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09 Dicembre 2025 - 14:57
Il Teatrino di Natale accende Piazza Carlo Alberto con Altan, Rodari e Piumini
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Data di inizio 09.12.2025 - 00:00
Data di fine 06.01.2026 - 00:00
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Il mosaico di iniziative natalizie della Città di Torino si arricchisce di un tassello che negli ultimi anni è diventato un punto fermo per famiglie e scuole: il Teatrino di Natale in piazza Carlo Alberto. Un esperimento nato quasi in sordina e cresciuto fino a diventare uno degli appuntamenti più attesi dai più piccoli, che ogni giorno, fino al 6 gennaio, dalle 14.30 alle 20, possono assistere a uno spettacolo costruito a partire dai loro stessi disegni. Quest’anno, nel cuore della piazza, arriva una novità che celebra un compleanno importante: i cinquant’anni della Pimpa, la cagnolina a pois nata dalla matita di Altan, protagonista del nuovo racconto ispirato al Diario dei Mesi.
La scelta del Comune, spiegano dagli uffici dell’assessorato, è quella di trasformare i bambini da semplici spettatori ad autori, invitando le scuole dell’infanzia a creare materiali che diventano parte integrante del racconto. È lo spirito sottolineato dal sindaco Stefano Lo Russo, che ricorda come l’atmosfera natalizia non possa essere disgiunta da uno sguardo su ciò che accade nel mondo: «Le animazioni del Teatrino di Natale terranno compagnia ai più piccoli ma regaleranno spensieratezza anche agli adulti», afferma, aggiungendo che il pensiero va soprattutto a chi, lontano dalla città, non può vivere il Natale in serenità.
Accanto a lui, l’assessora alle Politiche educative Carlotta Salerno ribadisce l’importanza di un progetto costruito in dialogo con le scuole, un percorso nato come sperimentazione e diventato ormai parte dell’identità educativa cittadina. Il teatrino, nelle sue parole, è un modo per consolidare il rapporto tra istituzioni e comunità scolastica attraverso esperienze che rendono protagonisti bambini, insegnanti e famiglie.

Lo spettacolo dura circa mezz’ora e prende vita grazie alle composizioni dei bambini, animate da attori, suoni e una colonna sonora originale. Le immagini, nate sui banchi delle scuole dell’infanzia, diventano materia narrativa, trasformando le intuizioni grafiche dei più piccoli in un racconto pensato per tutti.
Il primo segmento è dedicato alla Pimpa, con la sua voce ufficiale e con Armando che guida il pubblico tra avventure quotidiane reinventate attraverso lo sguardo dei bambini. È un’apertura giocosa, che sfrutta l’immaginario visivo costruito nelle classi per dare forma a un mondo riconoscibile e sorprendente nello stesso tempo.
Il secondo momento è il più fiabesco: le storie natalizie di Gianni Rodari vengono rilette attraverso immagini e musica, mantenendo quel mix di fantasia, ironia e desiderio di pace che caratterizza la poetica dello scrittore. Già lo scorso anno questo segmento aveva conquistato i piccoli spettatori, diventando uno dei momenti più attesi della programmazione.
Il terzo passaggio appartiene invece all’universo poetico di Roberto Piumini, incentrato sul tema della felicità e su quanto i bambini possano raccontarla meglio di chiunque altro. Attraverso la loro visione immaginativa, lo spettacolo diventa un percorso che parla di emozioni, consapevolezza personale e capacità di affrontare le difficoltà, offrendo al pubblico un messaggio che unisce delicatezza e profondità.
L’intera operazione è promossa dall’assessorato alle Politiche educative della Città di Torino, realizzata da Punto Rec Studios e sostenuta da Iren come main sponsor. Una trentina le scuole dell’infanzia coinvolte, per oltre cinquecento elaborati trasformati in materia narrativa. Un numero che non indica solo la partecipazione, ma la costruzione condivisa di un progetto culturale che si conferma, anno dopo anno, come uno spazio di incontro fra linguaggi, generazioni e immaginazione.
La piazza, nelle settimane che porteranno all’Epifania, diventerà dunque il palcoscenico di un Natale che sceglie di parlare ai bambini usando la loro stessa voce. Un racconto collettivo, semplice e luminoso, che fa della creatività dei più piccoli non un ornamento, ma il centro dell’intera scena.

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