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La Transumanza torna a Pont-Canavese: due giorni per riscoprire un rito che unisce storia, natura e comunità

Il 4 e 5 ottobre 2025 il paese accoglie mandrie e pastori in cammino, trasformando un’antica pratica di sopravvivenza in patrimonio culturale condiviso

La Transumanza

La Transumanza torna a Pont Canavese: due giorni per riscoprire un rito che unisce storia, natura e comunità

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Quando i campanacci si avvicinano e il suono si diffonde tra le vie di Pont Canavese, il tempo sembra rallentare. Non è un evento qualunque, ma il ritorno di un rito che da secoli scandisce la vita delle comunità alpine: la Transumanza, la migrazione stagionale delle mandrie e dei greggi che ogni primavera salgono verso i pascoli d’alta quota e in autunno ridiscendono nelle valli per trascorrere l’inverno. Il 4 e 5 ottobre 2025 Pont Canavese sarà nuovamente protagonista di questa tradizione, accogliendo mucche, capre e pecore che attraverseranno il centro del paese guidate dai loro pastori. Non sarà solo uno spettacolo per gli occhi, ma un’esperienza totale: la Transumanza si vede, si sente, si respira. È rumore di passi e di zoccoli, odore di erba e di fieno, grida e richiami che riportano a un mondo in cui la sopravvivenza era legata all’armonia con i cicli naturali.

La Transumanza non è una rievocazione folcloristica inventata per i turisti. Nasce come necessità primaria: portare il bestiame dove il pascolo è disponibile nelle diverse stagioni. Nelle Alpi e in tutto il Mediterraneo, per secoli, famiglie intere hanno seguito questo ritmo, vivendo mesi in montagna durante l’estate e tornando nei villaggi a valle con i primi freddi. Non era soltanto uno spostamento economico, ma un vero e proprio viaggio culturale, fatto di incontri, scambi, rapporti di solidarietà. Oggi questa pratica ha perso la sua centralità economica, ma conserva un valore enorme. È diventata patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO, riconoscimento che ne sancisce l’importanza non solo come memoria storica, ma come strumento ancora vivo di educazione ambientale, identità e socialità.

Pont Canavese è un crocevia naturale tra valli e pianura, luogo in cui la montagna incontra la vita agricola. Qui la Transumanza non è folklore da cartolina, ma realtà quotidiana. Le famiglie di allevatori mantengono ancora viva la pratica, portando avanti un mestiere duro, scandito da sacrifici, ma che custodisce una sapienza antica. L’appuntamento autunnale diventa quindi occasione per il paese di celebrare se stesso e di aprirsi ai visitatori, mostrando la bellezza di un rito che appartiene alla collettività. Il passaggio degli animali per le vie non è solo un atto simbolico. È un messaggio chiaro: la terra e chi la lavora restano al centro. I turisti, i bambini delle scuole, i cittadini possono assistere da vicino, comprendendo che dietro ogni campanaccio c’è la storia di un lavoro faticoso ma fondamentale per mantenere vivi i territori montani.

Il programma del 4 e 5 ottobre 2025 non prevede solo il corteo della Transumanza. Saranno due giorni di festa comunitaria, con mercatini di prodotti locali, momenti di degustazione, incontri con allevatori e artigiani. Ci sarà spazio per la musica popolare, per i racconti degli anziani e per attività didattiche pensate per i più piccoli. L’obiettivo è far capire che la Transumanza non è un pezzo di passato da conservare in un museo, ma un rituale vivo, che parla di sostenibilità, di rapporto con la natura, di capacità di adattarsi alle stagioni e di valorizzazione del territorio.

In un’epoca dominata dalla velocità e dal consumo, la Transumanza rappresenta un invito a fermarsi. Guardare gli animali che avanzano lentamente, seguire i pastori nei loro gesti misurati, respirare l’aria impregnata di odori forti significa riconnettersi con un ritmo dimenticato. È una lezione di ecologia pratica: i pascoli non si sprecano, si utilizzano al meglio; il cibo non è un prodotto industriale, ma il frutto di un lavoro che parte dai prati e arriva alle tavole. Gli esperti ricordano che questa pratica, oltre ad avere un valore simbolico, ha ancora oggi una funzione concreta. Gli animali che pascolano in alta quota contribuiscono alla manutenzione del paesaggio, riducendo il rischio di incendi e frane. La loro presenza preserva gli equilibri ecologici, garantisce biodiversità e sostiene filiere produttive legate al latte, alla carne e al formaggio.

Pont Canavese, con la sua Transumanza, mette al centro la necessità di trasmettere ai giovani questo patrimonio. Le scuole saranno coinvolte con laboratori e incontri, per mostrare che dietro le immagini suggestive c’è un sapere fatto di pazienza, resistenza e cura. Per gli allevatori è un’occasione per raccontare le difficoltà quotidiane: dai costi di gestione alle sfide climatiche, fino alla concorrenza di mercati globali che spesso non valorizzano i prodotti locali.

La due giorni di ottobre sarà quindi un’occasione di festa, ma anche di consapevolezza. Pont Canavese si trasformerà in un palcoscenico naturale in cui tradizione e presente si intrecciano. Visitatori e residenti potranno non solo assistere, ma sentirsi parte di un rito che appartiene a tutti. La Transumanza è, in fondo, un invito a ricordare che vivere significa camminare insieme, affrontare i cambiamenti con spirito collettivo e riconoscere che la natura non è un ostacolo, ma la nostra prima alleata.

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