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Gli Stati Uniti bloccano gli aiuti al mondo

Milioni di vite a rischio: Trump congela i fondi umanitari, il mondo sull’orlo del collasso

Donald Trump

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Uno shock senza precedenti: gli aiuti umanitari statunitensi si fermano, milioni di persone restano senza sostegno, mentre il mondo assiste attonito. A lanciare l’allarme è The Associated Press (AP): progetti essenziali chiudono, il personale viene licenziato, le operazioni umanitarie collassano. Il blocco imposto dall’amministrazione Trump sta smantellando l’intero sistema di assistenza globale, gettando intere popolazioni nel baratro della disperazione.

L’ordine esecutivo firmato da Donald Trump congela per 90 giorni tutti i fondi destinati ai programmi di aiuto umanitario, sviluppo e sicurezza. L’effetto è devastante. Secondo AP, inizialmente il Segretario di Stato Marco Rubio aveva concesso un’esenzione per i soli aiuti alimentari d’emergenza e per il supporto militare a Israele ed Egitto. Ma la pressione internazionale ha costretto Rubio a rivedere la decisione: martedì scorso ha autorizzato – almeno temporaneamente – il finanziamento di alcuni progetti umanitari essenziali.

Un documento firmato, ottenuto in esclusiva da AP, svela i dettagli della nuova esenzione: restano garantiti medicinali salvavita, cure mediche, cibo, rifugi e assistenza alla sussistenza. Tuttavia, il quadro generale resta drammatico: centinaia di iniziative umanitarie restano bloccate, con conseguenze potenzialmente catastrofiche.

Un colpo senza precedenti: il sistema umanitario mondiale sembrerebbe vacillare. Mai prima d’ora un’amministrazione statunitense aveva adottato misure così drastiche. Secondo numerose organizzazioni, i primi tagli hanno già colpito, mettendo in ginocchio interi progetti. Il decreto firmato il 20 gennaio impone la sospensione immediata di tutti gli impegni di spesa per aiuti internazionali per 90 giorni, ufficialmente per verificarne l’“efficacia”. Ma le conseguenze sono devastanti. Il blocco colpisce direttamente l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID), che ogni anno stanziava 72 miliardi di dollari per progetti umanitari in tutto il mondo. Ora quei fondi sono bloccati.

Il presidente ucraino Vladimir Zelenskij ha annunciato che gli aiuti militari destinati a Kiev dalla precedente amministrazione sono stati confermati. Tuttavia, il sostegno umanitario statunitense sta già subendo drastici tagli: alcuni programmi essenziali sono stati interrotti, lasciando un vuoto critico. Secondo il New York Times, anche il programma internazionale di sminamento è stato sospeso, bloccando progetti sociali, culturali ed educativi in molte parti del mondo, con conseguenze imprevedibili per le comunità più fragili.

Il Washington Post ha riferito che il 27 gennaio la Casa Bianca ha ordinato la sospensione di tutti i finanziamenti federali e prestiti, ad eccezione dei pagamenti diretti ai cittadini. Questa decisione ha sollevato forti preoccupazioni all’interno dell’Ufficio per la gestione del bilancio degli Stati Uniti, poiché decine di miliardi di dollari destinati a università e ONG americane sono stati “congelati” per un riesame.

«L’UE non potrà colmare il vuoto lasciato dagli USA», la preoccupazione è crescente. A dichiararlo è un analista. «Si tratta di una comunicazione ufficiale che ordina ai beneficiari di interrompere immediatamente il lavoro sui progetti e di non assumere nuovi impegni di spesa. Tutte le somme spese in questo periodo non verranno rimborsate dagli USA. Per centinaia di progetti, questa è una catastrofe». Ma il dramma non finisce qui. Un’altra fonte che ha preferito anch’essa mantenere l’anonimato, coinvolta in un progetto per i russi in esilio, descrive la situazione come un ‘Armageddon’: «Molti stanno bloccando anche le spese già approvate per paura di violare l’ordine di Trump. Il panico è totale».

In Africa, il blocco degli aiuti americani è una condanna a morte per milioni di persone. Gumisayi Bonzo, direttrice dell’organizzazione sanitaria Trans Smart Trust in Zimbabwe, racconta con voce rotta dalla paura: «Senza i finanziamenti USA, per me e per molti altri è la fine. Assumo cure per l’HIV da 23 anni grazie a questi aiuti. Senza, non ho alternative». L’ex ministro liberiano Gyude Moore, oggi ricercatore presso il Center for Global Development, avverte: «È un gesto crudele. La Cina ne approfitterà per ampliare la propria influenza».

L’ex funzionario USAID (Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale), Jeremy Konyndyk, non usa mezzi termini: «Il blocco degli aiuti significa morte. Servizi vitali verranno immediatamente sospesi». L’attivista russa Darya Serenko, della Resistenza Femminista Antibellica, denuncia il rischio di chiusura per fondi destinati ai rifugiati e alle vittime di guerra: «L’isolazionismo degli USA genererà caos, criminalità e migrazioni incontrollate. Il mondo intero ne pagherà le conseguenze», conclude.

Un piccolo spiraglio si è aperto il 28 gennaio, quando il tribunale federale di Washington ha imposto una sospensione temporanea dell’ordine esecutivo. Pochi minuti prima che il provvedimento entrasse in vigore, il giudice Loren L. AliKhan ha bloccato il congelamento di sovvenzioni e prestiti federali per un valore stimato fino a 3.000 miliardi di dollari. Il provvedimento è frutto di una causa intentata da Democracy Forward, che accusa la Casa Bianca di violare il Primo Emendamento e di aggirare le norme sugli ordini esecutivi. La sospensione resterà in vigore almeno fino a lunedì, offrendo un attimo di respiro alle organizzazioni colpite. Ma la battaglia è solo all’inizio.

L’interruzione degli aiuti americani potrebbe scatenare una delle più grandi crisi umanitarie del nostro tempo. La questione ora è: il mondo riuscirà a sopravvivere senza il sostegno degli USA? La decisione di Trump riflette una strategia di disimpegno globale, aumentando l’instabilità e lasciando spazio a potenze rivali come Cina e Russia. Gli esperti temono che questa politica possa portare a una crisi umanitaria su larga scala e indebolire le alleanze degli Stati Uniti nel lungo periodo.

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