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Torino

Leonardo Manera in "Homo Modernus” al Parco Dora

La giornata perfetta di Leonardo Manera

In questo spettacolo Leonardo Manera descrive la giornata perfetta di uno qualsiasi di noi, dalla colazione del mattino alla cena della sera, mangiando alimenti sanissimi ma forse poco gratificanti, bacche di goji, quinoa, seitan eccetera, nell'illusione di consumare il cibo ideale. Poi, la raccolta differenziata dei rifiuti sentendosi in colpa se non si è messa ogni cosa nel sacco giusto, come se fossimo gli sterminatori del mondo.

Poi, ancora, i figli da accompagnare a scuola e in ogni attività quotidiana. Figli impegnatissimi, più degli adulti, già da poco dopo lo svezzamento, per non lasciar loro nemmeno un minuto libero per pensare. Intanto, ci dedichiamo a lunghe pause sui social, che occupano e presidiano gran parte del nostro tempo libero, come se fossero l’unica valvola di sfogo e nei quali un semplice piatto di pasta col tonno, se postato, diventa apparentemente un piatto gourmet.

Pause sui social che, chissà, servono a dimenticare o sopportare un lavoro che non sempre è ben retribuito o fonte di soddisfazione, in un mondo che ci chiede di adeguarci al progresso e ai cambiamenti. Cambiamenti inevitabili, ma talvolta complicati da gestire. Eppure, ci proviamo sempre, come se fosse l’unica vita possibile, la vita perfetta.

Se Newton fosse ancora vivo non si chiederebbe qual è la forza che fa cadere la mela dall’albero, ma cosa c’è sotto la botola di caduta libera. E certamente se Leopardi al posto dei libri avesse avuto il tablet e una connessione a internet non sarebbe diventato il Leopardi che conosciamo. Ecco, queste sono le nuove curiosità dell’Homo Modernus.

Leonardo Manera che interpreta Peter

Finché, giunta la sera, al termine di una giornata tipo, è inevitabile chiedersi: c’è ancora, per noi progrediti ma – anche - regrediti uomini d’oggi, un motivo per sorridere alla vita?

Domande che hanno animano il monologo con cui il comico ha cercato di "capire se la vita verso la quale stiamo andando ci farà stare bene. O comunque meglio"

Istantanee di un mondo sempre più tecnologico, dove i rapporti si fanno sempre più rarefatti, ma in cui è possibile cogliere spunti di comicità. E sì che è ancora possibile sopravvivere in questa società che "privilegia l’immagine, ma per questo fa crescere l’ansia": "L’importante è riuscire a mantenere vivo il rapporto con gli altri", il consiglio di Manera. Lui che "con la tecnologia faccio il minimo indispensabile", "leggo ancora i libri di carta".

Oggi scendi in strada e "ti trovi in piazza Social col monumento allo Youtuber, imbocchi via della scuola vuota e passi per largo Bullismo e quello dei congiuntivi abbandonati. E poi è un attimo che sei in piazza della Paura. Ma quando sei lì, pensi che c’è sempre qualcosa per cui vale la pena vivere: la donna che ti fa battere il cuore, l’amico che riempie la tua solitudine, il figlio che ti fa arrabbiare ma con lui capisci qual è l’unico, vero amore". Con quella domanda ‘esistenziale’ che ultimamente lo assilla: "Riuscirò ad andare in pensione con una pensione dignitosa?".

Perché ormai sono quasi quarant’anni che fa spettacolo. E ancora ricorda "il primo, nel 1984 a 17 anni. Era il 31 dicembre e mi sono esibito in un hotel vicino a casa davanti a persone che ridevano perché erano ubriache, ma il proprietario sentiva solo che ridevano e così mi ha richiamato. Ecco – ci scherza su -, spero sempre di avere un pubblico di ubriachi".

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