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Quando la solidarietà attraversa continenti: Ivrea e Benin insieme per il cambiamento

Il 30 settembre in Sala Dorata la presentazione del progetto "Coltivare competenze per far crescere la comunità", nato dalla collaborazione tra Ivrea e Natitingou

Quando la solidarietà attraversa continenti: Ivrea e Benin insieme per il cambiamento

L'assessora Gabriella Colosso con il sindaco di Natitingou, Tatè Oundeyama

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Ivrea e Benin, un legame che cresce.... Il 30 settembre, nella Sala Dorata del Palazzo Municipale di Ivrea, la presentazione dei risultati del progetto "Coltivare competenze per far crescere la comunità".

E' una delle iniziative più significative, nel campo della solidarietà internazionale, promosse dalla Città di Ivrea e sostenuta dalla Regione Piemonte. L’appuntamento è fissato per le 10:30 e si preannuncia come un momento di riflessione e condivisione sulle attività svolte in collaborazione con il Comune di Natitingou.

Arriva a conclusione di un percorso avviato qualche anno fa e culminato in un recente viaggio in Benin dell’assessora Gabriella Colosso, che ha toccato con mano le sfide e le opportunità presenti sul territorio africano.

Obbiettivo dichiarato: migliorare le competenze locali e promuovere lo sviluppo sostenibile, attraverso attività che mirano a formare e rendere autonoma la comunità locale. La visita dell’assessora è stata seguita con grande attenzione, con reportage che hanno raccontato un’avventura umana e istituzionale ricca di significato, come evidenziato nell’articolo "Solidarietà senza confini: l'avventura di Gabriella Colosso nel cuore del Benin".

Matteo Chiantore, sindaco di Ivrea, e Tate Ouindeyama, sindaco di Natitingou, saranno presenti per dare il loro saluto e sottolineare l'importanza di questo ponte culturale e sociale tra due comunità geograficamente lontane eppure così vicine.

Con l'assessora Gabriella Colosso in Benin anche Roberto Falzoi di Seniores International e Daniela Guasco della RE.TE Ong (Associazione di tecnici per la solidarietà e la cooperazione internazionale).  

Al centro dell'incontro la Maison de la Coopération et du Développement Durable, un edificio trasformato in centro di formazione agraria. Il progetto, che ha avuto un costo iniziale di circa 6.000 euro, è stato completato cinque anni fa, e da allora sono stati investiti ulteriori 20.000 euro per l’avvio di corsi tecnici in collaborazione con l’Università di Parakou, oltre alla costruzione di un pozzo, un sistema di irrigazione e l’installazione di pannelli fotovoltaici. Inoltre, un altro edificio è stato trasformato per ospitare percorsi di formazione agricola tecnico-professionali, cruciali per il futuro della comunità.

A dare vita a questo progetto sono volontari con una vasta esperienza alle spalle, molti dei quali pensionati: agronomi, industriali, bancari e architetti, che hanno deciso di mettere a disposizione le proprie competenze per migliorare le condizioni di vita nel Benin. Un esercito silenzioso che lavora lontano dai riflettori, ma che ha un impatto significativo.

La giornata del 30 settembre sarà anche l’occasione per fare un bilancio delle attività svolte e per riflettere sui passi futuri. Una scommessa sul futuro del Benin, una scommessa che le istituzioni italiane, e in particolare piemontesi, stanno portando avanti con determinazione.

Il progetto si inserisce in un più ampio contesto di politiche di cooperazione che da anni vedono il Piemonte impegnato su diversi fronti in Africa e nel mondo, con l’obiettivo di fornire supporto a comunità in difficoltà, promuovere lo sviluppo sostenibile e stimolare la crescita di competenze locali. 

I partecipanti avranno l’opportunità di ascoltare direttamente dai protagonisti del progetto le testimonianze su come la cooperazione internazionale abbia portato benefici concreti e abbia aiutato una comunità come quella di Natitingou a crescere.

Evento

Il viaggio

Durante il suo soggiorno in Benin, Gabriella Colosso è stata ospite di un orfanotrofio femminile. Tra gli incontri più significativi quello con Tatè Oundeyama,  sindaco di Natitingou, con cui ha discusso le problematiche principali che affliggono la comunità, dalla mancanza di istruzione all’accesso limitato ai servizi essenziali.

"Investire nell’istruzione significa dare ai giovani gli strumenti per costruire un futuro migliore. Non possiamo cambiare tutto in un giorno, ma possiamo fare la differenza un passo alla volta", ha dichiarato Gabriella Colosso durante uno degli incontri con le autorità locali.

Un altro pilastro del progetto riguarda l’Università di Agraria, che forma giovani agricoltori in tecniche moderne e sostenibili. In un Paese come il Benin, dove l'agricoltura è la principale fonte di sostentamento per la popolazione, avere accesso a nuove conoscenze e tecnologie può fare la differenza tra sopravvivere e prosperare. La formazione agricola non solo migliora le competenze tecniche, ma è fondamentale per garantire la sicurezza alimentare e affrontare le sfide del cambiamento climatico.

L’obiettivo a lungo termine è creare un sistema educativo e agricolo che possa sostenersi nel tempo senza dipendere costantemente da aiuti esterni. La cooperazione tra il Piemonte e il Benin non si limita a fornire risorse temporanee, ma punta a costruire le basi per un futuro autosufficiente. Le comunità locali, grazie ai corsi tecnici e ai miglioramenti infrastrutturali, potranno gestire autonomamente le proprie risorse e migliorare le proprie condizioni di vita.

Il Benin, tuttavia, non è solo povertà. È un Paese ricco di storia, di cultura e di tradizioni. Conosciuto come la culla del vudù, il Benin custodisce una delle più antiche tradizioni spirituali dell’Africa. La sua popolazione, nonostante le difficoltà quotidiane, è orgogliosa delle proprie radici e vive con un forte senso di comunità. È su questo spirito di solidarietà e di legame con le proprie origini che Gabriella Colosso sta lavorando, cercando di creare un rapporto che vada oltre il semplice aiuto economico, fondato sulla collaborazione e sul rispetto reciproco.

colosso in Benin

Colosso in Benin

Colosso in Benin

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