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CALCIO. Lite tra Lega Serie A e Marotta per il rinvio di Juve-Inter

CALCIO. Lite tra Lega Serie A e Marotta per il rinvio di Juve-Inter
JUVE - INTER. Gli spalti vuoti avrebbero danneggiato l'immagine del calcio italiano ma fa male anche il caos a palla ferma, mentre il Paese è alle prese con l'emergenza sanitaria. Volano accuse e risposte piccate fra il presidente della Lega Serie A e l'Inter per il rinvio al 13 maggio della sfida scudetto con la Juventus e delle altre quattro sfide a porte chiuse di questo fine settimana. Cinque con Sampdoria-Verona di domani sera, per cui sta per essere decisa la stessa sorte a poche ore dal via. Sono in subbuglio tutti i club, fra diffide e minacce di azioni legali. Con il ministro per lo Sport, Vincenzo Spadafora, che vuole togliere alibi al mondo del calcio: "Non faccia cadere le sue responsabilità sulla politica. Noi abbiamo solo detto, per la salute di tutti: o giocate a porte chiuse, o rinviate". Sul tavolo ci sono proposte: recuperare le cinque partite fra mercoledì e giovedì facendo slittare le semifinali di coppa Italia (Juventus-Milan e Napoli-Inter) a maggio oppure far slittare di una giornata tutto il campionato e disputare le partite saltate la prosisima domenica, con Juve-Inter di lunedi'. Ma ancora non c'è intesa. Molte società sono agitate. Sono praticamente tutte coinvolte fra questo turno e il prossimo, con altre cinque sfide, fra Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, per cui al momento il nuovo decreto farebbe scattare le porte chiuse: Atalanta-Lazio, Spal-Cagliari, Verona-Napoli, Inter-Sassuolo e Bologna-Juventus. Una situazione inedita per i più navigati del calcio. Paolo Dal Pino ci si è tuffato due mesi fa ed è in una tempesta. Beppe Marotta lo ha accusato falsare il campionato. Il n.1 della Lega Serie A in mattinata ha risposto adirato all'ad interista ricordando che, di fronte alla proposta di giocare domani a porte aperte, "si rifiutato categoricamente". "Proposta impraticabile e quasi provocatoria", l'ha definita Marotta nello scambio di accuse via ANSA, sottolineando che il pubblico ammesso sarebbe stato "solo quello juventino". "Non era provocatoria - la controreplica in serata di Dal Pino - ma concreta perché basata unicamente sulle indicazioni della Regione Piemonte, che aveva stabilito che domenica sera sarebbe finita l'emergenza sanitaria in Piemonte". In mezzo a questo scambio d'accuse un tesissimo Consiglio straordinario riunitosi in teleconferenza a mezzogiorno si è chiuso con un nulla di fatto e la convocazione dell'assemblea d'urgenza, mercoledì a Roma. Club come il Brescia minacciano azioni legali. Secondo questo fronte la Lega, con una lettera inviata al governo, avrebbe a inizio settimana definito la linea delle 'porte chiuse', cambiandola in corsa sotto le pressioni della Juventus per il big match da 5 milioni di euro di incasso. "Solo venerdì sera abbiamo saputo che in tre regioni si sarebbero riaperte le porte degli stadi già dalla mezzanotte di oggi, rendendo il quadro completamente diverso dal precedente", si difende Dal Pino, che ha incassato un avvertimento anche dal Bologna, secondo cui dopo questi precedenti la sfida del Dall'Ara con la Juventus non può essere senza tifosi. La vicenda è seguita con attenzione in Figc, dove ci si auspica il prima possibile un ritorno alla normalità in termine di rapporti e di visione di sistema da parte dei club.
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