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La più grande zuppa di pesce del mondo è servita. E Ivrea si emoziona ancora

Tremila porzioni, musica, sorrisi e un pentolone che profuma di mare e di casa. Tony Cuomo celebra il ventesimo anniversario della sua Grande Zuppa con tutta la città, tra pioggia, emozioni e un prezzemolo che porta fortuna

L’acqua è arrivata di prima mattina, improvvisa, scomoda, insistente. Ma è durata poco. Giusto il tempo di ricordarci che certe magie vanno guadagnate. Poi, come accade da vent’anni, il cielo si è aperto e Corso Nigra ha ricominciato a profumare di mare.

Verso la mezza, puntuale come ogni 2 giugno dal 2006, è partita la distribuzione gratuita della zuppa. E come ogni anno, la fila era lunga, lunghissima. Un fiume di gente in attesa. Ordinata, sorridente, affamata di sapori ma anche di quel calore umano che solo questo rito sa regalare. Tre mila porzioni servite, una per ogni abbraccio, ogni storia, ogni cucchiaio che sa di sud e di casa.

A dare il via ufficiale alla giornata, il taglio del nastro con il sindaco di Ivrea Matteo Chiantore, accanto a Tony Cuomo, l’uomo che con un pentolone e un’idea ha costruito uno degli eventi più amati della città. Nessun discorso altisonante, solo l’emozione semplice di chi sa che sta facendo qualcosa che conta.

Intorno al pentolone, Tony si muove instancabile, come un direttore d’orchestra che suona col mestolo invece che con la bacchetta. C’è commozione nei suoi occhi. Lo sanno tutti: non è solo brodo, pesce e pomodori. È molto di più. È un gesto d’amore ripetuto per vent’anni.

Tra i volontari un volto familiare: l’ex sindaco Stefano Sertoli, grembiule al collo e mani in pasta, pardon nelle cozze. E poi la foto simbolo della giornata: Tony Cuomo con i consiglieri comunali Elisabetta Piccoli e Paolo Noascone. Politica messa da parte, il 2 giugno si lavora insieme per la città.

Infine la sorpresa: Cosmo, alias Marco Jacopo Bianchi, artista di fama nazionale e genero di Tony. C'è anche lui, ma senza clamore, con il suo stile discreto e sorridente. È lì per stare con la famiglia, con la gente. Accanto a lui, Antonietta Cuomo, una delle due figlie di Tony, e la sorella Lucia, entrambe col grembiule, come sempre. Perché la zuppa, prima di tutto, è una faccenda di cuore.

E il cuore batte anche per il sud. La torta azzurra lunga quattro metri, omaggio al quarto scudetto del Napoli, è più di un dolce: è un pezzo di identità. Un modo per dire grazie a Tony, che non ha mai dimenticato le sue radici partenopee.

“Una fetta per ogni stella”, ha scherzato qualcuno. Ma dietro la battuta, c’era l’orgoglio.

La musica, come sempre, ha fatto da colonna sonora. Davide Mindo ha guidato gli applausi e le emozioni, mentre gli ZetaGiò e Gli Amis d’la Crota hanno scaldato il pubblico, ormai dimentico della pioggia mattutina. Si è cantato, si è ballato, si è brindato. A bordo marciapiede, con le mani impiastricciate di sugo e gli occhi pieni di gratitudine.

Da segnalare il gesto che forse passerà alla storia: Tony che lancia il prezzemolo sulla folla. Un rito scaramantico, una benedizione profana. “Porta bene!” grida, e tutti ridono, applaudono, si sentono parte di qualcosa.

E poi la targa regalata dalla famiglia a Tony con su scritto "Ti vogliamo bene". Tutto sincero. Tutto spontaneo. Tutto vero e molto emozionante...

Insomma, vent’anni dopo la prima mestolata, Ivrea continua a stringersi attorno alla sua zuppa. Una zuppa che è diventata famiglia, festa, identità. Una zuppa che, ogni 2 giugno, unisce la Dora e il Vesuvio in un solo abbraccio.

Tony mescola. La gente applaude. Il brodo profuma ancora. E la città, per un giorno, è il posto più caldo del mondo.

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