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Ivrea

Artabàn. La Leggenda del Quarto Re Mago

Un viaggio con Claudio Zanotto, il Mago con l'Asina

Artabàn. La Leggenda del Quarto Re Mago

Dettagli evento

“Quattro erano i tre Re Magi”, recita un’antica formula.

E allora perché il quarto ha mancato l’appuntamento con gli altri a Betlemme, per adorare il Bambinello? Che strada avrà imboccato? E che doni portava con sé?

Domande che trovano una risposta nel dolce racconto di Antonio Catalano, poeta della Meraviglia e delle piccole cose, che rivela la vicenda del Mago Artabàn, intento a ricucire il mondo e ad inseguire stelle con la coda, in una giullarata a capitoli.

Si sta tutti insieme come in un’antica veglia ad ascoltare parole, magie, canti e lettere d’amore; viaggiando con il Mago sul suo dondolante cammello, si faranno incontri inaspettati e indimenticabili, tra sorrisi e commozione, stupore e misteri dalla notte dei tempi.

Ed ora attenti bene, richiama più volte il Narratore Incantatore, aprite tutti orecchie e cuore per ascoltare la storia del Mago Artabàn, perché scoprirete che il Quarto Re Mago, quello che si è perso la Stella e la strada, che si è impolverato e ha consumato i sandali, che ha speso la vita a cercare, a imparare… a vivere, insomma… assomiglia proprio tanto ad ognuno di noi.

La narrazione viene presentata in spazi teatrali e di comunità (saloni, teatri comunali, piazze, luoghi della socialità, scuole, case di riposo…), abbinandola ove possibile ad una mostra scenografica fatta di stendardi poetici realizzati dallo stesso Catalano.

Il racconto di Antonio Catalano ispirato dal “ritrovamento” di Piercarlo Grimaldi si incammina dal Monferrato astigiano verso altri territori d’Italia grazie all’espansione del progetto operata con altri artisti della narrazione, ciascuno sul proprio territorio d’appartenenza, coordinati e diretti dalla direzione artistica.

Tutti aspettano la venuta di un Messia potente e glorioso, 
ma il Messia nasce
dalla polvere della Palestina

Roberto Rossellini

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Il progetto di Casa degli Alfieri assume una rilevanza e presenza allargata e diffusa: esso ricalca e rende omaggio al tradizionale migrare delle storie che, di bocca in bocca, da cantastorie ad ascoltatore, da sempre viaggiano e si arricchiscono attraverso gli incontri.

La mostra "Il Vangelo delle Colline",ovvero il museo sentimentale del Quarto Re Mago, torna anch’esso a corredare ed aggiungere magia allo spettacolo dal vivo, con una installazione artistica completamente rinnovata, sempre ad opera di Antonio Catalano ed introdotta e corredata da materiali di notevole interesse antropologico e storico curati da Piercarlo Grimaldi.

Il progetto, a carattere multidisciplinare, è arricchito da una nuova pubblicazione di pregio che raccoglierà il testo in capitoli di Antonio Catalano con note antropologiche, nuove illustrazioni originali dell’artista, contenuti multimediali degli artisti a ora coinvolti nel progetto.

"La mia vita - commenta Claudio Zanotto - è sempre stata attraversata, battuta, accarezzata da un vento chiamato John Cage. E quindi anche “il mio Artabàn” è un esperimento alla John Cage. Ci sono delle idee di partenza, un testo, persone che mi aiutano e ovviamente un punto di arrivo, ma tutto quello che succede in mezzo lo scopriremo insieme. Non so come sarà “ il mio Artaban” ma sono curiosissimo di scoprirlo. Al momento “il mio Artabàn” è aulico, pettegolo e Sufi, ogni volta che ho parlato con Antonio Catalano di Artabàn mi ha sempre citato i Sufi, e si è messo in viaggio con la sua Asina. Ha un costume da Re Mago. Costume, che con riferimento al Teatro Povero, non tanto quello di Grotowski che pure ha il suo peso, ma a quello povero di mezzi e in onore di Rossella O’Hara, è fatto con le tende di casa. In scena c’è una campana tibetana che scandisce i vari quadri, un leggio che non mi deve spaventare, un’Asina nella parte del cammello e una Stella Cometa. “ Il mio Artaban” si mette in viaggio con un obiettivo preciso, portare i doni al bambinello molliccio, in realtà li userà per curare chi incontra, per prendersi cura del mondo...".

“Artabàn” un poema contadino “La leggenda del Quarto Re Mago”.
Narrato da  Claudio Zanotto Contino, il Mago con l'Asina con Agata l’Asina che interpreta il Cammello.

Il testo è di Antonio Catalano. Consulenza antropologica del prof. Piercarlo Grimaldi. Coordinamento Patrizia Camatel e Massimo Barbero. Produzione casa degli alfieri / ARTEPO (ARchivio TEatralità POpolare) con il sostegno del MiC e della Regione Piemonte. In collaborazione con Viaggi con l’Asino APS. Il progetto partecipa al Premio Crowdfunding per la Cultura edizione 2023-2024 nella sezione Art Bonus organizzato dalla Rete del Dono

Dove?

Prove Aperte di “Artabàn. La Leggenda del Quarto Re Mago”

Martedì 28 novembre ore 15 e 17
Giovedì 30 novembre ore 17
Venerdì  1 dicembre   ore 17
Sabato   2 dicembre   ore 10

L’Emisfero Destro – Via Arduino 131 – Ivrea (TO)

Chi sono?

