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16 Febbraio 2025 - 17:46
In una città completamente vestita a festa con i colori degli aranceri, già immersa nell’atmosfera del Carnevale, dove tutti hanno ormai in testa solo la battaglia delle arance. In questo scenario c’è chi non dimentica il dramma dei conflitti nel mondo e continua a manifestare per la pace, come ogni sabato, da quasi tre anni, in piazza di città, con un solo obiettivo: chiedere la fine delle guerre. Il 156° Presidio per la Pace, tenutosi sabato 15 febbraio, è stato un’ulteriore dimostrazione, sempre che e ne fosse il bisogno, di questa determinazione e “resilienza”.
Inevitabile una discussione sulla lettera inviata ai capigruppo del Consiglio comunale e al sindaco qualche giorno fa e che era da considerarsi un appello accorato affinché ciascuno si facesse portavoce presso i propri partiti nazionali di un messaggio di pace e disarmo
E invece?
"Ha finito - si è detto - per diventare un “caso” sul quale la minoranza consigliare ha teso una trappola alla maggioranza...".
Cadigia Perini ha letto la risposta (quasi una messa) del Sindaco di Ivrea Matteo Chiantore, che ha espresso vicinanza alle istanze pacifiste ma ha mantenuto una posizione ambigua, sottolineando la necessità di equilibrare sensibilità diverse all'interno della maggioranza.
Inutile aggiungere che in tanti speravano in un impegno netto contro l’invio di armi, aldilà delle ideologie e dei diktat.
“Da quasi tre anni ci troviamo qui per dire basta alle guerre - ha preso la parola Pierangelo Monti - Chiediamo il cessate il fuoco in Ucraina e a Gaza, chiediamo che l'Italia smetta di alimentare i conflitti con l'invio di armi. La pace non si costruisce con le bombe, ma con la giustizia, il dialogo e il rispetto del diritto internazionale”.
Monti ha ripreso le parole di Papa Francesco: “la guerra è sempre una sconfitta”, sottolineando quanto sia cruciale promuovere una resistenza nonviolenta ispirata ai principi di Gandhi. Sempre lui a ricordare che la pace è una scelta consapevole, che richiede coraggio e perseveranza.
Tra i temi discussi, il legame indissolubile tra guerre e sfruttamento delle risorse naturali. Attraverso la lettura di un articolo di Rita Vittori del Centro Sereno Regis, è stato evidenziato come molti conflitti abbiano radici economiche, con potenze mondiali pronte a sacrificare vite umane pur di controllare materie prime strategiche.
In Congo, la guerra ruota attorno a minerali come coltan, oro e diamanti, fondamentali per l’industria tecnologica. L’Ucraina, invece, è ricca di litio, titanio e gas naturale, risorse che hanno attirato l’interesse degli Stati Uniti e della Cina. Anche Gaza, situata sopra un giacimento di gas naturale tra i più ricchi del Mediterraneo, è da anni oggetto di forti contese.
Sul conflitto in Ucraina, Monti ha messo in evidenza due aspetti chiave: l’allarme lanciato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) sulla crescente pericolosità degli attacchi vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, e l’ipotesi di nuovi negoziati tra Trump e Putin, che potrebbero aprire uno spiraglio di pace. Un fragile barlume di speranza in un contesto ancora gravemente compromesso.
Su Gaza, si è ribadita la necessità di un cessate il fuoco duraturo e il rispetto dei diritti umani. Amnesty International e altre 161 organizzazioni hanno recentemente chiesto alla Commissione europea di interrompere i rapporti commerciali con gli insediamenti israeliani nei territori occupati, dichiarati illegali dalla Corte Internazionale di Giustizia.
La giornata si è chiusa con un messaggio di unità e resistenza pacifica. Monti ha ribadito che, nonostante le differenze di opinione, il presidio rimane una comunità coesa, decisa a far sentire la propria voce: “Possiamo anche restare in silenzio per un’ora, ma il nostro messaggio sarebbe lo stesso: basta armi, vogliamo la pace.”
La discussione sulla risposta alla lettera del sindaco e dei consiglieri continuerà mercoledì 19 febbraio, nello spazio Zac! di Ivrea, con l’obiettivo di definire quale risposta dare al sindaco e ai gruppi consigliari, ma anche le prossime azioni per rafforzare l’impegno pacifista.
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