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Giocattoli, solidarietà e riscatto: a Chivasso Babbo Natale raccoglie regali dai piccoli "elfi collaudatori"

Domenica 7 dicembre il gazebo solidale davanti alla Caserma Giordana: il Babbo Natale più famoso della città torna tra i bambini.

Giocattoli, solidarietà e riscatto: a Chivasso Babbo Natale raccoglie regali dai piccoli "elfi collaudatori"

Giocattoli, solidarietà e riscatto: a Chivasso Babbo Natale raccoglie regali dai piccoli "elfi collaudatori"

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A Chivasso torna l’iniziativa che trasforma un semplice gesto – donare un giocattolo – in un piccolo atto di civiltà. Domenica 7 dicembre, dalle 10 alle 18, davanti alla Caserma Giordana / Palazzo Einaudi, il gazebo dell’Associazione Internazionale Regina Elena ODV, insieme alla Banca del Giocattolo di Biella e alla Pro Loco di Torino, accoglierà chiunque voglia mettere in circolo un po’ di magia natalizia. E a fare gli onori di casa ci sarà lui, Silvano Borca, il Babbo Natale che Chivasso conosce da anni e che non smette di insegnare cosa significhi resistere.

Per chi lo ha incontrato almeno una volta, Silvano non è “solo” un uomo con la barba bianca. È un simbolo. Un frammento di quella provincia che cade, si rialza e trova il modo di ricostruirsi. La sua storia lo racconta meglio di qualsiasi costume rosso. Con più di settant'anni alle spalle, nato e cresciuto qui, ha attraversato una vita che definire complicata sarebbe un eufemismo. L’alluvione del ’94 gli portò via il distributore di benzina al Biget, sulla SP 590. «Da quel giorno non è più passata una macchina», ricordava l’anno scorso, quando La Voce aveva ripercorso i suoi anni più duri. Era nel pieno dei quarant’anni, e la strada – letteralmente – gli crollò sotto i piedi.

Silvano Borca in redazione

Il resto fu una lunga salita. “Ho vissuto anche in stazione a Chivasso”, diceva senza vergogna, con quella sincerità che non ha bisogno di essere addolcita. Panchine, garage senza acqua, freddo, solitudine. Un curriculum che in troppi conoscono e in troppi fingono di non vedere. Eppure, dentro Silvano qualcosa non ha mai ceduto: la voglia di restare umano. Di restare utile. Di restare, in qualche modo, Natale.

Così è nato il suo Babbo Natale. Prima per gioco, poi per necessità, infine per vocazione. Piazza Castello, Torino, Natale 2022: cappotto rosso, barba naturale, rametti d’agrifoglio e un sorriso instancabile che attirava bambini e adulti. Quella scena semplice – lui al centro, la città che lo guarda – è diventata il suo riscatto. Televisioni, giornali, siti nazionali: tutti hanno voluto raccontare l’uomo che aveva trasformato la sfortuna in un mestiere gentile.

Oggi Silvano vive in un piccolo appartamento a Chivasso ed è tornato ad una vita dignitosa. Ma il suo cuore resta agganciato alla parte migliore della comunità: quella che dona, si espone, si ricorda degli ultimi.

Ecco perché la raccolta giochi di domenica è più di un evento. È un ponte tra chi ha qualcosa da dare e chi ha bisogno di riceverlo. I bambini che porteranno un giocattolo riceveranno un attestato come “elfi collaudatori”. Un modo semplice – ma intelligente – per insegnare che la solidarietà non è un sacrificio, ma una competenza da imparare da piccoli.

Silvano non si limita a interpretare un personaggio: lo abita, lo difende, lo restituisce alla città. È il Babbo Natale che conosce il peso delle sconfitte e la leggerezza di un sorriso regalato. Uno che quando è triste, confida, “leggo le letterine dei bambini e mi torna il sorriso”. Non serve aggiungere altro.

Chivasso lo sa: ogni volta che torna questa iniziativa, non si raccolgono solo giocattoli. Si raccoglie un pezzo di umanità. E lo si fa grazie a un uomo che, dopo aver perso tutto, ha deciso di diventare un dono lui stesso.

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