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Unitre Cavagnolo, la cultura non va in pensione

Sabato 11 ottobre, nel salone parrocchiale, la presentazione dei corsi e delle nuove attività

Unitre Cavagnolo, la cultura non va in pensione

Unitre Cavagnolo, la cultura non va in pensione

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C’è chi dice che la cultura non serva, che “tanto alla nostra età…” — e poi ci sono loro, quelli che sabato 11 ottobre alle 16.00, nel Salone Parrocchiale di Piazza Vittorio Veneto, si ritroveranno per inaugurare l’anno accademico 2025-2026 della Unitre di Cavagnolo-Basso Monferrato, in collaborazione con il Comune di Cavagnolo.

Un piccolo rito civico, senza fanfare, ma con un significato profondo: continuare a imparare non è un lusso, è un atto di resistenza. E in un tempo che brucia ogni memoria, è anche un gesto politico.

Le radici della cultura sono amare, ma i frutti sono dolci”, ricorda Aristotele nella frase scelta come filo conduttore dell’incontro. E in effetti, dietro ogni corso, ogni lezione, c’è un impegno che non si misura in crediti ma in curiosità e tenacia. Chi frequenta l’Università della Terza Età lo sa: la fatica dello studio non è più quella dei voti, ma quella della libertà.

Non è solo un calendario di lezioni che si presenta, ma un modo di stare nel mondo. La Unitre locale, da anni, tiene insieme generazioni che altrimenti non si incontrerebbero più: chi insegna e chi ascolta, chi ricorda e chi riscopre. Una comunità che non si rassegna all’idea che l’età sia una parentesi da riempire, ma la stagione più lucida per capire.

Cavagnolo, sabato pomeriggio, offrirà quindi più di un’inaugurazione: offrirà un esempio. E in tempi di slogan, di superficialità digitale e di memoria corta, non è poco.

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