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05 Marzo 2025 - 23:44
L’Italia è pronta a farsi sentire. A Basel, sotto i riflettori più potenti d’Europa, in quell’arena che ogni anno trasforma la musica in spettacolo e lo spettacolo in battaglia, ci sarà Lucio Corsi. Non uno qualunque, non un artista da vetrina, ma un cantautore vero, di quelli che non si piegano alle mode, di quelli che suonano e scrivono perché hanno qualcosa da dire. E adesso ha un microfono davanti, un palco sterminato e una sfida enorme: conquistare l’Eurovision.
Il video della sua esibizione è online sul canale YouTube ufficiale della manifestazione. Da un giorno. È lì, e aspetta solo una cosa: che l’Italia si muova. Che lo guardi, che lo faccia girare, che dica a chiare lettere che ci crede. Perché ogni visualizzazione è un voto in anticipo, un passo verso la finale, un messaggio chiaro ai bookmakers e agli esperti: noi ci siamo, e Lucio merita. È una questione di numeri, certo. Ma è anche una questione di orgoglio.
Perché lui, con il suo stile tra il folk e il rock, con quell’anima che sembra venire da un altro tempo, è la carta vincente dell’Italia. Non l’ennesima copia sbiadita di artisti da classifica, ma un interprete autentico, capace di portare qualcosa di diverso, di colpire dritto al cuore. E all’Eurovision, lo sappiamo, non conta solo la voce o la canzone. Conta il carisma, la personalità, la capacità di restare impressi nella memoria. E su questo, Lucio Corsi può fare la differenza.
Non serve molto per aiutarlo. Basta guardare quel video, nel canale ufficiale dell’Eurovision Song Contest. Basta un click, un like, un commento. Basta dargli la spinta iniziale, quella che può farlo emergere tra i concorrenti, che può far parlare di lui. L’Eurovision è una macchina gigantesca, una vetrina che può portare un artista a milioni di persone in un colpo solo. Chi vince qui, chi lascia il segno, può cambiare la propria carriera per sempre. Lo hanno fatto gli ABBA, lo ha fatto Celine Dion, lo hanno fatto i Måneskin, che dopo la loro vittoria hanno conquistato il mondo.
Lucio Corsi ha questa occasione. E noi abbiamo il dovere di sostenerlo. L’Italia ha già dimostrato di essere una squadra quando conta davvero. Lo abbiamo fatto in passato, lo faremo di nuovo. Non restiamo a guardare, guardiamo lui. E facciamolo volare in alto.
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