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Politica e raduni

Pontida 2024: Sovranisti nel fango, tra bandiere e banchieri

Salvini e Orban infiammano il raduno della Lega, ma il pratone resta a metà. Tra autonomia, immigrazione e stoccate ai banchieri, il sovranismo trova casa a Pontida

Una giornata davvero memorabile, quella del 6 ottobre 2024 a Pontida. E' qui che Lega celebra il suo raduno annuale. Nonostante un cielo da pioggia (che, diciamocelo, ha mantenuto la promessa), il celebre "pratone" si è riempito di militanti, anche se non proprio fino all'orlo.

Ma facciamo finta, tanto chi conta i presenti?

Il mood della giornata? Ribadire con forza le posizioni di sempre, tra immigrati, autonomia e ovviamente i soliti banchieri cattivi, da tartassare senza pietà.

L’indiscusso protagonista della giornata non poteva che essere Matteo Salvini. Sul palco ha sfoderato il suo consueto stile, a metà tra il predicatore e il vostro miglior amico al bar.

Davanti a una folla avvolta da bandiere verdi (e qualche felpa vintage), Salvini ha dichiarato che, se proprio qualcuno deve pagare di più, che siano i banchieri e non gli operai.

E chi potrebbe essere in disaccordo? In fondo, meglio prendersela con chi i soldi li ha già che con chi li sogna, no?

Tra una battuta sul suo possibile soggiorno dietro le sbarre per il caso Open Arms – "Eh, magari vi tocca venirmi a trovare in carcere!" – e un ringraziamento quasi mistico ai fondatori della Lega, Salvini ha promesso, come sempre, di non mollare mai. Tranquilli, ci sono ancora confini da difendere e banchieri da far piangere!

Il palco, come da tradizione, ha accolto sovranisti di mezza Europa.

L’intervento più acclamato? Quello di Viktor Orban, il premier ungherese ormai abituato alle standing ovation in terra leghista. Accompagnato da cori da stadio (non si capiva se fossero per lui o per la polenta in arrivo), Orban ha tirato fuori il suo miglior repertorio: Bruxelles è il nemico, e la soluzione non è scappare, ma occupare l’Europa dall'interno. Occupare con la forza, signori! Altro che diplomazia. L’Europa dev'essere forte, sicura e, naturalmente, sovranista.

Standing ovation anche per il generale Roberto Vannacci.

Il suo discorso? Ovviamente contro lo Ius Scholae e la cittadinanza facile. "Non regaliamo cittadinanze!", ha tuonato, ricordando a tutti che "in Arabia Saudita non diventate arabi solo perché frequentate una scuola".

Certo, un parallelismo impeccabile, se non fosse che non molti italiani stanno facendo la fila per vivere nel deserto.

Ma l’importante era far sentire la propria voce, e su questo Vannacci è stato maestro.

Tra un intervento e l’altro, la giornata non poteva concludersi senza il Ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha cercato di mantenere i piedi per terra (più che altro per non scivolare nel fango).

Camicia verde d'ordinanza, Giorgetti ha promesso sacrifici per chi ha di più. Ma chi siano questi misteriosi sfortunati, resta ancora un piccolo mistero...

E mentre Calderoli prometteva l’inizio di un'era più federale (ormai è un mantra), sul pratone sono cominciati i barbecue con spiedini e salamelle.

Tra gli ospiti, anche i sovranisti spagnoli di Vox, gli austriaci e perfino qualche rappresentante ceco, tutti lì, uniti per difendere i confini, proteggere le tradizioni e mangiare gli arrosticini.

In fondo, Pontida è anche questo. Il centro del mondo per gli euroscettici, un crocevia di braciole, costine, ideali che guardano al passato, ma che giurano di essere il futuro.

Nota ironica della giornata? Beh, il pratone. Non era proprio pienissimo anche per colpa del fango, o forse della polenta troppo buona per essere abbandonata.

Nessuno se n'è preoccupato. Gli irriducibili erano lì, fedeli come sempre, con il naso all'insù a scrutare le nuvole, sperando che il tempo non rovinasse la festa... o che almeno la polenta fosse calda.

Tant'è! Tra un discorso infuocato e uno slogan evergreen, anche quest’anno, Pontida ha compiuto il suo miracolo: rendere i confini italiani ancora più invalicabili (almeno sulla carta) e dare agli euroscettici un nuovo slogan da gridare... o da accompagnare con un bel bicchiere di vino.

Ah, tra l'altro...

I leghisti Canavesani

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Al centro l'ex consigliere regionale della Lega Andrea Cane

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Il deputato Alessandro Giglio Vigna con la delegazione Canavesana

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I fratelli Maugeri, Moreno e Manolo. Sotto con Matteo Salvini c'è anche Lorenzo Ravinale

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