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Ivrea

Ecco dove si trova la "città dell'oro" perduta del Canavese: i segreti della "Bessa" emergono dalle profondità!

Come Giasone e Eracle, intraprendi un viaggio epico alla scoperta delle miniere d'oro più antiche del mondo

Miniera d'oro in Canavese

Miniera d'oro

Dettagli evento

Nel cuore del Piemonte, avvolta dal mistero di epoche passate e paesaggi lunari, si erge la Bessa, un tempo il più grande giacimento minerario aurifero a cielo aperto dell'età antica. La sua storia è tessuta nelle trame del tempo, dall'età neolitica ai tempi dei Romani, rivelando un passato ricco e complesso che ancora oggi affascina studiosi e appassionati.

Situata sul versante biellese della morena pleistocenica della Serra, la Bessa non è solo un luogo di incredibile valore archeologico, ma anche un caleidoscopio di leggende e realtà storica. Alcune teorie la vogliono persino crocevia di antichi cammini legati ai miti di Giasone ed Eracle, con percorsi che si snodano lungo la Dora Baltea, fino alla Valle d'Aosta e al cantone svizzero del Vallese.

La scoperta della stele di Vestignè lungo questi itinerari antichi offre un tassello affascinante alla comprensione del passato di questa area, suggerendo connessioni storiche e culturali con civiltà remote. Gli antichi massi erratici, con le loro incisioni a coppella, sono un altro indizio prezioso, che ha permesso agli studiosi di datare l'attività mineraria nella Bessa fin dal tempo dei Salassi, una popolazione celtica del V/IV secolo a.C.

L'entrata in scena dei Romani nel 143 a.C., come attestato dagli scritti di Paolo Orosio, Strabone e Cassio Dione, segnò un'epoca di grandi cambiamenti. L'arrivo di questi nuovi dominatori non fu solo un cambio di gestione delle miniere, ma anche l'inizio di conflitti per il controllo delle preziose risorse idriche e aurifere. Questa transizione inserì definitivamente la Bessa e la vicina Eporedia, nata dall'oro e benedetta dall'oracolo, nella storia con un ruolo di primo piano.

Durante il periodo di massimo splendore sotto il dominio romano, le miniere della Bessa impiegavano quasi 5000 lavoratori, diventando un epicentro di attività industriale e un fulcro economico e sociale che potrebbe essere paragonato, per importanza, all'Olivetti del XX secolo.

Ma come vivevano questi antichi minatori? Come era organizzato il loro lavoro e quale paesaggio si estendeva davanti ai loro occhi ogni giorno? Quali segreti nasconde ancora Eporedia, questa città antica che ha prosperato sull'oro?

Le risposte a queste domande affascinanti verranno esplorate dall'archeologa Lorenza Boni, che domenica 14 aprile guiderà il pubblico in un viaggio nel tempo, ricostruendo la storia di questo luogo enigmatico attraverso gli indizi lasciati da millenni di storia. Un appuntamento imperdibile per chi desidera immergersi nelle profondità del passato e scoprire i segreti della Bessa e di Eporedia.

Per coloro che sono interessati a partecipare a questo evento storico e culturale, è possibile iscriversi e trovare ulteriori informazioni sul programma visitando il sito www.aglip.it. Prenotazioni possono essere effettuate contattando il numero 389/8424683. Un'occasione unica per avvicinarsi alla storia vivente di uno dei più affascinanti siti archeologici d'Italia e rivivere la gloria di un'epoca d'oro ormai lontana.

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