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17 Novembre 2025 - 14:43
Un concerto per chi non ha più voce: il Regio trasforma la musica in un gesto contro la violenza di genere (immagine di repertorio)
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Data di inizio 25.11.2025 - 18:30
Data di fine 25.11.2025 - 00:00
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Il Teatro Regio di Torino sceglie la musica come strumento di consapevolezza e responsabilità collettiva. Martedì 25 novembre 2025, alle 18.30, il Foyer del Toro ospiterà un concerto speciale a ingresso libero in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, un appuntamento che vuole essere prima di tutto un gesto di ascolto, di vicinanza e di riflessione aperto alla città. L’iniziativa nasce da una proposta delle Artiste del Coro del Teatro Regio, che hanno deciso di mettere la propria voce al servizio di una causa che continua a interrogare la coscienza civile, scegliendo di costruire un percorso musicale e narrativo fatto di pagine d’arte e letture selezionate. Durante la serata verranno raccolte offerte a sostegno dei Centri Antiviolenza E.M.M.A. ETS, realtà torinese che garantisce accoglienza, supporto legale e psicologico gratuito, interventi in emergenza e percorsi di empowerment per le donne vittime di violenza.
La direzione musicale è affidata al maestro Ulisse Trabacchin, che guiderà le Artiste del Coro affiancate dal soprano Albina Tonkinkh e dal mezzosoprano Martina Myskohlid, entrambe del Regio Ensemble. Accanto a loro, alcune prime parti dell’Orchestra del Regio: Sara Tenaglia al flauto, Alessandra Avico al contrabbasso e la pianista Jeong Un Kim. Le letture saranno interpretate dall’attrice Sara Gedeone, formatasi alla Scuola per Attori del Teatro Stabile e già impegnata in numerosi allestimenti firmati da registi come Leonardo Lidi, Valerio Binasco e Jurij Ferrini.
Il Sovrintendente Mathieu Jouvin sottolinea il significato del progetto con parole di forte chiarezza civile: «Ringrazio le Artiste del Coro del Regio per aver proposto alla Direzione del Teatro questa iniziativa: hanno dimostrato una grande sensibilità nei confronti di un tema che ci tocca tutti nel profondo e che è drammaticamente attuale. Da subito abbiamo deciso non solo di accogliere, ma di unirci convintamente alla realizzazione del concerto, convinti che un luogo di cultura come il nostro Teatro possa essere anche sede di riflessione e di impegno civile. Un’opportunità per ricordare i valori più importanti di una comunità, tra i quali sicuramente non è contemplata la violenza». Jouvin conclude con un ringraziamento alle artiste e agli artisti che parteciperanno «a titolo volontario», sottolineando il valore di un gesto che va oltre l’impegno professionale.
Il programma musicale costruisce un percorso emotivo preciso, unendo la malinconia raffinata della tradizione cameristica francese — con brani di Gabriel Fauré (Madrigal, Pavane), Francis Poulenc (Les Chemins de l’Amour), Camille Saint-Saëns (La Nuit) e André Caplet (Viens! Une flûte invisible soupire) — alla profondità meditativa dei Seven Part Songs di Gustav Holst. Una selezione che attraversa l’intimità, la notte, la passione, fino alle zone più oscure del sentimento umano, mostrando come la poesia possa essere ferita dal dolore ma anche riscattata dalla speranza.
Le letture, scelte come contrappunto narrativo, intrecciano la Gelosia di Cesare Pavese, che porta alla luce il germe del possesso, con la voce libera e incisiva di Mariagiorgia Ulbar in Luce nuda; fino alle testimonianze civili di Gino Cecchettin (Cara Giulia) e Neige Sinno (Triste tigre), che aprono uno spazio di memoria, responsabilità e impegno. È un dialogo tra musica e parola che non cerca risposte facili, ma illumina, con la forza dell’arte, ciò che non può più essere taciuto.
Il Regio sceglie così di diventare non solo luogo di spettacolo, ma spazio pubblico di educazione e consapevolezza, un presidio culturale che invita la comunità a fermarsi, ascoltare e riconoscere che la violenza non è un fatto privato, ma una ferita collettiva che riguarda tutti. Il 25 novembre sarà un momento per ricordare, per sostenere chi lavora ogni giorno accanto alle donne e per ribadire che la cultura, quando si mette al servizio della realtà, può diventare uno strumento potente contro l’indifferenza.

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