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CHIVASSO. Torna in funzione l'impianto "dei pneumatici" all'interno delle discariche di regione Pozzo

CHIVASSO. Torna in funzione l'impianto "dei pneumatici" all'interno delle discariche di regione Pozzo

L'incendio in un'area della discarica di Chivasso (foto d'archivio)

Sta per ripartire l’impianto di deposito e lavorazione di rifiuti speciali non pericolosi che si trova dentro all’area delle discariche SMC di Regione Pozzo? La voce gira da qualche giorno e Margherita Rosso, di Noi della Terra di Mezzo, ieri ha chiesto conferma al sindaco Claudio Castello. Il sindaco ha risposto che non ne sapeva nulla e che si sarebbe informato. Siamo perciò tutti in attesa di notizie. L’impianto è noto come quello “dei pneumatici”, perché è o era autorizzato a stoccare gomme di autoveicoli, e perché è andato a fuoco nell’ottobre del 2014. Dopo questo incidente, si sperava che non dovesse riprendere l’attività. Tuttavia l’eventuale ripartenza non deve stupire. L’impianto era stato autorizzato fin dal 2006, con durata dieci anni, per ospitare non solo pneumatici, ma anche molti altri materiali. Ne citiamo alcuni: truciolati, plastiche, gomme e fibre sintetiche, cavi, pastiglie per freni, serbatoi per gas liquido, metalli, imballaggi, carta, vetro, fibre tessili, cemento, mattonelle, ceramiche (“messa in riserva” rifiuti speciali non pericolosi R13) Nel maggio 2016, alla fine del decennio, SMC ha chiesto alla Provincia il rinnovo dell’autorizzazione, che dovrebbe essere stata concessa e pertanto essere valida.  Oltre che il rinnovo, SMC aveva chiesto di aggiungere altre attività a quelle già autorizzate. Le tre principali sono queste: la deferrizzazione che consente di recuperare i materiali ferrosi; la triturazione dei rifiuti; il loro compattamento finalizzato a ridurne il volume. Tutte lavorazioni che vanno sotto la sigla R3. Non sappiamo ancora quali tra queste attività stanno per venire avviate. Si parla per ora solo di stoccaggio e lavorazione di carta, cartone e legno. Speriamo di avere informazioni precise al più presto. Al tempo dell’incendio, il sito era composto da due capannoni che coprivano una superficie di 2.800 metri quadrati sui 300.000 dell’area discariche nel suo complesso.
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