Come ogni anno, giovedì scorso le Spille d’oro si sono date appuntamento alla tomba di Camillo Olivetti (Ivrea, 13 agosto 1868 – Biella, 4 dicembre 1943) al cimitero ebraico di Biella, dove agli uomini è consentito entrare solo con il Kippah (cappello). Quest’anno, a causa del Covid, non si è organizzato un pullman, ma una carovana di macchina. Oltre ad un bouquet di fiori, gli ex olivettiani (ex dipendenti dell’azienda con almeno 25 anni di servizio) han portato con loro, come vuole la tradizione israelitica, una pietra ciascuno presa dal Convento. Per motivi di salute non c’era il presidente Davide Olivetti, ma era presente il vicepresidente Ermanno Lesca e il segretario Luigi Fundarò. Ed è stato quest’ultimo a leggere il commovente testo di Libero Bigiaretti, subito dopo la preghiera ebraica letta da Enrico Cappellaro. “Il giorno in cui fu trasportato al cimitero pioveva – scrive Bigiaretti –ma da Ivrea, dai borghi vicini, dai vari luoghi del Canavese si erano arrampicati su per la Serra, fino a Biella i suoi operai, i suoi fedeli. Erano arrivati con ogni mezzo, i più in bicicletta, con gran fatica e rischio. I tedeschi già davano la caccia ai partigiani, razziavano uomini, minacciavano intere popolazioni. Il piccolo cimitero israelitico di Biella poteva diventare un luogo di massacro: il recarvisi una sfida temeraria; ma esso si popolò, quel giorno, di uomini silenziosi, a capo scoperto, sui cui volti la pioggia cancellava inutilmente le lacrime…”. Una giornata oltremodo commovente, vissuta come solo può essere vissuta da chi all’Olivetti ci ha lavorato con orgoglio, passione e motivazione. Il sabato Due giorni dopo, a Ivrea, le Spille d’oro si sono ritrovate presso il cimitero di Ivrea, nell’ala sinistra della parte vecchia, dove è sepolto, in mezzo al verde, in un angolo carico di suggestione, Adriano Olivetti e con lui Grazia Galletti la moglie sposata in seconde nozze nel 1950. In compagnia degli assessori Elisabetta Piccoli e Michele Cafarelli i partecipanti hano depositare un omaggio floreale offerto da Lara Cavagnetto nel rispetto della volontà del padre Carlo. Ed è di Lara Cavagnetto anche la macchina da scrivere realizzata con i fiori e dedicata alla memoria dell’IngegnerCamillo Olivetti davanti alla fontana che la città gli ha dedicato di fronte al ponte recentemente intitolato al figlio Adriano. Quasi a fine mattinata la messa officiata da Don Duretto presso la chiesa di San Grato al Borghetto in suffragio di tutte le spille d’oro. Da segnalare che durante la commemorazione la croce in legno presente sulla tomba di Adriano Olivetti è stata rimossa. Verrà restaurata da Andrea Motto Ros che si è offerto, in un certo senso, di adottarla
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