AGGIORNAMENTI
Cerca
Valchiusella
12 Aprile 2024 - 23:16
Dettagli evento
Data di inizio 20.04.2024 - 00:00
Data di fine 20.04.2024 - 00:00
Località
Tipologia
Prima dell’arrivo della sintesi chimica i malanni e anche i malocchi venivano curati con erbe e funghi in una suggestiva commistione tra scienza e magia. Qui non parlo dei rimedi magici come quello trovato in un libro dove si accusava una povera donna di stregoneria perchè questa per proteggere dal malocchio, ammorbidiva con latte di capra dei semi di vaniglia e poi li strofinava sui polsi di chi veniva a chiedere aiuto, oppure per tenere lontano gli incubi notturni consigliava allora un rimedio costoso ai tempi, una dose di pepe, molto caro allora, forma di mezzaluna ai piedi del letto li teneva lontani. Anticamente il sottile confine tra medicina e magia era molto labile, e poi se pensiamo all’antichità mi vengono in mente le affascinanti figure di maghe, quali Circe, Medea, Calipso, ma anche le Sibille e le Pizie.
Nella maggior parte dei casi le figure femminili e solitamente definite “maghe” erano delle vere e proprie sciamane, ovvero guaritrici, erboriste, e forse in qualche modo anche Maghe.
Queste maghe erano delle donne che detenevano la conoscenza delle cure con le piante e dell’interpretazione dei sogni attraverso lo stato di trance. Erano figure femminile già attive che si dedicavano già nel periodo paleolitico alla raccolta di piante e di frutti mentre gli uomini erano dediti alla caccia dei grandi erbivori. Le donne nel corso dei millenni acquisirono sempre di più la conoscenza delle piante benefiche e di quelle velenose per noi esseri umani.
Tuttavia non dobbiamo dimenticare che anche molti sapienti di sesso maschile ricoprirono il ruolo di maghi e guaritori, corne ad esempio i famosi “re Magi" dell’antica Persia. Allora la cura attraverso le piante, la base delle farmacologia, era ancora legato a presunte pratiche magiche, che poi molte volte era il reale beneficio delle piante che veniva traghettato con l’utilizzo di rituali, come magia.
La magia continuò a essere una pratica molto diffusa, temuta e apprezzata al tempo stesso, per tutta l’epoca romana, finchè il cristianesimo, divenuto religione ufficiale, ne proibì la pratica che divenne clandestina. Nel corso della storia umana l’utilizzo di piante spontanee presso le antiche civiltà del bacino Mediterraneo, così come in estremo Oriente, nel Nord Europa e nel Nuovo Continente, la credenza nell’efficacia degli incantesimi o dei filtri era così molto forte e fino a epoche recenti si confuse e si sovrapposte alla vera e propria fitoterapia.
Alle piante venivano attribuiti straordinari poteri magici, già presso gli Antichi Greci, per i Micenei e nella Creta minoica il papavero e il melograno erano associati alla dea madre terra Potnia Theron, signora degli animali, citata da Omero, e le erbe sopra citate erano adoperate nei riti di iniziazione, di morte e di rinascita.
Con il passare dei secoli la conoscenza delle proprietà magiche delle piante nei suoi aspetti più nascosti divenne la culla dei saperi negromantici, un intreccio tra medicina e magia, portando avanti nel tempo un arcaico filo conduttore con il culto della dea maga lunare Ecate/Diana.
La conoscenza delle proprietà magiche delle piante è attestata anche da Plinio il Vecchio che racconta che molte erbe avevano poteri magici e venivano usate come amuleti.
Lo studioso romano spiegava come queste erbe venivano raccolte in segreto vicino ai fiumi e ai ruscelli e tenevano lontano il rialzo termico, se il malato le portava in un amuleto nel braccio sinistro.
Secondo lo storico greco Erodoto, i giunchi erano invece in grado di conferire l’immortalita. Presso il popolo degli Sciti, gli indovini usavano le verghe di salice per profetizzare il futuro. Secondo lo storico romano Giuseppe Flavio una persona di nome Elazaro esorcizzò diversi posseduti di fronte all’imperatore Vespasiano mediante le radici di una pianta di cui Salomone aveva trasmesso le magiche virtù. Secondo alcuni studiosi l’erba in questione potrebbe essere l’elleboro. Anche nel Medioevo era diffusa l’attribuzione di virtù magiche alle piante. Lo studio di queste piante prese corpo nella tradizione nei monasteri che studiarono la virtù delle erbe a fini terapeutici. L’arte di guarire era uno degli obiettivi fondamentali dell’alchimia ben prima di Paracelso, considerato di solito il fondatore della farmaceutica a questi si confondevano rituali magici e miscugli di ingredienti che producevano miscele per soddisfare qualsiasi necessita, la peonia proteggeva da streghe e iettatori, la mirra migliorava le capacità psichiche, la liquirizia poteva attrarre la persona amata, il pepe nero scacciava le negatività e gli spiriti maligni, mentre i semi d’uva stimolavano la fertilità. Le proprietà psicoattive e medicinali delle piante erano utilizzate ed hanno ispirato anche la magia psichedelica. I guaritori medievali spesso utilizzavano erbe psicoattive, contribuendo allo stereotipo delle streghe avvelenatrici.
Gli unguenti delle maghe avevano fama di provocare allucinazioni che permettevano di volare e mutare forma. L’utilizzo di queste sostanze non è però una prerogativa medieval, già il mondo antico è pieno di testimonianze legate a ricette a base di erbe psicoattive, quali peyote, salvia, belladonna, funghi allucinogeni, mandragola e loto blu.
Vermut !
Sabato 20 aprile delle erbe spontanee da Vermouth in Valchiusella.
14,15 a Traversella in località Ponte Folle
15,00 passeggiata guidata dalle Magistre e dai Magistri di Erbe alla conoscenza delle erbe spontanee tra cui quelle da Vermouth
17,30 merenda tipica preparata dai Vivamdieri e dalla Magistre delle Erbe con Vermouth di Torino Bianco Revel Chion abbinato ai Torcetti di Agliè.
19,30 Convivium presso Casa delle Erbe
Erbe selvatiche utilizzate per il menù, timo serpillo, erbe di prato, ortiche, tarassaco, bistorta, salvia dei prati, piantaggine, gallium, piattello , artemisoa.
Evento a pagamento, prenotazioni entro il 15 aprile, info e prenotazioni Club Amici Valchiusella cell 3480662697 info@erbedivalchiusella.it
Edicola digitale
I più letti
Ultimi Video
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.