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Torino

200 anni di emozioni: l’Egizio di Torino festeggia con Mattarella e Christillin

Tra la visita del Presidente della Repubblica, la conferma di Evelina Christillin e il rinnovamento della Galleria dei Re, l’Egizio si conferma ponte culturale tra Italia ed Egitto, nonostante le ombre del caso Regeni

È stato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a inaugurare ufficialmente il nuovo allestimento del Museo Egizio di Torino, che ha celebrato con grande stile i suoi 200 anni di storia. L’occasione ha visto anche il ministro della Cultura Alessandro Giuli elogiare apertamente “la gestione virtuosa” del museo, un esempio di successo del partenariato tra pubblico e privato, capace di trasformare l’Egizio in un punto di riferimento internazionale.

Alla vigilia delle celebrazioni, Giuli ha annunciato la conferma di Evelina Christillin alla presidenza del museo fino al 2028. La sua guida, avviata dodici anni fa, è stata determinante nel consolidare il prestigio dell’Egizio. Accanto a lei continuerà a lavorare il direttore Christian Greco, il cui rinnovamento degli spazi espositivi e delle strategie gestionali ha portato a una nuova era per il museo. Visibilmente emozionato, Greco ha definito questa giornata “la più bella della mia vita”.

Nonostante il suo mandato scada a giugno del 2025, Greco potrebbe rimanere in carica anche oltre, come ha spiegato Christillin: “Il nostro statuto prevede che il direttore sia scelto tramite bando, e così è stato per Greco. Se il consiglio d’amministrazione riterrà, e non ho motivo di dubitarne, non sarà necessario un nuovo bando per confermarlo”.

al museo egizio

L’evento inaugurale si è svolto in un contesto che non ha ignorato la complessità dei rapporti tra Italia ed Egitto, spesso segnati dalla dolorosa vicenda di Giulio Regeni. Proprio su questo tema, Christillin ha voluto sottolineare “una grande e proficua collaborazione” tra i due Paesi, dichiarando: “Siamo certi che la cultura e i progetti condivisi possano costituire, oltre ogni circostanza, un ponte verso il futuro”. La presidente ha rivelato di aver invitato alla cerimonia i genitori di Regeni, Paola e Claudio, che tuttavia non hanno potuto partecipare a causa dell’udienza processuale in corso. “Il ponte culturale è forse l’unico che può mantenere viva la speranza di verità”, ha aggiunto, precisando che la loro posizione è lontana da valutazioni politiche.

Durante la visita, Mattarella e Giuli hanno avuto modo di ammirare in anteprima la rinnovata Galleria dei Re e il Tempio di Ellesija, simboli del nuovo volto del museo, riaperti al pubblico dopo quasi otto mesi di lavori e un investimento complessivo di 23 milioni di euro, finanziati dal ministero della Cultura e da sponsor privati. Questi due elementi rappresentano il cuore pulsante di un allestimento che ambisce a proiettare il museo verso una dimensione sempre più internazionale. Tuttavia, per completare questa visione, sarà necessario attendere il 2025, quando la nuova piazza del museo sarà finalmente inaugurata, prolungando i festeggiamenti del bicentenario.

Nel corso della cerimonia, il ministro Giuli ha definito l’evento “un momento eccezionale per tutta l’Italia”, celebrando la prima capitale unitaria del Paese e il suo ruolo nella cultura universale. “La visita del presidente della Repubblica rafforza il cammino del museo, che ora può guardare al futuro con una vitalità che durerà per sempre, come il dio sole”, ha dichiarato, mentre il direttore Greco ha elogiato il lavoro instancabile della sua squadra, che non si è risparmiata per trasformare il sogno di un museo moderno in realtà.

Le celebrazioni non si sono fermate qui: per tre giorni l’Egizio apre le sue porte gratuitamente ai visitatori, offrendo un ricco programma di eventi e conferenze. Il festival culminerà il 22 novembre con l’annullo filatelico del francobollo celebrativo e un incontro tra Christian Greco e Ali Abdelhalim Ali, direttore del Museo Egizio del Cairo, a suggellare un legame culturale che va ben oltre i confini nazionali.

Greco, con il consueto entusiasmo, ha ribadito la sua visione: “Il museo è davvero di tutti”. Una promessa che non solo guarda al passato e al presente dell’Egizio, ma che si proietta con forza verso un futuro dove la cultura continua a essere il ponte più solido tra mondi diversi.

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