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La terra di nessuno: la nuova saga di Cristiana Vigliaron che nasce a Filia e racconta il coraggio di Malena

Sabato 20 settembre la presentazione del romanzo “La terra di nessuno – Echi dal Bosco delle Anime” a Filia, frazione di Castellamonte. Un intreccio di memoria, storia e radici canavesane che porta in scena una donna capace di sfidare dolori e sogni infranti, simbolo di un’intera comunità

La terra di nessuno: la nuova saga di Cristiana Vigliaron che nasce a Filia e racconta il coraggio di Malena

La terra di nessuno: la nuova saga di Cristiana Vigliaron che nasce a Filia e racconta il coraggio di Malena

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Sabato 20 settembre, alle ore 16, la piazza di Filia, frazione collinare di Castellamonte, diventerà il palcoscenico di una storia che parla di memoria, coraggio e radici. Lì sarà presentato “La terra di nessuno – Echi dal Bosco delle Anime”, nuovo romanzo di Cristiana Vigliaron, edito da Baima & Ronchetti Editore. Un libro che racconta la lotta per la sopravvivenza di una donna e, con lei, di un’intera comunità canavesana, dall’inizio del Novecento fino agli anni drammatici della seconda guerra mondiale. All’incontro interverranno la stessa autrice, dialogando con Roberta Ronchetti, le letture saranno affidate a Corrado Deri, con l’accompagnamento musicale di Walter Muià.

La protagonista del romanzo è Malena, figura femminile destinata a rimanere impressa per la sua forza e resilienza. «Non so se dipende dal fatto di essere una donna e quindi di riuscire a immedesimarmi di più nell’universo femminile» spiega Vigliaron, «ma le storie che ho scritto hanno sempre avuto come protagonista o voce narrante una figura femminile. Forse, sono più a mio agio nel vestire i panni di una donna, conoscendone la sensibilità e certi aspetti caratteriali». In Malena, racconta l’autrice, ci sono echi della propria bisnonna e dei racconti familiari, ma nessun elemento autobiografico diretto.

Il romanzo, ambientato proprio a Filia, non vuole essere però una cronaca storica, bensì una saga familiare in cui il contesto territoriale diventa suggestione e memoria. «Mi sono ispirata a Filia, ma le vicende avrebbero potuto essere ambientate anche in un’altra location montana, al tempo della seconda guerra mondiale» racconta Vigliaron. Centrale è il Bosco delle Anime, elemento che da accenno è diventato il fulcro della storia: «Ho scoperto che a Filia esiste un sentiero delle anime, me ne parlò mia madre. All’inizio il bosco era solo citato, ma poi è diventato così importante da finire nel sottotitolo».

Non mancano personaggi maschili di rilievo: il parroco don Pertini, con cui Malena intreccia un rapporto intenso e conflittuale, e il marito defunto, la cui assenza pesa sulle scelte della protagonista. Un “non personaggio” che, pur non comparendo mai davvero, lascia un segno profondo.

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La scrittura per Vigliaron non è mai stata un mestiere, ma una passione che trova spazio tra gli impegni quotidiani. «Non ho il problema della pagina bianca. Scrivo e poi rielaboro, se nascono nuove idee. Questo libro è nato in circa un anno di lavoro». Una passione che le ha già dato soddisfazioni: con il romanzo d’esordio “Non chiamarmi sorellina” (2022), ambientato negli anni ’70, ha vinto nel 2024 il primo premio al Concorso Letterario Città di Massa e ottenuto diverse menzioni speciali.

E mentre a Filia ci si prepara a scoprire il suo secondo lavoro, l’autrice ha già lo sguardo rivolto al futuro. «Ho nel cassetto una storia visionaria ambientata negli anni ’20, che potrebbe avere una venatura gialla, e sto scrivendo anche un libro ambientato negli anni ’90 tra Milano, Roma e Parigi. Sarà molto diverso da quanto ho fatto finora e anche lontano dal Canavese».

C’è poi un ringraziamento speciale che Vigliaron non dimentica di sottolineare: «È stata la mia editrice, Roberta Ronchetti, a spronarmi a scrivere questo romanzo. Se ne è innamorata e lo ha fatto un po’ suo. La ringrazio: abbiamo lavorato bene insieme, si è creata una bella sinergia. Ha amato questo libro e affidarlo a Baima & Ronchetti per la pubblicazione è stato naturale».

“La terra di nessuno – Echi dal Bosco delle Anime” non è quindi solo un romanzo, ma un ponte tra passato e presente, tra ricordi familiari e memoria collettiva, tra il Canavese e una comunità che ancora oggi riconosce nel racconto letterario un modo per ritrovarsi.

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