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28 Febbraio 2020 - 17:37
E’ finita l’emergenza coronavirus a Chivasso. E per fortuna, verrebbe da dire. Non se ne può avere la certezza matematica, ma a giudicare dalla percezione di smobilitazione che c’è all’ingresso del Pronto Soccorso, parrebbe proprio così. Oggi pomeriggio, venerdì 28 febbraio, alle ore 16, ci siamo fatti un giro in ospedale. A presidiare l’accesso al Pronto Soccorso non abbiamo trovato la guardia, come dovrebbe invece essere da comunicazione dell’Azienda e da misure preventive per contrastare l’epidemia del virus, nè abbiamo trovato le transenne montate tre giorni fa che dovrebbero indicare il percorso alternativo di accesso.
Perché? Semplice: la tenda per il pre-triage allestita martedì 25 febbraio ha un problema tecnico. Ed è in attesa di essere smontata. Verrebbe da dire: non ne va mai bene una, ma tant''è. Di fronte, sono stati posizionati addirittura due new jersey con il biglietto: “Divieto di sosta”. Morale della favola, siamo entrati in pronto soccorso senza che ci venisse chiesto alcunché: nè sul nostro stato di salute, nè sul perché fossimo lì. In sala d’attesa almeno una ventina di persone, per lo più anziani. Tutto nella normalità insomma, se non fosse che alcuni indossavano la mascherina. Dall'Asl ci dicono che c'è una seconda tenda, perfettamente funzionante ,allestita alla fine della rampa della vecchia ala monumentale del Pronto Soccorso. Ma mentre la prima, come si vede dalla foto qui sotto, era chiaramente ben indicata, la seconda non lo è altrettanto, tant'è che nessuno ci ha fermati nel nostro giro in ospedale.Ecco cosa ha deciso l'Asl To 4 come misure di prevenzione per la diffusione del Coronavirus: “I pazienti in arrivo vengono fermati all’ingresso da una guardia e, in caso di sintomi specifici, indirizzati nella tenda che ospita il pre – triage e visitati da un’infermiera. Qui viene misurata la temperatura e valutati i sintomi: febbre tosse, mancanza di fiato. A ciò si aggiungono criteri specifici: viaggi in Cina negli ultimi 15 giorni, contatto con persone che son tornate da un viaggio, persone che siano state in ospedali in cui ci siano stati dei casi accertati di Coronavirus, contatto stretto con un caso diagnosticato di Coronavirus. Se hanno questi sintomi vengono fermati all’interno della tenda, l’infermiera contatta il triage da dove parte il personale per accompagnare il paziente attraverso un percorso particolare. Verrà accompagnato direttamente in una stanza di isolamento. Il tragista del Dea darà un codice. Dal pre – triage non vengono dati codici. Qui viene solo valutato il percorso”.
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