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Chivasso rende omaggio al Maresciallo Maggiore Anselmo Rota: un tributo nel giorno della Virgo Fidelis

Un doppio tributo: la targa che ne onora la memoria e il libro “Il Maresciallo Rota – Una storia di rigore e umanità”, scritto dalla figlia Marina Rota, per raccontare l’uomo dietro la divisa

Chivasso rende omaggio al Maresciallo Maggiore Anselmo Rota: un tributo nel giorno della Virgo Fidelis

La copertina del libro “Il Maresciallo Rota – Una storia di rigore e umanità”.

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Venerdì 21 novembre, nel giorno dedicato alla Virgo Fidelis, Patrona dell’Arma dei Carabinieri, la Città di Chivasso renderà omaggio alla memoria del Maresciallo Maggiore Anselmo Rota, figura indimenticata per integrità morale, umanità e dedizione al servizio.

Il riconoscimento, deliberato all’unanimità dal Consiglio Comunale, si articolerà in due momenti solenni. Alle ore 18.00 si terrà l’inaugurazione della targa commemorativa sotto i portici di via Torino 43, all’angolo con piazza del Duomo, recante l’incisione del celebre motto dannunziano “Io ho quel che ho donato”, sintesi perfetta dello spirito altruista e generoso che ha contraddistinto l’intera vita del Maresciallo.

A seguire, alle ore 18.45, nella Sala Consiliare del Comune di Chivasso, in Piazza Generale Carlo Alberto dalla Chiesa n.4, avrà luogo la presentazione del libro “Il Maresciallo Rota – Una storia di rigore e umanità” (Edizioni Pedrini), scritto dalla figlia Marina Rota, giornalista e autrice di sei pubblicazioni.

Dopo il saluto del sindaco Claudio Castello, interverranno, insieme all’autrice, l’editore Ennio Pedrini, il tenente colonnello Biagio Fabrizio Carillo, assessore alla Legalità del Comune di Chieri e autore della prefazione del volume, e il consigliere comunale Bruno Prestia, capogruppo del gruppo di Minoranza Per Chivasso, promotore dell'intitolazione della targa.

Nel suo libro, Marina Rota delinea con sensibilità e raffinatezza narrativa il ritratto di un uomo “tutto d’un pezzo”, arguto, ironico e capace di un’infinita umanità. Dalle sue pagine emergono episodi di vita quotidiana e di servizio: dalle serate spensierate nel suo ranch di campagna alle indagini che lo videro protagonista, come quella della “squartatrice di Chivasso”.

Un racconto che intreccia memoria privata e storia collettiva, restituendo l’immagine di un maresciallo autorevole e insieme tenero, coraggioso e profondamente umano — di quell'"hombre vertical” che non dimenticò mai di appartenere all’Arma, mantenendo sempre intatto il senso del dovere e l’amore per il prossimo.

Come ha scritto Biagio Fabrizio Carillo nella prefazione: “L’amica Marina Rota offre un racconto pieno di spunti di riflessione e tocca con inusuale eleganza il cuore di ogni lettore. Non solo un racconto, ma pure una fotografia puntuale dei luoghi e delle persone che vengono chiamati in causa. […] Marina coglie nel segno”.

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