti nel segno della fede e della memoria collettiva.
«Un momento intenso e suggestivo – ha dichiarato Bartoli – che ogni anno rafforza il legame profondo tra la nostra comunità, la fede e le sue radici storiche. Portare sulle spalle la statua della Madonna, come ho fatto anche quest’anno, è per me un gesto di profondo rispetto e devozione che condivido con chi ogni giorno lavora per mantenere viva questa tradizione».
Il Santuario, costruito nel XVII secolo nel luogo in cui si narra che il giovane Giovanni Guglielmo Petro fu testimone dell’apparizione miracolosa, si è acceso di candele e raccoglimento durante la Santa Messa Solenne celebrata da don Luca. Una liturgia semplice e toccante, capace di rinnovare nei presenti quel senso di appartenenza che da generazioni fa da collante alla comunità ozegnese.
Non è solo una questione di fede, ma anche di identità. La processione della Madonna del Bosco rappresenta per Ozegna un legame profondo con la propria storia, un rito collettivo che resiste al tempo e alle mode, e che ogni anno si carica di nuovi significati. È una manifestazione viva e autentica di ciò che tiene insieme una comunità: la memoria, la condivisione, la cura di ciò che unisce.
Il Santuario stesso – incastonato tra il verde e il silenzio della campagna canavesana – continua a essere meta di pellegrinaggi e rifugio per chi cerca un momento di pace o un segno dal cielo. Non solo i cittadini di Ozegna, ma molti devoti provenienti da tutto il Piemonte, riconoscono in questo luogo un simbolo di protezione e di speranza.
Alla riuscita dell’evento hanno contribuito numerose associazioni locali, volontari, membri delle confraternite e semplici cittadini che, con discrezione e generosità, si sono messi a disposizione per l’organizzazione e la gestione della serata. A loro, e a tutti coloro che ogni anno mantengono viva questa tradizione secolare, va il ringraziamento sincero di un’intera comunità.
In un tempo in cui il senso di appartenenza sembra smarrito e le radici spesso dimenticate, Ozegna risponde con il passo lento della processione e con lo sguardo rivolto verso quel Santuario che da oltre quattro secoli veglia sulle sue genti.
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