Antonio Catalano

È attore, scrittore, pittore, scultore, poeta, panettiere, costruttore di mondi sensibili e cofondatore della Casa degli alfieri, noto centro di produzione artistica con sede nell’omonima casa-teatro sulle colline del Monferrato (in provincia di Asti).

La sua personale cosmogonia, tutte le sue esplorazioni e le sue provocazioni tra teatro e arti visive sono gli “Universi Sensibili”: cosmogonia portatile e quotidiana, eppure complessa e immaginifica, che Catalano condivide con gli artisti della Casa degli alfieri.

È ideatore della poetica della Pedagogia Povera, che diffonde in tutto il mondo.

È autore e illustratore di numerosi libri

 

Claudio Zanotto Contino, il Mago con l'Asina

Ideatore e animatore in collaborazione con l’Asina Geraldina La Sommaire, dal 1997, del progetto “Viaggi con l’Asino” - fiabe e leggende raccolte e narrate nei luoghi in cui sono nate e offerte a chi le vuole ascoltare. Fondamentale negli anni l’incontro con gli artisti della Casa degli alfieri e in particolare con Luciano Nattino, che ha scritto testi e curato la regia di cinque spettacoli per l’originale duo, tra cui “Il Vangelo secondo l’Asina” a tutt’oggi replicato senza pause dal Natale 1999. È utile per farsi un’idea della missione non antropocentrica dei Viaggi con l’Asino visitare il sito www.viaggiconlasino.it

Quanti erano realmente i re magi?

Siamo abituati a pensare che i Re Magi erano tre, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, benché nel vangelo secondo Matteo non si parli in modo esplicito del numero. È solo con successive scritture che iniziamo a pensare che i Re Magi erano tre. Una possibile riflessione sul numero può essere di natura simbolica: questo numero ricopre un significato ben preciso e ricorre frequentemente nelle Sacre Scritture in quanto strettamente connesso alla Santissima Trinità, tre sono le tentazioni che Gesù subisce da parte del diavolo nel deserto, tre sono anche i giorni che intercorrono tra la Morte e la Resurrezione di Gesù, tre sono i continenti conosciuti fino all’epoca medievale, le stesse che le tre figure vanno a rappresentare simbolicamente.

In pochi sanno che esistono delle teorie secondo cui i Re Magi erano quattro. Il quarto Re Magio era conosciuto con il nome di Artaban, proveniva dalla Persia e si mise in viaggio con Gaspare, Melchiorre e Baldassarre dopo aver visto la stella cometa.

La storia del quarto re magio: Artaban

Sulla sua figura ci sono diverse rappresentazioni ma la storia più conosciuta legata al quarto re magio è quella di Henry Van Dyke, scrittore, poeta e insegnante statunitense, diplomato al Seminario Teologico di Princeton nel 1877. Secondo la sua versione, il re magio portò in dono a Gesù delle pietre preziose (uno zaffiro, un rubino e una perla), ma arrivò nel luogo in cui nacque in ritardo, dopo 33 anni, nei giorni della Sua Morte e Resurrezione. Secondo un’altra leggenda, il quarto Re Magio partì insieme agli altri tre e portò con sé delle perle da donare a Gesù. Lungo il suo percorso però, regalò le perle a tutti i bisognosi che incontrò per strada e non se la sentì di recarsi da Gesù Bambino senza doni così decise di fermarsi e non proseguire. Quella notte stessa, però, gli apparse in sogno proprio Gesù per ringraziarlo del suo dono.

Cosa ci insegna la storia del quarto re magio?

Il significato che dobbiamo cogliere dietro questi racconti è molto semplice quanto importante. La prima storia ci insegna a non arrenderci nonostante le difficoltà, proprio come Artaban che continuò a cercare Gesù per 33 anni e che alla fine riuscì a raggiungerlo nel momento più importante della Sua Vita, la Resurrezione. La seconda storia ci insegna invece che la generosità è un valore importante e dedicare sé stessi al prossimo è come dedicare la propria vita a Gesù.

Artaban è quindi portatore di due valori importantissimi e dovrebbe essere un esempio per tutti noi.

Cosa portano in dono i Re Magi e il loro significato

I doni dei Re Magi hanno un significato molto profondo e racchiudono il mistero della duplice natura di Gesù: uomo e Dio. Melchiorre, il più anziano dei tre, portò in dono l’oro, Gaspare, il più giovane, l’incenso e Baldassarre, il Re Magio dalla pelle scura, la mirra. Ma cosa significano?

  • L’oro simboleggia la regalità di Gesù, che era considerato Re dei Re, ma non solo, l’oro simboleggia anche la fede.
  • L’incenso, una resina ricavata dalla corteccia di alcune piante della penisola arabica e dell’Africa nordorientale, veniva usata in quel periodo per omaggiare gli dei, viene quindi donato a Gesù per riconoscere la sua natura divina.
  • La mirra, una resina estratta dal tronco di alberi che si trovano in Somalia ed Etiopia, simboleggia la natura umana di Gesù, ma in un certo senso anche la sua eternità, la mirra verrà infatti cosparsa nel corpo di Gesù Cristo nella croce, legando il significato di questa sostanza anche alla Resurrezione.
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