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Sarah Maldoror: il racconto cinematografico di una rivoluzionaria

Il tributo a una regista che ha trasformato il cinema in strumento di giustizia

Sarah Maldoror

Sarah Maldoror: il racconto cinematografico di una rivoluzionaria

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Dal 15 al 20 gennaio 2025, il Museo Nazionale del Cinema presenta al Cinema Massimo la retrospettiva “Sarah Maldoror: un’artista ribelle in libertà”, dedicata a una delle figure più influenti del cinema africano e dell’attivismo culturale. L’evento, curato da Daniela Ricci in collaborazione con l’Alliance Française di Torino e l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, celebra l’opera e l’impegno di una regista straordinaria.

Sarah Maldoror (1929–2020) è stata una regista, sceneggiatrice e militante politica, pioniera nel raccontare le guerre di liberazione delle ex colonie portoghesi e il ruolo delle donne nella lotta. La sua opera sfida gli stereotipi imperialisti, offrendo una rappresentazione autentica delle realtà africane. Francese di nascita, con origini guadalupensi, Maldoror ha scelto il suo nome d’arte in onore del poema di Lautréamont, a testimonianza del suo impegno artistico e politico.

Dal teatro alla regia cinematografica, la sua carriera ha attraversato luoghi simbolici come Algeri, Parigi, Mosca, Bissau, e la Martinica, intrecciandosi con figure rivoluzionarie come Mario de Andrade. Le sue opere combinano cinema, musica, pittura e poesia, dando vita a un linguaggio unico e profondamente decoloniale.

La retrospettiva offre una selezione di film che evidenziano la poliedricità di Sarah Maldoror:

  • "Et les chiens se taisaient" (1978): adattamento del poema di Aimé Césaire, con una messa in scena tragica e lirica.
  • "Sambizanga" (1972): il racconto struggente della prigionia di un attivista angolano, tratto da un romanzo di José Luandino Vieira.
  • "La route de l’esclave: Regards de mémoire" (2003): un viaggio nella memoria storica della schiavitù con le testimonianze di Édouard Glissant e Aimé Césaire.
  • "Un dessert pour Constance" (1979): una commedia che affronta il razzismo quotidiano con leggerezza e ironia.
  • "Monangambééé" (1969): un cortometraggio poetico e potente sul colonialismo portoghese in Angola.

Inoltre, giovedì 16 gennaio, presso il Circolo dei Lettori, si terrà una lettura tratta da una sceneggiatura inedita della regista.

Il cinema di Sarah Maldoror è una sintesi di giustizia, libertà e creatività. Attraverso il suo sguardo, ha dato voce a storie dimenticate, intrecciando attivismo politico e arte cinematografica. La sua passione per la pittura, la musica e la poesia arricchisce ogni sua opera, rendendola unica e rivoluzionaria.

La retrospettiva è un’occasione imperdibile per scoprire il lavoro di una delle pioniere del cinema panafricano.

Il tributo a Sarah Maldoror rappresenta un passo importante per riconoscere il valore di un’artista che ha cambiato il modo di fare cinema, rendendolo uno strumento di rivoluzione culturale e lotta per i diritti.

Sarah Maldoror (1929–2020) è stata una regista, sceneggiatrice e militante politica, pioniera nel raccontare le guerre di liberazione delle ex colonie portoghesi e il ruolo delle donne nella lotta

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