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13 Febbraio 2025 - 15:47
Luca Spitale
Prosegue senza sosta il dibattito sull’interpellanza generale “negata”, richiesta lo scorso 3 febbraio dal Presidio per la Pace di Ivrea e presentata dalle Opposizioni durante la Conferenza dei Capigruppo, riunitasi in vista del Consiglio Comunale in programma il prossimo 20 febbraio.
Stando a una cronaca più dettagliata, il presidente del Consiglio Comunale, Luca Spitale, ha deciso, con un colpo di mano, di silenziare il dibattito in cui ciascun gruppo politico avrebbe dovuto esprimere la propria posizione sull’invio di armi all’Ucraina e sull’adesione dell’Italia alla NATO, ritenendo l’interpellanza generale uno strumento non idoneo.
Morale? Dopo un imbarazzante tira e molla e una riunione nella stanza accanto tra gli esponenti di maggioranza, durata qualche minuto, Spitale ha messo la questione ai voti, decidendo di non inserirla all’ordine del giorno. La motivazione? "Non è di interesse cittadino…”.
A seguire, dopo la bocciatura s'intende, Spitale ha chiesto alle Opposizioni di presentare invece un ordine del giorno. Tant’è! Fine della discussione.
A denunciare il teatrino è stato il consigliere comunale Andrea Cantoni.
"Come nel titolo del romanzo di Tolstoj, la Guerra e la Pace spesso fanno fatica a dialogare tra loro", commenta. "Abbiamo assistito all’ennesima prova di una maggioranza sempre più impaurita e incapace di affrontare temi politicamente scomodi. Tutti devono sapere che esiste una richiesta del Presidio per la Pace per conoscere le posizioni dei consiglieri. Eppure, a quanto pare, i colleghi di maggioranza hanno ritenuto che la pace non sia un tema di interesse cittadino. Per evitare il dibattito, si sono nascosti dietro il Regolamento del Consiglio Comunale, dichiarando inammissibile l’interpellanza."
Un copione già visto, ma questa volta con un dettaglio in più: per la prima volta dall’inizio della legislatura, la Conferenza dei Capigruppo ha persino votato, fatto raro e indicativo del nervosismo che regna in Municipio.
Da fuori, l’impressione è che, da quando il presidente del Consiglio è Luca Spitale, più che alla sostanza si badi alla forma, finendo per litigare non tanto sui contenuti, quanto su chi debba accreditarseli.
Tutto questo fa male al dibattito perchè nei racconti che circolano, si insinua il sospetto di un Presidio che provoca maggioranza e minoranza con una richiesta di cui già si conosce la risposta, di un’Opposizione che coglie la palla al balzo per evidenziare una frattura "tutta politica" in seno alla maggioranza, di un presidente che gioca all’Ammuina, anticipando e posticipando discussioni, e infine di un Pd che assiste a tutto questo con un senso di frustrazione e disperazione.
La verità è che la differenza tra “un’interpellanza generale” e un “ordine del giorno” è quasi insignificante. La verità è che, prima di Spitale, non si era mai visto un presidente del Consiglio Comunale impegnarsi così tanto nel trovare sul regolamento motivazioni per ostacolare i lavori dell’aula.
Se comunque l’obiettivo di Spitale era di piantare la solita caciara, non si può dire che non ci sia riuscito.
Succede su Facebook, con Franco Giorgio all’attacco.
"Gentile consigliere Cantoni", scrive, "francamente la sua mi pare null'altro che una bieca strumentalizzazione del messaggio che il Presidio per la Pace ha consegnato al Consiglio Comunale di Ivrea. La Pace, il No all'invio di armi, ecc., sono richieste che il movimento per la Pace porta avanti da molto tempo. Il governo, con l'appoggio di una parte dell'opposizione, continua in una politica guerrafondaia. E lei, gentile consigliere, non credo sia su posizioni diverse da quelle che esprime il suo partito di riferimento. Non è necessario o utile che proprio lei usi questo tema per sottolineare le contraddizioni del Partito Democratico, che già conosciamo. La prego quindi di evitare di strumentalizzare il pensiero e le richieste di chi ogni sabato scende in piazza per dire No alla politica guerrafondaia che oggi prevale in Parlamento…”.
E poi ancora: "Sono anni che non svolgo l'attività di consigliere comunale, ma ritengo sbagliato porre il tema attraverso un’interpellanza al sindaco e alla giunta. Lo strumento corretto sarebbe stato lavorare su un ordine del giorno che riprendesse anche, perché no, le richieste fatte dal Presidio per la Pace. Scegliere la strada dell’interpellanza è di per sé una provocazione. Il Presidio ha scritto a tutti i gruppi consiliari. Piuttosto che giocare su temi tanto delicati, mi aspetto da persone come te, che ritengo intellettualmente oneste, che ci spieghino la loro posizione nel merito. Puoi cominciare tu, piuttosto che meravigliarti. Io attendo..."
La replica è del consigliere comunale Massimiliano De Stefano. "Giuro, Franco, non credo ai miei occhi", ribatte. "La questione centrale non risiede nel tema proposto, ma piuttosto nel soggetto che lo presenta. Che poi, ti ricordo, era ciò che chiedevate al Consiglio Comunale. La vostra presunzione nel decidere chi può fare che cosa è alquanto contraddittoria. Pensavo che il vostro intento fosse sapere cosa ne pensano il sindaco e il Consiglio Comunale, visto che la vostra richiesta è stata inviata a tutti i gruppi consiliari, nessuno escluso. Se sapete già come la pensa il PD, allora la vostra richiesta diventa strumentale o provocatoria. Noi (perché mi sento chiamato in causa in quanto firmatario) abbiamo raccolto il vostro appello. Ti invito, se vorrai, la prossima volta, a inviare le vostre richieste a destinatari più graditi alla vostra area."
Nel dibattito si inserisce anche il consigliere comunale Andrea Cantoni.
"C’è un’incomprensione", chiarisce. "Il documento di cui sono primo firmatario è un’interpellanza generale consiliare, volta a far parlare i Consiglieri Comunali. Mi sembrava questa la richiesta del Presidio. Ma non si preoccupi: i Capigruppo di maggioranza hanno stabilito che, “non essendo di interesse cittadino”, l’interpellanza così formulata non fosse ammissibile da Regolamento. Stiamo già lavorando alla riformulazione come ordine del giorno, pur credendo che la nostra scelta fosse quella più vicina a soddisfare le istanze del Presidio, non richiedendo quindi una votazione. Comprendo le perplessità sul sottoscritto primo firmatario, viste le mie posizioni sul Presidio, ma se aveste dovuto aspettare la maggioranza (compresi Viviamo Ivrea e Laboratorio Civico, che mi risultano perfino aderenti al Presidio stesso), la vostra lettera - indirizzata a tutto il Consiglio - sarebbe rimasta inascoltata...".
Sullo sfondo l’atteggiamento della consigliera Vanessa Vidano di Viviamo Ivrea (il cui gruppo figura, insieme a Laboratorio Civico e ZAC!, tra gli aderenti al Presidio per la Pace). Prima riconosce che il tema sia di interesse cittadino – anche in virtù del lavoro del Presidio – poi, allineandosi alla maggioranza, vota per l’inammissibilità dell’interpellanza.
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